1. Chiediamo scusa ai nostri pazienti lettori: ci era sfuggito un particolare molto ma molto importante sul numero 2 di Forza Italia, Antonio Martino.
Il suo nome saltò fuori durante una perquisizione nella villa di Licio Gelli, il boss della P2 mandante della strage di via Fani, dell’assassinio di Aldo Moro e della strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
Nella perquisizione fu trovata la domanda di iscrizione alla P2 firmata da Antonio Martino il 6 luglio del 1980. Il ministro raccontò che era stato un amico a fargliela firmare ma che lui aveva subito cambiato idea e non era mai entrato nell’associazione segreta, come risulta dalle liste degli affiliati alla P2, in cui non compare il suo nome. L’episodio è ricordato opportunamente a pagina 14 dal FATTO QUOTIDIANO di domenica 6 marzo 2022, mentre la grande stampa tace e tutti, dai fascisti al Pd, applaudono al grande economista, indipendente e autorevole, che ci ha rappresentato così bene all’estero, all’ONU, alla UE e in Iraq…
2. Un’inchiesta di AVVENIMENTI dell’8 aprile 2005 elencava una serie di Piduisti eccellenti ben inseriti nel controllo del nostro Paese: giornalisti, imprenditori, manager, politici, di cui tracciava un profilo. Vi troviamo ovviamente Silvio Berlusconi, e poi Antonio Martino, Fabrizio Cicchitto, Massimo De Carolis, Publio Fiori, Gustavo Selva, Rolando Picchioni, Paolo Mosca, Alberto Sensini, Roberto Ciuni, Maurizio Costanzo, Massimo Donelli, Roberto Gervaso, Fabrizio Trifone Trecca, il giudice Renato Giuseppe Croce e gli imprenditori Giancarlo Elia Valori, Roberto Memmo e Angelo Rizzoli.
L’elenco dei fratelli della Superloggia è largamente incompleto, ma dà un’idea del livello di penetrazione e di pericolosità delle società segrete, che sono inserite nei gangli vitali degli apparati dello Stato in tutti i settori della vita sociale, culturale ed economica: sono loro il vero governo del Paese.
3. Anche il prezioso libro di Mario Guarino e Fedora Raugeri (“Licio Gelli”, edizioni Dedalo 2016 – nuova edizione con una bella prefazione di Paolo Bolognesi), cita l’inchiesta di AVVENIMENTI e le manovre di Cossiga per difendere Gelli, Gladio, i massoni, i terroristi e il Sovrano Militare Ordine di Malta. Politici e terroristi vanno insieme a braccetto, sotto l’ombrello della NATO, a bombardare civili inermi a Belgrado o a far saltare in aria in Italia civili inermi sui treni e nelle stazioni. Anche il ministro Antonio Martino faceva parte della banda, e ogni coccodrillo ipocrita che lo rimpiange o lo santifica è decisamente fuor di luogo.
La sua eredità è degnamente raccolta da Mazzarella e Draghi, servizievoli complici dell’espansione della NATO ad est, in ossequio ai diktat americani, e da questa UE, serva del capitale finanziario internazionale che ha sede a Londra, a Zurigo, a San Marino, a Montecarlo, alle Bahamas, a Vaduz, a Hong Kong o a Chicago, dove le banche dei trafficanti vendono armi chimiche e biologiche, missili tradizionali e ordigni nucleari, con il benestare dei governi.
4. Concludendo, possiamo affermare con ragionevole sicurezza che è molto probabile che Antonio Martino sia stato effettivamente affiliato segretamente alla Loggia P2. Ne fanno fede la sua preparazione atlantica, le sue frequentazioni americane, il suo insegnamento alla LUISS e alla Sapienza, la sua attività di fondatore di Forza Italia in Sicilia, la sua presidenza della Fondazione Italia-USA, il suo intervento in Iraq, la sua flat-tax, il suo controllo del sistema dell’informazione, la sua presidenza dell’Istituto Morgan Friedmann, la sua vicinanza a Kissinger e a Luttwak, la sua simpatia per la Thatcher, D’Alema, Cossiga, Napolitano & C., il suo esercito di contractors, i suoi rapporti con Sindona, Cuccia, Andreotti e i vertici Piduisti di Finanza e Carabinieri, la sua propensione per il cosiddetto “libero mercato” (quello di Monti, della Fornero, di Dini, di Ciampi, di Andreatta, di Scalfari, di De Benedetti, di Prodi, di Berlusconi, di Previti, di Dell’Utri, di Marchionne, di Renzi & C…) e, anche, la sua obbedienza fino alla fine all’obbedienza massonica, che impone, pena la morte, di negare, negare, negare sempre.
In questo il professor Antonio Martino, ministro americano, non aveva certo rivali.