DANILO TOSARELLI MILANO
La culla del gioco d’azzardo (gambling) è stata la Cina. I primi dadi sono stati rinvenuti lì e risalgono a 5000 anni fa.
In Italia si è sviluppato a partire dal 1500 ed era prerogativa dei circoli nobiliari ed intellettuali, ovviamente.
Solo successivamente il gioco d’azzardo si allargò alla borghesia ed ai ceti meno abbienti. E nacque la bestia.
Sono tutti giochi d’azzardo, quelli dove si vince denaro e conta meno l’abilità del giocatore rispetto alla fortuna.
In Italia tra il 1897 e il 1992 si punta alla limitazione del gioco, perchè viene visto per alcuni aspetti come un rischio.
Un rischio in termini sociali, legali e finanziari. Al Ministero degli Interni viene affidata la repressione del gioco illegale.
Nel 1863 era nato il Lotto, nel 1946 nasce il Totocalcio, nel 1948 il Totip, le lotterie nazionali e furono aperti i Casinò.
Quello di Sanremo, Venezia, Saint Vincent e Campione d’Italia. Nel 1994 viene introdotto il primo “Gratta e Vinci”.
Dal 1997 seguiranno altre offerte di gioco. Le estrazioni del Lotto diventano bisettimanali e nasce il Superenalotto.
Lo Stato sceglie di investire nel gioco d’azzardo. Ma nel 1997 appare sui giornali per la prima volta, la parola ludopatia.
Il rischio previsto nei primi anni del 1900 dai nostri avi, inizia a prendere forma e si trasforma nell’attuale piaga sociale.
Pensate che oggi il gioco d’azzardo è la terza industria nazionale per fatturato. Personalmente non è motivo d’orgoglio.
Nel 2023 in Italia, il volume lordo del gioco d’azzardo segna un +10,2% rispetto al 2022, arrivando a quota 150 miliardi.
E’ un record rispetto ai 136 miliardi del 2022. Spesi 136 miliardi e rientrati in vincite 115,7 miliardi. Al Fisco 11,2 miliardi.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli riferisce che esiste poi un giro di 33 miliardi legato a scommesse illegali. Mafia.
Gli italiani spendono nel gioco legale d’azzardo sempre più soldi. Tra il 2013 e il 2023 hanno speso il 78% in più.
Nel 2006 si giocava un terzo in meno. Oggi, il valore totale delle giocate supera ampiamente il 7% del PIL nazionale.
I 150 miliardi spesi dagli italiani nel 2023 in giochi d’azzardo equivalgono all’89% della spesa alimentare. Cifre colossali.
Equivalgono circa a 5 volte la Legge di Bilancio 2024. La spesa sanitaria nel 2023 ammonta a 131 miliardi. E’ molto grave.
Stiamo parlando di 150 miliardi di euro spesi in “Gratta e Vinci”, Lotto, slot machine, scommesse sportive e internet.
Stiamo parlando di 14,5 milioni di italiani che hanno ammesso di aver praticato il gioco d’azzardo almeno una volta all’anno.
L’Italia è la prima in Europa per somme giocate e numero di slot in rapporto agli abitanti. Una slot machine ogni 140 abitanti.
Siamo la terza economia al mondo per volume di denaro speso nel gioco d’azzardo, con 1,5 milioni di giocatori dipendenti.
In Italia, le ore spese nel gioco d’azzardo sono 455 milioni all’anno. Un terzo del monte ore che è dedicato alle ferie annuali.
Oggi il gambling è pervasivo della vita quotidiana delle persone. Sottrae tempo ad altre importanti attività umane. Logora.
Molti dati sono ritrovabili nel “Libro nero dell’azzardo”, che viene redatto annualmente dalla CGIL e dalla Federconsumatori.
E’ encomiabile l’attività portata avanti negli anni dalla campagna “Mettiamoci in gioco” che ha lo scopo di sensibilizzare.
Il mondo dell’azzardo non è mai stato così forte e la sua pervasività ha effetti nefasti nel contesto sociale dove viviamo.
Aumentano debiti e precarietà e inevitabilmente si creano implicazioni patologiche e sociali. Il gambling diventa l’inferno.
Purtroppo vi è una crescita vertiginosa di giovani che giocano d’azzardo, nelle sue varie forme. Ecco un’indagine specifica.
La Federconsumatori di Modena ha voluto prendere un ampio campione di giovani nella fascia d’età dagli 11 ai 18 anni.
Fra gli 11 e 14 anni, vi è la complicità dei genitori. Gli acquistano i “Gratta e vinci” e li avvicinano alle scommesse sportive.
Fascia 14-18 anni. 43% dei maschi acquista direttamente i “Gratta e vinci” e il 50% ha giocato almeno una volta ad una slot.
Il 14% di loro subisce una fascinazione per l’azzardo che ha origini nella loro giovanissima età. Le motivazioni sorprendono.
Magari quando spingevano i tasti luminosi di una slot, mentre erano sulle ginocchia del proprio padre che non immaginava..
Oppure quando venivano coinvolti nelle scommesse sportive da un familiare. Naturalmente senza pensarci troppo..
Oppure quando ricevevano un mazzetto di “Gratta e vinci” dalla nonna, come regalo di compleanno. Povera nonna..
I giovani sono più attratti dal gambling on line. Può degenerare nella ludopatia classica, ma anche nel gambling disorder.
L’OMS ha riconosciuto una seconda forma di ludopatia e cioè la dipendenza da videogioco. Ecco come l’OMS lo spiega.
” Una sempre maggiore priorità data al giocare, fino a che diventa più importante delle attività e degli interessi di vita”.
