di Domenico Marino *
<<Crisi è quel momento in cui il vecchio muore ed il nuovo stenta a nascere.>> (A. Gramsci)
Esattamente 93 anni fa nasceva, su spinta del Comintern quindi su basi internazionaliste (Terza internazionale), il Partito Comunista d’Italia di Gramsci, Togliatti, Bordiga. Il partito seguendo le indicazioni dell’Internazionale Comunista si articolò su dieci punti fondamentali, gran parte dei quali sono tutt’oggi attuali:
– Nell’attuale regime capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all’antitesi di interessi ed alla lotta di classe tra il proletariato e la borghesia dominante.
– Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che, fondato sul sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l’organo per la difesa degli interessi della classe capitalistica.
– Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione da cui deriva il suo sfruttamento, senza l’abbattimento violento del potere borghese.
– L’organo indispensabile della lotta rivoluzionaria del proletariato è il partito politico di classe. Il Partito Comunista, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi delle masse lavoratrici, volgendosi dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali di azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato.
– La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema capitalistico che produssero l’imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione del capitalismo in cui la lotta di classe non può che risolversi in conflitto armato fra le masse lavoratrici ed il potere degli Stati borghesi.
– Dopo l’abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe dominante che con la distruzione dell’apparato sociale borghese e con la instaurazione della propria dittatura, ossia basando le rappresentanze elettive dello Stato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto politico la classe borghese.
– La forma di rappresentanza politica dello Stato proletario è il sistema dei consigli dei lavoratori (operai e contadini), già in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione proletaria mondiale e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.
– La necessaria difesa dello Stato proletario contro tutti i tentativi contro-rivoluzionari può essere assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura proletaria ogni mezzo di agitazione e di propaganda politica, e con la organizzazione armata del proletariato per respingere gli attacchi interni ed esterni.
– Solo lo Stato proletario potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive misure di intervento nei rapporti dell’economia sociale con le quali si effettuerà la sostituzione del sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione.
– Per effetto di questa trasformazione economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte le attività della vita sociale, eliminandosi la divisione della società in classi andrà anche eliminandosi la necessità dello Stato politico, il cui ingranaggio si ridurrà progressivamente a quello della razionale amministrazione delle attività umane.
(Pochi giorni dopo inizia a circolare la cosiddetta Circolare Marabini-Graziadei)
Questo fine settimana, in memoria di quella data importantissima per il movimento comunista italiano, è stata posta la prima pietra di un organizzazione (Partito Comunista) che si riallaccia a quel passato glorioso; con i piedi ben piantati nel presente e gli occhi che guardano scintillanti al futuro. Finalmente dopo il tradimento della Bolognina, in Italia ri-sventoleranno orgogliose le bandiere del Partito Comunista, che come nel 1921 nasce su basi di classe e internazionaliste. Non è più tempo di stare a guardare la rovina comune delle classi in lotta, è tempo di abolirle; è tempo di abolire lo stato di cose presenti. Uniti nella lotta.
Saluti comunisti
* segretario del Circolo Enrico Berlinguer del Partito Comunista di Pisa