di MOWA
«Datemi il denaro che è stato speso nelle guerre e vestirò ogni uomo, donna, e bambino con un abbigliamento dei quali re e regine saranno orgogliosi. Costruirò una scuola in ogni valle sull’intera terra. Incoronerò ogni pendio con un posto di adorazione consacrato alla pace.» (Charles Summer)
Tutte le persone oneste dovrebbero ascoltare quanto affermato nel video sottostante, datato 24 aprile 2015, dal consigliere politico del Dipartimento di Stato, George Friedman, fondatore del think tank Stratfor, intervenendo al Chicago Council on Global Affairs pianificando le strategie degli interessi degli USA:
«Cosa fai se sei un ucraino? Per te è essenziale stare in contatto con l’unica nazione che possa aiutarti cioè gli USA. La scorsa settimana… dieci giorni fa, il Generale Hodges, comandante dell’esercito statunitense in Europa, ha visitato l’Ucraina e ha annunciato che gli addestratori americani vi si recheranno ufficialmente; non più ufficiosamente come ora… [Hodges] ha appuntato delle medaglie ai soldati ucraini il che – secondo il protocollo militare non è consentito – …ma lo ha fatto… dimostrando che quello è “il suo” esercito si è poi spostato nei Paesi del Baltico per informarli che gli USA avrebbero schierato blindati, artiglieria nonché altro materiale bellico in Polonia, Romania e Bulgaria. Una cosa interessante assai. Dunque gli USA ieri hanno annunciato che invieranno armi…Stasera ovviamente lo hanno negato, eppure lo stanno facendo… le armi partiranno…in tutto ciò gli USA hanno agito al di fuori del contesto della NATO perché la NATO richiederebbe un voto del 100% [dei suoi membri] cosicchè un solo Paese può mettere il veto su qualunque decisione… La Turchia (tanto per dirne una)…il punto è che gli USA sono preparati a creare un ‘cordone sanitario’ attorno alla Russia… i russi lo sanno… i russi ritengono che gli Stati Uniti vogliono spaccare la Federazione Russa. Io penso che – per dirla con Pete Lawrie – «non è che vogliamo ucciderti, vogliamo solo farti un pochino del male». A ogni modo, siamo tornati ai vecchi tempi… e se lo chiedete ad un polacco, ad un ungherese o a un romeno, loro vivono in un universo del tutto diverso rispetto a un tedesco e ancor più diverso rispetto a uno spagnolo… dunque non vi è alcuna comunione di interessi in Europa… Ma se io fossi un ucraino, farei esattamente come fanno loro…cercherei di coinvolgere gli americani. Nessuna nazione rimane pacifica troppo a lungo, nemmeno gli USA. Noi ci troviamo costantemente delle guerre, vero? L’Europa… beh, io credo che non ritornerà agli anni trenta, ma tornerà all’umanità… avranno le loro guerre, le loro paci, avranno perdite di vite umane… magari non si conteranno centinaia di milioni di vittime, ma il fatto che l’Europa si ritenga eccezionale, penso sia la prima cosa che colpisce…ci saranno conflitti… ci sono già stati conflitti, in Jugoslavia ad esempio, e ora c’è di sicuro un conflitto in Ucraina…per quanto riguarda la relazione con gli USA… noi non abbiamo più una relazione con l’Europa…semmai abbiamo una relazione con la Romania, con la Francia e via dicendo… ma non c’è alcuna Europa… con cui si possa avere una relazione…[…] Abbiamo ben altri interessi all’esteroil principale interesse per gli USA, per via del quale abbiamo combattuto le guerre, Prime e Seconda [Guerra Mondiale] e Fredda, consiste nella relazione fra Germania e Russia; perché se si uniscono sono l’unica potenza che possa minacciarci… e [il principale interesse è] essere sicuri che ciò non succeda… gli USA hanno un interesse fondamentale… ora controllano tutti gli oceani del mondo. Nessuna potenza si è mai nemmeno avvicinata a farlo… noi possiamo invadere dei popoli ma non essere invasi… è una cosa bellissima. Tenere saldo il controllo dei mari e dello spazio è la base della nostra potenza. La linea politica che raccomanderei è quella adottata da Ronald Reagan nei confronti di Iran ed Iraq: finanziò entrambi gli schieramentifacendo sì che si combattessero fra di loro e non combattessero contro di noi. Era una cosa cinica e certamente non morale, ma ha funzionato… e questo è il punto.»