Il giocatore non lo vuole ammettere e non si rende conto del baratro che ha di fronte. Gli altri spesso non se ne accorgono.
Secondo gli psicologi A.Fernandez e M.Dickerson ci sono 4 categorie di giocatore d’azzardo. Li hanno analizzati a fondo.
Giocatore sociale.
Il gioco è un’occasione per socializzare e divertirsi. Ha la forza di interromperlo. Sa governare i propri impulsi distruttivi.
Giocatore Problematico.
Non è ancora patologico. Dal suo comportamento ludico dipendono la sua sfera economica, interpersonale e psicologica.
Giocatore Patologico
La dimensione del gioco provoca un comportamento distruttivo, dal quale non riesci a sottrarti. Esistono problemi psichici.
Giocatore Patologico impulsivo Dipendente.
Ha un rapporto patologico con il gioco, che crea gravi sintomi centrati sulla dipendenza e l’impulsività. Tutto ciò provoca
insonnia, abbandono delle proprie responsabilità di coniuge o genitore, calo dell’efficienza lavorativa con probabili assenze,
modificazione del concetto di moralità, che può portare persino a commettere atti illeciti. Non riesce a fermarsi e perde tutto.
Ho avuto modo di venire a contatto con persone affette da ludopatia. Si sentivano sole, incomprese e abbandonate.
Considero la ludopatia un dramma sociale con cui è necessario fare i conti. Un male sociale che non deve essere trascurato.
Il ludopatico fa fatica a trovare comprensione e solidarietà. Difficile spiegare che è una dipendenza simile ad alcol e droghe.
“Basta, smettila di giocare..” e si pensa che tutto ciò sia una scelta, un capriccio ed è quindi più difficile trovare comprensione.
Giova precisare, che è solo dal 2012 che la ludopatia è riconosciuta come patologia curata dal Sistema Sanitario Nazionale.
Nel suo libro ” Il ventre di Napoli” scritto nel 1906, Matilde Serao racconta la vita nei bassifondi di Napoli. Non la cito a caso.
Allora giocare al Lotto era la speranza di vincere per risollevarsi dalla miseria e trovare la felicità. Il gioco regalava speranza.
Ma la Serao scriveva che ” quando l’illusione svaniva, non restava che tornare alla propria dura esistenza..” Sono d’accordo.
Ma oggi risulta tutto più complicato, perchè la velocità del gioco è sempre più spinta e i giochi online ti fanno perdere la testa.
Ai tempi della Serao, i numeri del Lotto venivano estratti solo il sabato pomeriggio e non potevano creare i danni dell’oggi..
Oggi il gioco d’azzardo è diventato un vero e proprio prodotto da vendere. Le scommesse sono già parte dei consumi privati.
Non è un caso che le mafie si siano buttate a capofitto sul gambling, perchè consente il riciclaggio di tanto denaro sporco.
Si stimano in 16-18 miliardi i soldi utilizzati, che corrispondono al 22% delle giocate complessive online. Sono dati della DIA.
Per le mafie, il gioco d’azzardo è fonte primaria di guadagno, superiore al traffico di stupefacenti, alle estorsioni ed all’usura.
Apprendo da un articolo, apparso sul Blog del Fatto Quotidiano del 10 gennaio 2024, che un organismo è stato esautorato.
Esisteva un Osservatorio presso il Ministero della Salute, che si occupava in modo specifico di monitorare il gioco d’azzardo.
Gli effetti che provocava sul giocatore dipendente e le linee d’azione riguardanti prevenzione, cura, riabilitazione. Utilissimo.
Questo Osservatorio è stato sostituito da una “Consulta permanente dei giochi pubblici” gestita dal Ministero dell’Economia.
Fanno parte di questa Consulta vari soggetti, tra i quali i rappresentanti dei concessionari e i gestori del gioco. Non stride?
Si può ipotizzare, che il Governo abbia scelto di concentrarsi sugli aspetti economici e chiuso un occhio sugli aspetti sanitari?
Il sociologo Maurizio Fiasco è un esperto della “Consulta Nazionale Antiusura” e presidente dell’Associazione Alea. Dichiara.
“E’ come se per misurare le conseguenze del tabagismo sulle malattie respiratorie, ci si avvalesse dei produttori di sigarette..”
Il 25 marzo 2024 è stato approvato il Dlgs 41 contenente disposizioni in materia di riordino del settore dei Giochi. Vedremo.
Voglio concludere con una presa di posizione dell’associazione di promozione sociale Libera, presieduta da don Luigi Ciotti.
“Occorre un forte investimento culturale ed educativo, perchè la fame dell’azzardo cresce laddove mancano concrete e
dignitose opportunità di benessere e dall’altra la voglia di impegnarsi per costruirle, a beneficio di tutta la comunità.”
La ludopatia è un male oscuro, che quando ti acchiappa è poi difficile liberarsene. E se ne sei vittima, ti chiudi in te stesso.
Quanti lavoratori, studenti, casalinghe sono schiavi dell’abitudine o dipendenza da gioco? la fascia d’età è fra i 18 e 75 anni.
Esiste una correlazione intrinseca tra la situazione socioeconomica e la propensione per il gambling. I poveri sono a rischio.
Questo è un Paese che trova nell’elemento “Fortuna”, conforto a buona parte dei suoi bisogni e delle sue preoccupazioni.
Mi rendo conto che non è possibile fermare un treno in corsa, ma si potrebbe dire al macchinista di non andare troppo forte.
Ma uno Stato che lucra sull’azzardo, avrà interesse a dotarsi di soluzioni che possano ridurre la proliferazione del gambling?
Foto di Nik