In questi giorni il Governo si appresta a varare il provvedimento di Federalismo aumentato o autonomia rafforzata. Gli organi di stampa, l’informazione, stanno dicendo poco e nulla in merito. In realtà sarà un provvedimento disastroso per il paese Italia e soprattutto per le aree del centro-sud. In concreto cosa cambierà?
Vogliamo solo ricordare che questo processo di regionalizzazione dello Stato è partito dalla riforma del titolo V (D’Alema-Berlusconi). Si è quindi avviato quel processo per cui una parte delle risorse dello Stato sono lasciate alle Regioni le quali provvedono ai servizi pubblici.
Abbiamo assistito in questi anni allo sfascio della sanità, dei trasporti, dell’amministrazione pubblica con chiusura o accorpamento di uffici territoriali. In buona sostanza c’è stata una vera e propria ritirata dello Stato centrale dai territori. A fronte di tutto questo sono aumentati la corruzione e lo sperpero del denaro pubblico, si veda il caso Lombardia e Veneto, così come sono aumentati gli aiuti alle imprese – concentrate per lo più nel centro nord – e gli investimenti infrastrutturali, disastrosi come nel caso del Mose di Venezia e della TAV.
L’effetto più “pesante” che si avrà sarà quello di un Paese tagliato in due. Da una parte un’area – centro nord – che avrà più possibilità finanziare e potrà concedere qualcosa in più alla spesa pubblica, dall’altra un’area – centro sud – che si ritroverà senza più risorse e che taglierà sempre di più i servizi pubblici.
Non vogliamo affrontare qui la questione “meridionale” per ragioni di spazio. Ci limitiamo ad osservare gli effetti. Effetti che avranno una ricaduta anche nei ministeri nei prossimi anni. Se da una parte rimangono in mano allo Stato centrale la Giustizia e la Difesa, dall’altra passeranno alle Regioni alcune competenze in materia di Scuola, Politiche agricole (compreso l’ICQRF), Sanità, Ambiente.
Inoltre avremo sicuramente sempre meno interesse da parte della Pubblica Amministrazione di tenere in efficienza gli uffici in quelle zone povere e senza particolare rilievo produttivo.
In buona sostanza si chiuderanno uffici pubblici e non ci saranno nuove assunzioni.
Come USB da anni andiamo denunciando tutto questo. Riteniamo, come cittadini e lavoratori, che occorre opporci a queste politiche che produrranno disuguaglianze e impoverimento ulteriore di intere fasce della popolazione e dei lavoratori e lavoratrici.
Abbiamo il dovere di fermare questo processo, ormai avviato, che porterà allo distruzione dello Stato come è stato concepito dalla nostra Costituzione e come lo abbiamo conosciuto fino a pochi anni fa.
A quando i Tribunali regionali o la soppressione delle Prefetture?
Il 15 febbraio alle ore 11,30 la USB chiama tutti/e a manifestare davanti Montecitorio.
USB PI Ministeri