di MOWA
«Uno uomo, che voglia fare in tutte le parti professione di buono, conviene rovini infra tanti che non sono buoni. Onde è necessario a uno principe, volendosi mantenere, imparare a potere essere non buono, et usarlo e non usare secondo la necessità.» (Il Principe, Niccolò Machiavelli)
I lavoratori di questo paese dovrebbero chiedersi perché diverse forze reazionarie siano riuscite ad appropriarsi del loro futuro, distruggendo quella speranza di vita migliore, egualitarismo e distribuzione della ricchezza prodotta che, alle porte degli anni ’80-’90, anche grazie al P.C.I. e al suo segretario Enrico Berlinguer, sembrava un destino, ormai, raggiungibile. Invece vi è stato un brusco (?) risveglio, e quello che, ora sappiamo, era solo un sogno, si è infranto.
Il mondo del lavoro di oggi, non ha la lucidità di valutare, con vera attenzione, quelle forze reazionarie che non hanno mai mollato la presa e hanno operato, costantemente, per la conservazione del proprio potere nonostante le speranze che avevano accompagnato la fine della Seconda Guerra Mondiale e la Liberazione dalla dittatura nazifascista.
Perché, come diceva lucidamente nel discorso all’Assemblea generale dell’ONU, il 4 dicembre 1972, Salvador Allende, prima che scoppiasse il colpo di Stato in Cile, parlando di reazionari, :
«L’aggressione delle grandi imprese capitaliste pretende di impedire l’emancipazione delle classi popolari e rappresenta un attacco diretto contro gli interessi economici dei lavoratori…».
Perché in Cile, (ma questo valeva per moltissimi altri paesi, Italia compresa) sosteneva Allende nel suo discorso all’ONU :
«La vecchia struttura basata sullo sfruttamento dei lavoratori e sul dominio dei principali mezzi di produzione da parte di una minoranza, viene progressivamente superata in modo programmato e coerente. Nel corso di questo processo sorge così una nuova struttura, diretta dai lavoratori e che, posta al servizio degli interessi della maggioranza, sta creando le basi di una crescita che implica un autentico sviluppo, coinvolge tutti gli abitanti e non emargina vasti settori della popolazione nella miseria e nell’abbandono sociale…»
I lavoratori stavano:
«…allontanando i settori privilegiati dal potere politico ed economico, sia nei centri di lavoro che nei comuni e nello Stato. Questo è il contenuto della rivoluzione che il mio paese sta vivendo, per superare il sistema capitalista, e aprire la via al socialismo.»
Concludendo nell’unica ovvia lettura :
«Ancora una volta, l’azione solidale internazionale dei lavoratori dovrà affrontare un nemico comune: l’imperialismo.»
Ma cosa successe negli anni tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni ’90 che impedì, in molti paesi, che quelle speranze di cambiamento radicale a favore dei lavoratori contro quell’avido sistema élitario si realizzassero?
Negli anni ’70, in particolar modo e sistematicamente, si verificarono situazioni come quelle già vissute nei primi anni del ‘900 quando venne usato un Benito Mussolini, dipinto da Elsa Morante come: “uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo“, per commettere azioni terroristiche desiderate dalle multinazionali (e gestite dalle varie agenzie spionistiche), anche fuori dalle frontiere dei vari Paesi, in collusione con gruppi fascisti interni per disorientare il mondo del lavoro e installare/instillare il germe della radicalizzazione del conflitto sociale al fine di allontanare i settori più moderati che, sino ad allora, avevano visto di buon grado le contestazioni per un progresso collettivo. Un imperialismo che si avvalse (nel secolo scorso) – e si avvale ancor oggi – di intellettuali, filosofi… che preferiscono appoggiare e giustificare, attraverso la predicazione di una filosofia discriminatoria…. i dittatori alla gente comune pur di mantenersi in sella al potere.
Negli anni, nei diversi Paesi, al soldo dei massocapitalisti, hanno operato agenzie spionistiche che formarono strutture militari segrete sconosciute anche ai vari organi statali come Stay-behind (Gladio)[1] [2], l’Anello [3], ecc. con lo scopo di creare instabilità anche attraverso l’assassinio di chi denunciava queste situazioni (tre esempi per tutti: gli omicidi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Giovanni Falcone, Aldo Moro), e compiuto stragi in piazze e stazioni… per condurre i paesi verso quella destabilizzazione e sudditanza cultural-strutturale, con l’eliminazione, anche, fisica di chi aveva buoni indizi contro costoro come avvenne con Mauro de Mauro, Mauro Rostagno… o attraverso l’incarcerarare di quei giornalisti, come Julian Assange, che hanno rivelato le atrocità dietro le menzogne del mainstream generale.
Quella stessa Stay-behind (Gladio) che, in Italia, dissero, falsamente, fosse stata sciolta negli anni ’90 ma che, grazie ad approfondimenti giornalistici, abbiamo scoperto ancora esistente e operativa con tutta la sua equivocità [4], e che, sicuramente, occupa alcuni posti importanti nei diversi Paesi . La domanda che ci si deve porre, oggi, viste le scoperte emerse con le varie inchieste è quale sia stato e sia ancora il ruolo dei suoi appartenenti, un esempio, fra tutti, giusto per capire è quel Jean-Claude Juncker che presiedette, addirittura la U.E. [5] avendo il potere di indirizzare il destino politico/economico di tutti gli Stati che la componevano…[6]
Note
[1] https://ilmanifesto.it/inzerilli-ex-capo-gladio-i-segreti-sono-alla-nato
[2] https://youtu.be/RMO8VTsPRZI
[3] http://www.iskrae.eu/due-libri-utili-per-capire/
[4] https://www.tpi.it/politica/gladio-seconda-vita-dopo-1990-documenti-esclusivi-20230331997126/
[5] https://www.voltairenet.org/article179486.html
[6] http://www.iskrae.eu/ancora-jean-claude-juncker-della-rete-di-spionaggio-gladio/
Foto di MOWA