Mentre gli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria stringevano le manette ai polsi di Rocco Filippone e notificavano nuove accuse a Giuseppe Graviano, altri colleghi si presentavano a casa di altri dieci soggetti con un mandato di perquisizione.
Uno di questi mandati ha suscitato lo sdegno di una certa antimafia, gli agenti hanno perquisito l’abitazione dell’ex numero due del Sisde, Bruno Contrada, martire beatificato in vita dalla fronda antigiudici.
Un altro è Giovanni Aiello, meglio noto come Faccia di mostro, ex agente della Squadra Mobile di Palermo, al centro di tanti misteri di Stato, indagato per aver indotto a mentire il capitano Spadaro Tracuzzi, condannato per i rapporti amichevoli con il clan Lo Giudice.
Gli inquirenti sospettano che Aiello abbia avuto in Calabria un ruolo nelle vicende stragiste, nei rapporti tra Cosa Nostra e ‘Ndrangheta e tra crimine organizzato e servizi deviati.
Cosa c’entra Bruno Contrada?
Un testimone, il cui nome è strettamente segreto, ha dichiarato di essere a conoscenza diretta di contatti tra l’ex dirigente del Sisde e Aiello.
«Ho un vago ricordo di circa 40 anni fa, sto parlando degli anni Settanta quando c’era un agente alla Squadra mobile e mi sembra di ricordare che rispondesse ai connotati di questo signor Aiello. Ma non ricordo neppure in che sezione fosse. Lo ricordo per i capelli lunghi. Ho chiesto anche ad alcuni vecchi marescialli. Ma non riesco a ricordarmelo», ha detto nei giorni scorsi Contrada.
Ma a quanto pare, la misteriosa “fonte dichiarativa” avrebbe raccontato altro. E adesso la Dda vuole vederci chiaro.
La perquisizione ha scatenato l’ira del legale di Contrada, Stefano Giordano, che ha minacciato azioni legali e richiesto un incontro con il Capo della Polizia per chiedere contezza dell’operato degli agenti.
I politici sono prontamente accorsi a sostegno di Contrada, Fabrizio Cicchitto ha presentato subito un’interrogazione parlamentare per sapere come mai si è disturbato un povero pensionato, alle quattro del mattino, per perquisirne l’abitazione.
Richiesta che violerebbe palesemente in segreto investigativo.
Attività investigative che, secondo il deputato non sono altro che una “vendetta e un tentativo di rivalsa a fronte della sentenza liberatoria rispetto alla persecuzione giudiziaria di cui è stato vittima anni fa”.
2 agosto 2017