DANILO TOSARELLI – MILANO
Una volta, vincere un concorso pubblico era come vincere una lotteria. Non esagero. Era così. Quasi un sogno.
Un posto sicuro dove, se non fai cazzate grosse, non ti manda via nessuno. E’ la pura verità. Una garanzia.
Non a caso, vi sono intere generazioni che hanno iniziato con papà o mamma che sono partiti dal sud. Da soli.
Si sono trasferiti al nord per fare l’insegnante, il vigile, l’impiegato, in qualche Ente Pubblico e hanno fatto famiglia.
E’ stato così per decenni anche per le grandi aziende del nord d’Italia. Fiat, Marelli, Falck, Pirelli e molte altre ancora.
A partire dagli anni 60, il Sud ha fornito un serbatoio straordinario di manodopera. Molti si sono trasferiti per campare.
Si migrava per la carenza di lavoro al sud e le città industriali ti offrivano condizioni di vita accettabili. Casa e lavoro.
Gli stipendi di allora, pur senza scialare, ti consentivano di starci dentro e di poterti costruire anche un futuro certo.
Adesso molto è cambiato, in peggio. Non ci sono più le grandi fabbriche, ma esistono ancora i concorsi pubblici.
Le migrazioni dal sud continuano ad avvenire, perchè là il lavoro continua a mancare, ma qualcosa è cambiato.
Tu studi, ti prepari, vinci il concorso pubblico, ma quando arrivi nella grande città ti accorgi che non ci stai dentro.
Inizi a lavorare, ma poi lo stipendio non è sufficiente per pagarti l’affitto e le spese di prima necessità. Devi mollare.
E’ una questione di prima grandezza. Gli stipendi sono troppo bassi e gli affitti sono troppo alti. Mangiare o abitare?
Perchè uno stipendio da 1300 euro ed un affitto di 600, magari già condiviso, non ti consente di sperare in un futuro.
E poi ci stupiamo se i nostri giovani se ne vanno all’estero? Ormai sono migliaia ogni anno e l’esodo non si arresta.
Anche Confindustria si sta accorgendo di quanto sia grave questa emergenza e del prezzo che sta pagando il Paese.
“Il nord e centro Italia ha un mercato immobiliare molto costoso, spesso non proporzionato ai salari medi. Questo crea
una difficoltà oggettiva per chi vuole trasferirsi in tali aree per ragioni di lavoro. I lavoratori pur volendo, non possono
permettersi di trasferirsi e ciò crea un immobilismo economico che tiene alta la disoccupazione strutturale.” Da Focus 4.
Confindustria auspica interventi di politica abitativa che si possano allineare meglio alle condizioni economiche locali.
Lasciatemi sfogare. Confindustria è molto brava a confezionare ricette utili, ma sempre quelle che riguardano qualcun altro.
L’unica questione che invece dovrebbe riportarla alle sue responsabilità, viene sottaciuta e non credo sia dimenticanza.
Non si parla della necessità inderogabile di aumentare i salari, che sono tra i più bassi d’Europa. Uguali negli ultimi 30 anni.
I nostri imprenditori hanno scoperto la “povertà abitativa”, ma fanno finta di non vedere il “lavoro povero”. Ops, una svista..
Ribadisco l’importanza della questione salariale. Chiunque comprende quanto sia essenziale, tranne i padroni, ovviamente.
Lo hanno ben presente la Generazione Z e i Millennials. Rappresentano il nostro presente e quello che sarà il nostro futuro.
Il giovane oggi non è più disposto ad accettare qualsiasi condizione di lavoro. E’ diverso da come eravamo noi Boomer.
Il sacrificio richiesto è elevato, nonostante i salari siano insufficienti. In più, vengono compromessi gli altri tempi di vita.
Il giovane oggi, pone una questione che ritengo epocale e con la quale il mondo del lavoro dovrà da subito fare i conti.
Non sono poche le aziende che cercano personale. il giovane che si presenta, chiede se lì si lavora anche in smart working.
Apparentemente un capriccio, forse per qualcuno potrà anche esserlo, ma certamente un bisogno molto sentito e motivato.
La possibilità di organizzarsi con orari non rigidi, certamente favorisce la gestione della famiglia ed anche delle amicizie.
Inoltre il nostro è un Paese che sta invecchiando e lo smart working può favorire la cura di genitori o parenti anziani.
In Europa siamo il fanalino di coda. Preceduti da Grecia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Portogallo.
Ma neppure il resto d’Europa brilla. Attualmente sono il 17% i lavoratori che lavorano a distanza. il 10% occasionalmente.
Va diversamente in altre parti del mondo, dove lo smart working viene incoraggiato. In Giappone per ridurre gli spazi d’ufficio.
In Brasile, per ridurre i tempi di spostamento dove le distanze sono enormi. In USA, già il 37% dei lavoratori opera da casa.
Premesso che il fenomeno “salari bassi e affitti cari” è diffuso in tutto il centronord, parlerò meglio di Milano, come esempio.
