Sarà forse una casualità che, a distanza di un giorno dalle notizie sul via libera concesso alla junta golpista di Kiev da Washington, Londra e Parigi all’impiego di missili occidentali a lungo raggio contro il territorio russo, fatto sta che oggi Putin ha firmato il nuovo decreto sulla deterrenza nucleare russa.
In sostituzione della precedente delibera del 2 giugno 2020 sulla deterrenza nucleare russa, Vladimir Putin ha firmato oggi il nuovo decreto sul “perfezionamento della dottrina statale russa di deterrenza nucleare”.
In estrema sintesi, così come riportato da Komsomol’skaja Pravda, il decreto che entra immediatamente in vigore al momento della firma presidenziale, allo scopo principale di prevenire le aggressioni contro la Russia e i suoi alleati, considera l’arma nucleare quale mezzo di estrema necessità. Inoltre, la politica di deterrenza nucleare riveste per Mosca natura esclusivamente difensiva ed è tesa a garantire la sovranità e l’integrità territoriale russa e prevenire l’escalation di conflitti militari.
In base al nuovo decreto, la Russia si riserva il diritto all’impiego dell’arma nucleare in risposta a: uso di armi nucleari o altre armi di distruzione di massa contro la Russia o i suoi alleati; qualsiasi atto di aggressione con armi convenzionali che ne minacci la sovranità o l’integrità territoriale.
I principi della deterrenza nucleare prevedono:
permanente assetto (di combattimento); direzione centralizzata; flessibilità di adattamento alle minacce esterne; imprevedibilità, per il potenziale avversario, quanto a entità e tempi di possibile impiego.
Per quanto riguarda le principali minacce, queste sono viste nel caso che:
i potenziali nemici dispongono di armi di distruzione di massa o di armi non nucleari ad alta precisione; vengano dispiegate infrastrutture militari e truppe nelle vicinanze dei confini russi; si dia vita a nuovi blocchi militari o all’espansione di quelli esistenti; abbiano luogo azioni che minaccino la sicurezza ambientale o sociale russa.
A proposito dei rispettivi ruoli della dirigenza:
spetta al Presidente la decisione sul ricorso alle armi nucleari; in questo ambito, il governo è responsabile della politica economica ed estera del paese; spetta invece al Consiglio di sicurezza determinare le principali direttrici della politica militare.
Sul piano operativo:
la deterrenza nucleare opera in permanenza, sia in tempo di pace che in periodi di minaccia o conflitto militare, fino all’inizio dell’impiego dell’arma nucleare; la Russia sottolinea comunque il proprio desiderio di ridurre i rischi nucleari e prevenire l’inasprirsi dei rapporti inter-statali che potrebbero condurre a conflitti nucleari.
In tal modo, commenta Komsomol’skaja Pravda, Mosca considera l’arma nucleare uno strumento di garanzia difensiva, da impiegarsi solo in condizioni di estrema necessità. Al tempo stesso, alla base della politica russa rimane la condizione secondo cui l’arma nucleare possa essere impiegata anche contro Paesi che dispongono di missili non nucleari ad alta precisione. In altre parole, il Cremlino ricorda una volta di più a Washington e a Kiev che il lancio di missili americani contro i “vecchi” territori russi potrebbe portare anche a un attacco atomico e, soprattutto, gli USA verranno considerati quale partecipanti alle operazioni belliche allo stesso grado delle forze ucraine.
19 Novembre 2024