Quando si parla e si scrive di “ritorno all’indietro” nel mondo del lavoro e nel campo dei diritti dei lavoratori non ci si muove per sentito dire o per un pessimismo da “gufi”.
Questa notizia, che viene da Modena cuore di quella che fu l’Emilia Rossa (“Ceti medi ed Emilia Rossa”: una delle più acute analisi togliattiane) , una regione dove ancora oggi il PD trae il massimo sostentamento in termini di influenza politica e voti, rappresenta la testimonianza tangibile e concreta, vissuta sulla pelle dalle lavoratrici e dai lavoratori nel disprezzo dei loro diritti e della loro dignità.
Sembra di ripiombare in pieno ‘800, quando ai primi scioperi i padroni delle ferriere chiamavano i crumiri per sostituire gli scioperanti: crumiri che erano reclutati tra i disoccupati e portati in blocco sul luogo dello sciopero.
Il classico meccanismo dell’esercito di riserva che si punta sempre a rinnovare nella logica dello sfruttamento indiscriminato.
Stiamo tornando a quel punto, con la differenza che al tempo le organizzazione operaie si stavano costruendo, oggi invece si stanno pericolosamente sfaldando sia sul piano sindacale sia su quello politico.
L’esempio di Modena è lampante: CGIL, CISL, UIL si prendono il tempo di “valutare la possibilità di una denuncia” invece di proclamare subito lo sciopero generale almeno per tutta la Provincia.
FRANCO ASTENGO
29 dicembre 2016
foto tratta da Pixabay