E, ancora:
«USA non possono invadere l’Eurasia. Non appena il primo soldato mette il suo stivale sul terreno, scatta la superiorità numerica: noi siamo totalmente in inferiorità numerica. Possiamo anche sconfiggere un esercito ma non occupare l’Iraq. L’idea che 130 mila uomini possano occupare un Paese di 25 milioni beh, il rapporto fra la polizia di NY e il numero dei cittadini è maggiore di quello dello schieramento in Iraq… non abbiamo la possibilità di prendercela con loro, ma abbiamo la capacità di dare appoggio a numerose potenze rivali affinché si scontrino fra di loro: appoggio politico, appoggio economico, appoggio militare, consulenti… e in extremis possiamo fare ciò che abbiamo fatto in Giappone, in Vietnam, in Iraq ed in Afghanistan: attacchi che invalidano. L’attacco che invalida no ha l’obiettivo di sgominare il nemico, ha lo scopo di destabilizzarlo. È quanto abbiamo fatto in ognuna di quelle guerre. […] poiché siamo giovani e stupidi, è che una volta che li abbiamo destabilizzati, invece di dire ‘ottimo lavoro’ e tornare a casa, ci siamo detti: ‘beh, è stato facile. Perché non ci costruiamo una bella democrazia? Quella è stato il momento in cui ha fatto il suo ingresso la stupidità. Dunque la risposta è: gli USA non possono intervenire costantemente in tutta l’Eurasia, devono intervenire selettivamente. E solo come extrema ratio. Non può mica essere che inviare l’esercito americano sia la prima mossa. Quando inviamo i soldati americani dobbiamo intendere pienamente in cosa consti la nostra missione, limitarci ad essa e non consentire che prendano piede fantasie psicotiche di nessun tipo. Per fortuna questa cosa, stavolta, l’abbiamo imparata.»
Ancora:
«Ma io penso che lei che mi ha posto la domanda abbia pienamente ragione: in quanto Impero, non possiamo comportarci così. La Gran Bretagna non ha occupato l’India, ma ha individuato una serie di Stati indiani e li ha istigati l’un contro l’altro e ha inquadrato degli ufficiali britannici in un esercito indiano. I Romani non inviarono enormi eserciti, ma piazzarono dei re… crearono parecchi re che si assoggettavano all’imperatore, e questi re erano responsabili del mantenimento della pace… come, ad esempio, Ponzio Pilato. Gli imperi che sono controllati in modo diretto, imperi come quello nazista, crollano.[…] nooi dobbiamo ancora ammettere concretamente che abbiamo un impero. Dunque non siamo ancora giunti al punto in cui non pensiamo che possiamo rincasare e che il lavoro sia già fatto, perciò siamo solo nella prima fase… La questione sul tavolo per i russi è: “Si creerà una zona cuscinetto, una zona neutra? O l’Occidente penetrerà così in profondità nell’Ucraina che si troverà a 100 km da Stalingrado e a meno di 500 km da Mosca?” Per la Russia la situazione ucraina è una minaccia alla sua stessa esistenza, e i russi non possono lasciar fare. Per gli USA, nel caso che la Russia si impadronisca dell’Ucraina, il punto è: ‘Si fermeranno lì?’ Dunque non è un caso che il Generale Hodges… parli di pre-posizionamento di truppe in Romania, Bulgaria e Polonia e nei Paesi Baltici. Si tratta della [Federatio] intermarium, del Mar Nero fino al Baltico, sognata da Pilsudski… Questa è… questa è la soluzione per gli USA. Il tema per il quale non abbiamo la risposta è: che cosa farà la Germania? La vera incognita in Europa è rappresentata dal fatto che mentre gli USA costruiscono il loro cordone sanitario, non in Ucraina ma ad Ovest [di essa], e mentre i russi cercano di escogitare un modo per far leva sugli ucraini, noi non conosciamo la posizione della Germania. La Germania si trova in una posizione del tutto particolare. Il suo ex Cancelliere, Gerhard Schroeder, fa parte del Consiglio di Amministrazione della Gazprom e in Germania hanno una relazione molto complessa con i russi. Gli stessi tedeschi non sanno che pesci pigliare. Devono esportare, i russi possono comprare le loro esportazioni. D’altro canto, se perdono la zona di libero scambio devono pur inventarsi qualcosa di diverso. Per gli USA la paura più forte è la data del capitale russo dalla tecnologia russa, la tecologia tedesca ed il capitale tedesco, assieme alle risorse naturali russe e la manodopera russa, rappresentano l’unica combinazione che da secoli spaventa gli USA. Coma andrà a finire? Gli USA hanno già messo le carte in tavola: si tratta del “corridoio” dal Baltico al Mar Nero… Per quanto riguarda i russi, le loro carte sono da sempre sul tavolo: come minimo devono avere un’Ucraina neutrale, certo non un’Ucraina filo-occidentale. La Bielorussia è un’altra storia. Dunque, chi è in grado di dire cosa faranno i tedeschi è in grado di prevedere come saranno i prossimi 20 anni di storia. Tuttavia, purtroppo, i tedesci non hanno ancora preso una decisione, e questo è da sempre, il problema della Germania: avere un’economia molto potente, una geopolitica molto fragile e non sapere mai quanto occorra per riconciliarle entrambe. Fin dal 1871, questo è stato il problema tedesco. Pensate attentamente a questo problema, perché si sta ripresentando ora. È questo il prossimo problema che dobbiamo sistemare.»
