di Luigi Grimaldi *
La Stampa di stamattina (16 marzo 2022) apre con una foto DI MORTI NELLE STRADE e un tiolo a tutta pagina “CARNEFICINA” , riferendosi alla guerra in Ucraina e all’assedio di Kiev. Omette di dire il quotidiano che la foto di cadaveri smembrati è quella della strage di Donensk (20 morti decine di feriti) di due giorni fa: un missile delle milizie di Zelensky da due tonnellate lanciato sul centro della città indipendentista. Negli ultimi anni ho seguito per lavoro praticamente tutti i conflitti in corso analizzando centinaia di foto e filmati dei crimini di guerra in tutto il mondo per distinguere documentazioni attendibili dai fake e falsi. La prima cosa che fai in questa attività è analizzare il numero delle fonti visive di un tragico evento bellico. Da quando esistono gli smartphone un bombardamento in una zona abitata da civili ha sempre almeno una decina di fonti visive. Le vittime cercano sempre in modo disperato di documentare e denunciare l’orrore di quanto avvenuto e quasi in tempo reale le immagini rimbalzano sui social. Ora questo per la guerra in Ucraina non sta avvenendo. Poche immagini, poche foto, poche testimonianze che appaiano emotivamente coerenti con quel che si racconta, praticamente quasi mai ci sono diverse fonti di documentazione visiva a confermare i fatti l’una con l’altra. Ora siamo al punto di usare le immagini delle vittime della strage dei pensionati di Donensk, fatta dalle milizie di Zelensky, per documentare “la carneficina” russa in Ucraina perché, nonostante il terreno nelle città bombardate sia controllato dalle milizie ucraine, da lì immagini che documentino la “carneficina” non ne arrivano.
LA STRAGE DEL PANE? UN ALTRO FAKE.
Ho analizzato il video pubblicato dal Corriere della Sera (E DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI) relativo a Chernihiv, in cui, il 16 marzo, truppe russe avrebbero ucciso 10 civili in fila per il pane. Per la mia esperienza in fatto di video di guerra la situazione mostrata nel video è un falso clamoroso che rappresenta una scena surreale.
Mi spiego.
1) non mi risulta ci siano altri video o foto. Normalmente in caso di crimini di guerra contro i civili una pluralità di persone filma e fotografa l’orrore, a fini di documentazione e denuncia. Immagini che vengono condivise immediatamente sui social.
2) Nel video si nota la mancanza di alcune cose.
a) Sul muro dietro le vittime non c’è alcun segno di danno, né da bombe, né da spari. Questo nonostante i corpi siano disseminati in un raggio di una trentina di metri e due siano proprio addossati al muro.
b) si vede un gruppo di persone che si affanano intorno ad un auto e sembra che stiano caricando con urgenza un ferito. Quindi il video sarebbe stato girato nell’immediatezza del fatto, quando ancora il pericolo di una aggressione ulteriore doveva essere considerato possibile. Eppure nessuno cerca riparo, o cerca di proteggersi, nessuno corre o fugge, anzi alcune persone camminano tranquillamente come se la zona fosse assolutamente sicura.
c) Nel video non compare nessun tipo di autorità costituita. Nè militari a protezione dell’area, né sanitari o altro tipo di soccorritori. Il video si conclude con il suggestivo passaggio di una ambulanza, senza sirene, in un luogo diverso.
d) Nessuno è vicino ai corpi stesi a terra, nessuna manifestazione di umana pietà E PARTECIPAZIONE EMOTIVA (purtroppo in questi casi le scene strazianti di urla di rabbia impotente contro il nemico, orrore per lo spargimento di sangue di innocenti, dolore e disperazione non mancano, ovviamente e purtroppo, mai).
La mia opinione al momento sulla base delle info disponibili è che si tratti una messinscena realizzata in modo molto approssimativo (niente in confronto alla professionalità cinematografica esibita nelle sceneggiate dei Caschi Bianchi, in Siria).
* Giornalista e scrittore
Autore televisivo