Tratto da OttolinaTV
¡ Desaparecinema !
Ep. 22 (prima parte)
Il 17 dicembre 2019 sono stati trent’anni dalla morte del regista romano: una data passata nella generale indifferenza. Salce era come Luigi Magni, un cane sciolto, critico feroce delle storture della società soprattutto da sinistra, cui abbiamo dato un megafono diverse puntate fa. E infatti gli strali peggiori, come vedremo, arrivavano proprio da quella parte, attraverso l’Unità. Neppure in occasione del centenario della nascita, Il 25 settembre 1922, è stato omaggiato come sarebbe stato dovuto. Così ne parla la rivista Quinlan: “Salce è stato un cineasta colto, raffinato, sublime bacchettatore del (mal)costume italiano, amante del paradosso e del grottesco, fautore di un eterno ribaltamento della prassi, delle abitudini canoniche, dell’ovvio. Non si può non cogliere la persistente volontà di mettere alla berlina il sistema nel suo complesso, senza apparentamenti ideologici manichei”. Salce era l’intellettuale di cui ci sarebbe bisogno oggi, un bisogno fottuto. Oggi che l’equazione “Intellighenzia” – “Intelligence” al potere non serve nemmeno più: scrittori, giornalisti, registi, sceneggiatori non aspettano nemmeno più l’obolo del padrone yankee per omaggiarlo acriticamente. Oggi si umiliano da soli, gratis.