Affermazioni che si sono concretizzate, in modo particolare, negli ultimi giorni di quest’anno e, bellamente qualcuno (politici, giornalisti tv – stampa) continua a negare che vi fosse un “protocollo” d’intenti ben studiato dall’apparato statunitense. Il consigliere politico del Dipartimento di Stato, George Friedman, con estremo cinismo, parla di aver messo in conto vittime umane e di aver inviato, nonostante i divieti, “addestratori americani vi si recheranno ufficialmente; non più ufficiosamente…” e di aver [il Generale Hodges] “appuntato delle medaglie ai soldati ucraini il che – secondo il protocollo militare non è consentito – …ma lo ha fatto”.
Ma c’è di peggio nel suo discorso ed è il fatto che confermi le intenzioni degli USA di smantellare la Federazione Russa utilizzando la tecnica fascista dell’armiamoci e partite; in questo caso, testa d’ariete, sarebbe l’Ucraina. Azioni, tra l’altro, per sua stessa ammissione, compiute in altri Stati che hanno mietuto vittime innocenti e a cui i “pacifinti” non hanno dato il giusto risalto internazionale.
Complice di questa alzata di scudi a favore dell’uno – gli ucraini – contro gli altri – i russi – è la vergognosa stampa occidentale come quella italiana che indossa l’elmetto e arriva a “zittire” il giurista Ugo Mattei, in collegamento dagli USA, che stava spiegando delle migliaia di mercenari inviati in Ucraina dall’Occidente (53′ 50” circa) e negati dai presenti in studio, come accaduto nella trasmissione “DiMartedì”, del 15 marzo 2022… di la7 e, anzi, si preferiva dare la parola allo statunitense golpista (vedi Cile…) Edward Luttwak.
Le menzogne sostenute da quei “giornalisti” che usano le veline della NATO per dare informazioni rasentano il patetico se non, addirittura, il patologico perché riescono a negare l’evidenza della documentazione ufficiale che, fortunatamente, gira nelle pagine del web come, anche, riportato più sopra e non si rendono conto di diventare correi di una molteplicità di reati la cui memoria riemergerà in momenti di calma con tutta la virulenza storica e, financo, giuridica.
I tribunali internazionali dovranno perseguire le responsabilità non solo di chi ha provocato la guerra ma, anche, di chi scientemente l’ha fomentata, compresi giornalisti, politici… che non potranno chiamarsi fuori, infatti le vittime sono state ingannate da una propaganda cialtrona che ha preferito guardare più al business con la guerra che salvaguardare la vita di milioni di persone qualora scoppiasse il peggio e chissà se saremo, ancora, nella condizione di raccontarlo alle nuove generazioni.
Un “tessuto” giornalistico, per fortuna non monolitico, che soffre gli alti e i bassi del potere e che si ricorda dei colleghi/e morti/e nelle zone ostili solo se avvenuto in alcune località ma soffre di oblio quando si parla ad esempio, di Julian Assange incarcerato ingiustamente per aver svelato al mondo le atrocità messe in atto da quell’élite che, ora, passa le veline ed indottrina le comunicazioni.