Cantava, scriveva poemi, è stato professore, mimo e direttore teatrale, ma aveva idee di sinistra: Victor Jara ha ricevuto 44 spari dopo essere stato torturato dalla dittatura di Augusto Pinochet.
E’ accaduto in Cile, 41 anni fa, il 16 settembre 1973, assassinato nello stadio Cile, dopo il suo sequestro, un giorno dopo il golpe di Stato di Pinochet, quando si trovava nell’Università Tecnica Statale di Santiago.
Era mimo, attore, direttore teatrale, poeta, musicista, direttore di spettacoli di massa, regista di televisione. L’apporto reale di Victor alla cultura cilena è molto importante, aveva un protagonismo incredibile in quegli anni, hanno detto amici vicini.
L’autore di “Te recuerdo Amanda”, di numerose canzoni compromesse e di amore, è stato torturato brutalmente nell’installazione sportiva, come si è provato con test medici forensi effettuati nel 2009, dopo esumare i suoi resti.
A dispetto della sua delicata situazione, ha avuto il tempo di scrivere quello che è stato il suo ultimo poema, “Somos cinco mil”, conosciuto anche come “Estadio Chile”.
Victor Jara è stato un famoso Ambasciatore Culturale per il Governo dell’Unità Popolare di Salvador Allende ed il suo assassinio è accaduto poco prima di compiere precisamente 41 anni (28 settembre).
Lo scorso fine settimana è stato inaugurato un Memorial in suo onore nella periferia del Cimitero Metropolitano, a Santiago, dove è stato trovato il suo corpo il 16 settembre 1973.
La sua vedova, Joan Jara, è stata incaricata di presentare il murale nel quale può leggersi “Per il diritto di vivere in pace”.
L’altro ieri, la Corte di Appello della giustizia cilena ha respinto in modo unanime la richiesta di libertà sotto garanzia di Hernan Chacon Soto, uno degli accusati di uccidere Victor Jara.
Chacon Soto, ex comandante dell’Esercito, è il principale sospettoso del crimine di Jara. Un altro ex comandante, Patricio Vasquez e l’ex procuratore generale militare Rolando Melo, sono accusati anche del sequestro ed omicidio del cantautore.
Sono 11 gli accusati di questo caso, tutti ad eccezione di Melo imprigionati in questo momento, mentre uno di loro, Pedro Barrientos, risiede negli Stati Uniti e si è sollecitata la sua estradizione.
da Prensa Latina
traduzione di Ida Garberi
17 Sett 2014