Milano è la città con gli affitti più cari d’Italia. La quarta città più cara d’Europa. Molti la sognano, ma sta diventando surreale.
Insegnanti, infermieri, autisti,impiegati, postini, sono alcune delle categorie più in sofferenza nel trovare casa a Milano.
Nell’ultimo anno ci sono state le dimissioni di 300 autisti ATM. Manca il 45% del personale ordinario del Tribunale di Milano.
La Polizia Locale continua a fare concorsi per carenza di personale, perchè molti neo assunti non trovano soluzioni abitative.
Alcuni studiosi sostengono, che Milano non è una città per lavoratori con stipendi sotto i 2mila euro netti mensili. No comment.
Per fermare la fuga dalla città dei lavoratori con redditi medio bassi, occorrono soluzioni nuove. Vediamo cosa bolle in pentola.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ha dovuto affrontare la questione senza reticenze, perchè tirato per il bavero della giacca.
Sala ammette che gli stipendi sono fermi, ma i prezzi delle case continuano a crescere. Tutto ciò non avviene solo a Milano.
La sua Giunta ha presentato un piano straordinario che prevede la realizzazione di 10mila alloggi ERS con canone ridotto.
Appartamenti che verranno affittati a 80 euro al metro quadro/anno. Ne verranno poi costruiti altri 8mila a prezzi maggiori.
Milano può contare su un patrimonio significativo di 60mila appartamenti popolari. Non sono pochi quelli sfitti e da sistemare.
Per tale motivo, il Comune ha sottoscritto un protocollo con la Fondazione Cariplo. Consentirà di rigenerare i quartieri ERP.
Sala ha voluto precisare che tale impegno sarà portato a conclusione non oltre il 2027, quando il suo mandato sarà scaduto.
Un plauso alla giunta Sala? Attendiamo l’esito del lavoro che la Procura sta svolgendo sugli abusi edilizi. Forse capiremo..
Trovo invece interessante quanto sta mettendo in campo ATM. Per favorire nuove assunzioni e contrastare le tante dimissioni.
La città sta vivendo da alcuni mesi una riduzione dei passaggi di autobus, tram e servizi filoviari. Manca personale viaggiante.
Attualmente le linee di servizio hanno subito una rimodulazione, 90 su 130. Il fabbisogno si aggira intorno ai 300/350 autisti.
Riconosco ad ATM il tentativo di voler trovare delle soluzioni, che possano contrastare il fenomeno dell’abbandono del lavoro.
L’ Azienda Trasporti Municipale (ATM) è sempre stata un vanto per la città di Milano. Oggi vive gravi difficoltà occupazionali.
Nella conferenza stampa del settembre 2024, il Direttore Generale Arrigo Giana ha voluto evidenziare il contesto complessivo.
“E’ determinante l’elemento della conciliazione della vita professionale con quella privata. Traspare nei nostri colloqui di lavoro”
La conciliazione vita-lavoro è ormai questione centrale. ATM ha deciso di tornare a l’appeal che aveva negli ultimi 30/40 anni.
Il Direttore Generale di ATM ha messo in campo 3 leve da utilizzare.
Aumentare gli stipendi dei conducenti.
Rivedere l’organizzazione dei turni.
Esercitare politiche attive per venire incontro al bisogno di casa a prezzi accessibili.
“ATM ha aperto un tavolo con le Organizzazioni Sindacali per aumentare gli stipendi e rivedere l’organizzazione dei turni.
Vanno resi più compatibili i tempi di vita e lavoro. Tutto ciò ridurrebbe anche le assenze dovute a permessi, malattie ed altro.
La struttura fissa dei turni viene da una storia vecchia. Serve un’organizzazione dei turni più vicina alle esigenze dei lavoratori”
“Per quanto riguarda la questione salari occorre la firma del nuovo Contratto Nazionale di Lavoro. Occorrono risorse fresche
adeguate al costante aumento del costo della vita”.
Per i neo assunti, ATM offre gratuitamente il corso per la patente abilitativa alla guida professionale. Costa 1600 euro.
Sempre per loro, ha aperto un bando per offrire un contributo di 3mila euro lordi per supportare le prime spese d’affitto.
Sul fronte casa, ATM ha siglato un accordo con ALER Milano che indicherà 30 alloggi destinati al personale viaggiante.
Entro la fine dell’anno, vi sarà un bando per arruolare ” uno sviluppatore immobiliare” interessato ad un progetto importante.
Trasformare l’attuale deposito in disuso “Zara Stelvio” in una residenza da 150 alloggi. Una parte destinata ai neo assunti ATM.
E’ una strada che sarà seguita anche con altri immobili. In tutto ciò, il ruolo della storica Fondazione ATM sarà determinante.
Riconosco ad ATM uno sforzo di ricerca che ritengo vada nella direzione giusta. Potrebbe diventare un esempio da seguire.
Attendo che le buone intenzioni, le promesse ed i progetti diventino realtà.