Rimane l’amaro in bocca sapere che un componente della Guardia di Finanza sia implicato in una così brutta vicenda.
Tanto più, che siamo abituati a vedere queste persone (della GDF) andare, rischiando spesso la vita, a sequestrare, confiscare, ecc. i beni di criminali che siano essi mafiosi dichiarati o semplici imprenditori.
Non possiamo, e non si deve, condannare una struttura che, sicuramente, non né ha colpa ma se si fosse dato più ascolto alla voce di molte organizzazioni che si richiamano alla giustizia sociale e all’eguaglianza delle persone forse, questo non sarebbe successo…
Perché, il dato sociologico prevede che l’evasione fiscale rimane una pratica molto, troppo, concreta nel nostro Paese che penalizza alla fame una fetta consistente della popolazione favorendo la cultura individualistica dell’arraggiansi dove la criminalità attinge i suoi “agenti”.
MOWA
Finanziere affiliato al clan e uomo del boss
Partecipò ad agguato contro esponente di spicco clan rivale
C’era pure un finanziere dei cosiddetti “Baschi Verdi” di Napoli nel “gruppo di fuoco” che prese parte all’agguato organizzato dal clan della Vinella Grassi di Scampia, a Napoli, per uccidere Giovanni Esposito, esponente di rilievo dell’organizzazione nemica degli Abbinante.
Secondo gli inquirenti il militare avrebbe avuto un ruolo “di vero e proprio affiliato al clan, a disposizione di Antonio Mennetta, capo della Vinella Grassi e artefice della faida del 2012”. La circostanza emerge dalle indagini di GdF, Sco e Squadra Mobile di Napoli, che oggi hanno portato all’arresto di 27 persone (23 in carcere e 4 ai domiciliari) ritenute appartenenti al clan napoletani della Vinella Grassi e Di Lauro.
Il militare aveva anche l’incarico di recuperare le armi di cui clan della Vinella Grassi, in guerra, aveva sempre più bisogno. Inoltre era in un gruppo, insieme con un altro ‘Basco Verde’, che gestiva l’acquisto, il trasporto e la vendita della droga per conto della Vinella Grassi e dei Di Lauro.
06 giugno 2017