Nei giorni scorsi ci ha lasciato un caro amico: Giulio Stocchi.
La gente lo ricorda, anche, per la toccante poesia recitata in piazza Duomo a Milano, davanti a oltre centomila persone, il 4 dicembre del 1975, “Il posto di lavoro non si tocca”.
Un poeta apprezzato dai lavoratori per la sua sensibilità verso gli sfruttati e gli oppressi tanto da avere un rapporto speciale con gli operai dell’Innocenti a cui dedicò quella poesia e per la sua amicizia con Andrea Montella, allora operaio, in quella fabbrica di automobili.
A lui dedichiamo una sua poesia.
Lo staff di iskrae.eu
Paura
Nelle vostre tane
dove state rinchiusi a fare dei conti
avete paura
sui vostri letti malati
con abbracci a pagamento
avete paura
nelle vostre chiese
dove mischiate i canti alle cambiali
avete paura
nelle vostre strade
che percorrete con automobili
avete paura
dentro i vostri palazzi
con luci di spine
avete paura
al tavolo di ristoranti
dove masticate carni maltolte
avete paura
paura è il vostro vestito
paura è il vostro paese
paura è la vostra compagna
Tutto in voi è paura
paura
paura
Voi camminate
e avete paura
vi annodate la cravatta
e avete paura
suonano alla porta
e avete paura
vi riconoscete nei vostri giornali
e avete paura
gridate di vittoria
e avete paura
chiamate il cameriere
e avete paura
Tutto in voi è paura
paura
paura
Avete bisogno di pastiglie
per dormire
perché avete paura
avete bisogno di guanti
per scrivere
perché avete paura
avete bisogno di dottori
per vivere
perché avete paura
Voi avete paura
Mangiate paura
Sudate paura
Comperate paura
Tutto in voi è paura
paura
paura
Possedete l’oro del mondo
Possedete le strade del mondo
Possedete gli schiavi del mondo
Ma avete paura
E voi uccidete
siete potenti
basta un vostro gesto
perché volino gli aerei
ed esplodano i villaggi
ma avete paura
avete grattacieli
in cui vi siete rinchiusi
ma avete paura
macchine che calcolano
ma avete paura
bottoni da schiacciare
ma avete paura
silenzi ovattati
ma avete paura
stanze di ordigni
ma avete paura
armi di guerra
e parole di pace
e un dio fatto a vostra immagine
e somiglianza
ma avete paura
La vostra distruzione
è paura
La vostra pace
è paura
Le vostre donne
sono paura
I vostri figli
sono paura
Tutto in voi è paura
paura
paura
E scatenate guerre
ma non si uccide il pensiero
Corrompete i capi
ma non si soffoca il mare
Comperate sui mercati del presente
ma sono fuggiti gli uccelli
Parlate nelle piazze
e neppure il vento vi ascolta
Siete soli
e avete paura
Scricchiolano le vostre belle impalcature
voi avete paura
le vostre belle leggende
voi avete paura
le vostre favole di carità
voi avete paura
le vostre cerimonie
voi avete paura
le vostre scuole
voi avete paura
Tutto in voi è paura
paura
paura
E crolleranno le vostre cattedrali
dove ci insegnaste a pregare
perché tutto restasse com’è
Crolleranno le vostre città
dove ci trascinammo in cerca di immondizie
Crolleranno le vostre prigioni
dove soffocaste i migliori di noi
Voi parlate
e noi vi guardiamo
Voi vi muovete
e noi vi guardiamo
Voi minacciate
e noi vi guardiamo
E le nostre mani si armano
non avete scampo
Le nostre bandiere vi accecano
non avete scampo
Il nostro esercito si è mosso
non avete scampo
I vostri aerei precipitano
non avete scampo
I vostri soldati mordono la terra
non avete scampo
Le vostre fabbriche si fermano
non avete scampo
I vostri figli vi odiano
non avete scampo
E non esisteranno mattoni
perché vi possiate costruire una casa
Non esisteranno strade
perché possiate fuggire
Non esisteranno parole
perché vi possiate difendere
E voi avete paura
Tutto in voi è paura
paura
paura
Guilio Stocchi