Tra le tante date da ricordare, in senso negativo, per la Storia d’Italia, c’è anche quella del 19 luglio.
Difatti, il 19 luglio 1943 a Feltre, cittadina, del Veneto in provincia di Belluno, allora in posizione geografica molto difficile da raggiungere, sia per aria, sia per ferrovia che per terra, si sono incontrati i due dittatori Hitler e Mussolini, per fare il punto sull’andamento della II guerra mondiale, da loro scatenata. Per i nostri dittatori, in quel momento, l’andamento bellico non andava molto bene ed addirittura le prospettive erano pessime. La località di Feltre, molto fuori mano rispetto alle grandi città, era stata scelta per paura di attentati ad Hitler. Per quanto, poi, riguarda lo svolgimento della guerra, i nazisti, nei primi mesi di febbraio 1943 avevano subito una cocente sconfitta a Stalingrado, ad opera dei sovietici, perdendo tra morti, feriti e prigionieri un’armata di circa 200.000 uomini. Da quel momento, la Germania nazista non ha avuto più la forza per portare avanti la conquista dell’Unione Sovietica ed ha inanellato una serie di disfatte che nel maggio 1945 hanno portato i Sovietici alla conquista di Berlino. Altrettanto grave era la situazione bellica dell’Italia, che in tre anni di guerra, non era riuscita a vincere una sola battaglia. Naturalmente, per noi, pacifisti convinti, è molto, ma molto importante, non fare mai la guerra. Mussolini al contrario, da istrione quale era, parlava sempre di guerra, ma, in concreto, in tre anni di scontri bellici, aveva accumulato una serie impressionante di sconfitte: in Grecia, in mare, nel mediterraneo, ad opera della flotta Inglese, ed, in Africa, sempre ad opera degli Inglesi. Per di più, ai primi di Maggio del 1943 gli Italiani erano stati costretti ad abbandonare la Libia dopo che già nel maggio del 1941 avevano già abbandonato l’Etiopia.
Le conquiste di queste terre erano costate agli Italiani nei decenni precedenti, tanto sangue e l’impiego di ingenti risorse, che sarebbe stato meglio, molto meglio, spendere per lo sviluppo del Nostro Paese ed in particolare del Meridione d’Italia.
Abbiamo scelto di parlare dell’incontro di Feltre tra Hitler e Mussolini, in quanto esso è emblematico per conoscere il carattere debole e senza spina dorsale del “duce”.
Egli, nel 1943 dopo tante batoste subite ad opera degli Anglo-Americani, si rendeva conto che l’Italia non aveva più le forze militari ed economiche per continuare la guerra.
Inoltre, il Popolo Italiano era stanco di combattere e voleva la Pace.
Proprio per questi motivi, Mussolini era andato a Feltre con la ferma intenzione di spiegare ad Hitler che l’Italia non era più in grado di proseguire la guerra. Senonchè, appena iniziati i colloqui, tra i due leaders, Hitler ha parlato per tre ore e Mussolini non ha trovato né il coraggio, né il modo, né il tempo per spiegare le sue ragioni.
Questo è stato realmente Mussolini! Un uomo debole ed inetto! Un istrione senza cervello!
Agli Italiani, invece, veniva offerta ieri e viene purtroppo offerta anche oggi un’altra immagine non corrispondente alla realtà del duce: uomo forte, tutto di un pezzo!
Mussolini non era affatto un uomo forte, né tanto meno tutto di un pezzo. Molti raccontano, che sulla stessa questione dava ragione ai diversi interlocutori, ma poi, decideva in conformità alle richieste del personaggio con il quale aveva parlato per ultimo. A Feltre, Hitler, dopo aver parlato per diverse ore, ben conoscendo la debolezza militare dell’Italia, ha promesso a Mussolini grandi aiuti, che in concreto non era in grado di soddisfare. Queste promesse di aiuti, che se anche fossero state mantenute non sarebbero mai state sufficienti a soddisfare le necessità belliche ed i bisogni alimentari dell’Italia, ammaliavano Mussolini, il quale invece di esporre il suo punto di vista sulle condizioni dell’Italia, si accontentava di queste vaghe promesse. Pertanto, tutti i propositi di Mussolini, che quando era partito da Roma pensava di dirgliene quattro ad Hitler, e di convincerlo a fare la Pace, rientravano di fronte agli sproloqui di Hitler.
Mussolini, quasi, non proferiva parola di fronte al suo interlocutore. Chi guarda alla Storia con animo distaccato rimprovera ai fascisti di parlare sempre di guerra, anziché di Pace. Quasi che le persone degne di essere ricordate sono quelle che portano morte e distruzione. Come se questo non bastasse, in termini concreti la guerra i fascisti non l’hanno mai saputa fare.
Quando Mussolini ed Hitler hanno portato nel 1936-1939 alla vittoria, in Spagna, il fascista Franco non è stato per merito dei loro eserciti, bensì a causa del non intervento di Francia e Inghilterra.
Parimenti, quando nel 1935-1936, l’Italia ha conquistato l’Etiopia, ciò non è dipeso dalla potenza del nostro esercito, bensì più semplicemente dal fatto che l’Etiopia non aveva un forte esercito. Per di più la sua aviazione era inesistente. Inoltre, nonostante le sanzioni, gli Occidentali avevano continuato a commerciare con l’Italia. Per ironia della sorte proprio quando il 19 luglio 1943 a Feltre Mussolini non riusciva ad aprire bocca nei confronti dei Hitler, gli Inglesi bombardavano la nostra capitale. Tutto ciò a dimostrazione che la nostra contraerea era debole, tanto debole da non riuscire neanche a difendere la capitale del Nostro Stato.
Quando Mussolini ha tentato di far entrare nel discorso con Hitler la circostanza che proprio in quelle ore Roma veniva bombardata, Hitler l’ha subito zittito, affermando che Berlino veniva bombardata da anni. In sostanza, Mussolini che per megalomania era entrato nella II guerra mondiale, pur conoscendo la totale impreparazione militare dell’Italia, quando l’Italia ha subito una serie di sconfitte, non ha avuto neanche il coraggio e la capacità di sganciarsi da Hitler, affermando semplicemente, quello che nell’ottocento aveva affermato più volte lo statista nazionalista, reazionario tedesco Bismarck: nessuno è tenuto a rispettare i patti, quando le proprie forze non glielo consentono!
L’Italia, in quel momento, non era più in grado di rispettare alcun patto: era militarmente ed economicamente a pezzi. Del resto, i nazisti, che l’8 settembre 1943 hanno tanto strillato per il “tradimento” Italiano, il 7 e 8 Maggio 1945, quando la Germania era ormai ridotta ad un cumulo di rovine, sia militarmente che economicamente, hanno firmato la resa incondizionata con gli Anglo-Americani e con i Sovietici, senza interpellare il Giappone e senza curarsi del fatto che tale Paese sarebbe rimasto da solo nella guerra contro gli Americani. Tutto ciò a riprova del fatto che quando un paese è a pezzi non può fare altro che arrendersi al nemico.
Noi che preferiamo la Pace alla guerra, abbiamo il dovere di lanciare un messaggio per le generazioni future:
Mai più guerra, nelle nostre contrade!
Pace tra gli Stati!
Solidarietà tra i Popoli!