1. In questa foto tratta dal sito ufficiale del Ministero della Difesa italiano si vede (in maniche di camicia) il Ministro della Difesa Antonio Martino, “accompagnato per l’occasione dal Capo della Segreteria Particolare, Dott. Giuseppe MOLES, e dal Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze, Tenente Generale Filiberto CECCHI. Martino ha partecipato, insieme al Contingente militare italiano a CAMP MITTICA, alle cerimonie in ricordo delle vittime del tragico attentato del 12 novembre 2003”.
Nell’ambito delle cerimonie di commemorazione, sostiene il sito ufficiale del Ministero della Difesa, “il Ministro Martino ha deposto una corona di alloro al monumento dei Caduti, presente anche il Governatore della Provincia di DHI QAR, Sabri RUMAYAD”.
Quello che il sito non dice è che Antonio Martino – è bene ricordarlo – era stato uno dei principali responsabili dell’attacco illegale, illegittimo e pretestuoso degli Usa all’Iraq, e per di più era stato – insieme a Berlusconi – l’autore della sciagurata partecipazione italiana a quell’attacco, violando la Costituzione e dimostrandosi, con tutto il suo governo, un ministro molto servizievole.
Basta scorrere velocemente il suo curriculum per ricostruire “l’indipendenza” e la “autorevolezza” del personaggio. Laureato in legge a Messina nel 1964, andò a studiare a Chicago, come la maggior parte dei banchieri italiani. Là Martino ebbe come maestro ed amico Milton Friedman, economista teorico dei bassi salari e della supremazia del capitale finanziario, ispiratore della Thatcher, amico di Napolitano e di Kissinger. Tornato in Italia, Martino insegnò Storia e politica monetaria alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma La Sapienza, e poi Economia politica alla LUISS di Roma (l’Università dei padroni finanziata dallo Stato), di cui fu preside dal 1992 al 1994. Contemporaneamente fu tra i fondatori di Forza Italia, di cui aveva la tessera n. 2 (la tessera n. 1 era quella del Piduista Berlusconi). Presentatosi alle elezioni, venne eletto deputato nel Collegio Sicilia 2.
Ministro degli affari esteri nel primo Governo Berlusconi dal maggio 1994 al gennaio 1995 [anche suo padre Gaetano, presente nei governi di Scelba e Segni, era stato ministro degli Esteri dal 1954 al 1957 e aveva lavorato per la stesura dei compiti della Alleanza Atlantica], divenne poi Ministro della Difesa nei governi Berlusconi II e Berlusconi III.
2. Nel 2003 Martino sostenne che l’Iraq aveva acquistato uranio dal Niger. Questa fakenews fu inclusa in un documento pubblicato dal numero 10 di Downing Street e intitolato “Iraq’s Weapons of Mass Destruction: The assessment of the British Government” (= Le armi irachene di distruzione di massa: la valutazione del Governo britannico). È quello che volevano gli americani per giustificare la nuova aggressione all’Iraq. Il presidente USA George W. Bush dichiarò: “The British government has learned that Saddam Hussein recently sought significant quantities of uranium from Africa” (= Il Governo britannico ha scoperto che Saddam Hussein ha ottenuto notevoli quantità di uranio dall’Africa). È il gioco delle tre carte: Martino, gli inglesi e Bush si rimpallano le notizie, e a forza di ripeterle qualcuno ci crede, per esempio l’ONU.
Nel 2004 fu il principale promotore dell’anticipo della “sospensione” della leva militare, che doveva essere abolita gradualmente a partire dal 2007. D’accordo con Mattarella e D’Alema, Napolitano e le destre, la leva obbligatoria venne abolita dal 1º gennaio 2005, dando il via ad un esercito di contractors che vanno a difendere i confini della patria in Afghanistan e in India, in Iraq o a Beirut, e dovunque vuole il padrone americano – mentre il nostro parlamento non sa né dove sono né cosa fanno.
Nel 2006 Martino venne rieletto alla Camera dei deputati nel collegio Sicilia 2 per Forza Italia, poi, nel 2008, fu riconfermato per il Popolo della Libertà, sempre nel collegio Sicilia 2. Nel 2013 si batté per il rilancio di Forza Italia, formazione nella quale lui, principale esponente dell’area liberale e liberista, stava al governo insieme a fascisti ed ex terroristi, mafiosi e delinquenti abituali. Nel 2015 Berlusconi dopo un accordo con Angelino Alfano lo propose come candidato di bandiera; poi venne eletto Sergio Mattarella, un signore che non aveva letto bene la Costituzione, tanto è vero che poi evitò di mandare di fronte al Parlamento il governo Conte, sostituendolo, cosa davvero originale, con il banchiere Draghi, rappresentante dei poteri forti e dello strapotere del capitale finanziario internazionale, che usurpa la sovranità nazionale degli Stati e li ricatta affamando i popoli con la politica dell’indebitamento coatto.
3. Mattarella, Draghi, Napolitano, D’Alema, Martino, Alfano, Dell’Utri, Previti, Calvi, Sindona, Marcinkus, Craxi, Amato, Martelli, Bisignani, Cuccia, gli Agnelli, Cossiga, Andreatta, Marchionne, Prodi, Renzi (e questi sono soltanto i più noti) appartengono alla stessa parrocchia degli americani, anche se a volte si fanno lo sgambetto perché fanno parte di logge diverse, quelle camorriste, quelle ‘ndranghetiste, quelle mafiose, quelle piduiste, quelle bancarie, quelle terroriste.
Infine il ministro Martino è stato anche presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Italia-Usa, quella di via Caetani, quella del presidente della Commissione Moro Giuseppe Fioroni, quella ultratlantica, che da decenni fa l’esame-finestra a tutti i politici, gli economisti, i generali, i manager italiani. Solo se superi il test americano puoi diventare sottosegretario, ministro o addirittura presidente della Repubblica: basta andare a vedere i loro siti, per verificare che sono gli USA a cooptare i nostri ministri.
Berlusconi commemora Martino ricordando che era stimatissimo in tutti i contesti internazionali e soprattutto negli Stati Uniti, dove si era formato e dove era di casa. Figlio di Gaetano Martino – dice Berlusconi – uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, allievo e amico del premio Nobel Milton Friedman, liberale intransigente, liberista convinto, con il suo pensiero orientò e caratterizzò il programma di Forza Italia fin dal 1994. Con lui elaborai fra l’altro il nostro progetto di riforma fiscale, basato sulla flat tax.
La flat tax, per chi non lo sapesse, è l’aliquota unica dell’imposta sul reddito. È un termine inglese per fregare la Costituzione, che vuole le imposte proporzionali e progressive, e favorire i riccastri mettendo sul lastrico i poveretti. Tutti – meno gli elettori di Forza Italia – capiscono infatti che togliere cento euro a chi ne prende mille (e ne paga cinquecento d’affitto) non è come togliere 10.000 euro a chi ne prende 100.000 (e gliene restano sempre 90.000 al mese, per le sigarette).
4. L’ultima impresa di Antonio Martino è stata quella di fare il presidente onorario dell’Istituto Milton Friedmann, una consorteria di ultraliberisti che affonda le sue radici nel capitalismo massonico internazionale, dominato soprattutto da clan di origine ebraica: William Volker, gli Illuminati, ferocemente anticomunisti, teorici del darwinismo sociale, Otto Kahn, e gente di questo tipo, con poche idee e confuse, ma con molti soldi. Questi, insieme al miliardario John D. Rockefeller, fondarono l’Università di Chicago, dove vanno a laurearsi tutti i destri di casa nostra – e Martino non fa eccezione.
Dai tempi dei primi convegni in Svizzera a Mont Pelerin, e poi nei castelli dei Koch o nelle ville dei Rockefeller o sulle navi dei Bush, questi multimiliardari hanno eletto i presidenti americani ed hanno finanziato tutte le guerre, come stanno facendo anche oggi, con Mattarella e Draghi, adagiato come sempre ai piedi degli americani.
In questo Martino è stato coerente: fra l’Italia e l’America, non ha mai avuto dubbi: l’America!