da Angelo Ruggeri
LA RESISTENZA ITALIANA NON E’ STATA UN FATTO SOLO MILITARE (come è quella MILITARISTA dell’esercito, dello stato e del governo di Kiev).
LA RESISTENZA ITALIANA NON ERA QUELLA DI UNO STATO, DI UN ESERCITO E DI UN GOVERNO (come quelli Kiev), IN QUESTO PIU’ SIMILE ALLA NOSTRA E’ LA RESISTENZA DELLA POPOLAZIONE DONBASS, CHE RESISTE DA 8 ANNI ALLA AGGRESSIONE DI CHI FECE IL COLPO DI STATO DI KIEV NEL 2014, E CHE E’ VITTIMA DI BOMBARDAMENTI E MASSACRI CHE HANNO PROCURATO 14 MILA MORTI CIVILI AD OPERA DELL’ESERCITO DI KIEV … TRA CUI QUELLI CHE PALESANO I LORO SIMBOLI NAZI-FASCISTI …
LE ARMI DATE A KIEV SERVONO A SCONFIGGERE LA DECENNALE RESISTENZA DELLE POPOLAZIONI DEL DONBASS… donde l’intervento della Russia, come fece la Nato con la guerra contro la Jugoslavia e per separare il KOSSOVO dalla Serbia.
LA NOSTRA FU UNA RESISTENZA PARTIGIANA CHE PREFIGURAVA UN ROVESCIAMENTO DEI POTERI DELLA CLASSE DOMINANTE E UN NUOVO POTERE SOCIALE E DI CLASSE PORTATO DAI DEI PARTIGIANI.
PARTIGIANI DOTATI DI UN POTERE SOCIALE COSTITUENTE PER UNA DEMOCRAZIA SOCIALE CHE E’ L’OPPOSTO DELLA COSIDETTA LIBERAL/DEMOCRAZIA, PROPRIO PERCHE’ ALL’OPPOSTO CHE IN UCRAINA, LA NOSTRA RESISTENZA NON ERA MIRATA AL SOLO FINE DI SCONFIGGERE MILITARMENTE L’INVASORE, ED ERA SOSTENUTA DA DEI PARTITI SOCIALI E DI MASSA, che in Ucraina non solo non esistono, ma ben dieci partiti sono stati sciolti – tra cui il partito comunista ucraino.
LA RESISTENZA ITALIANA ESPRIMEVA UN ANTIFASCISMO ANTICAPITALISTICO, E’ STATA SOPRATTUTTO UNA RIVOLUZIONE SOCIALE E ANTIMILITARISTA TANTO CHE PORTO’ AL RIPUDIO DEL MILITARISMO E DELLA GUERRA SANCITI COL BINOMIO PACE E GIUSTIZIA SOCIALE, CONTRO LA CLASSE BORGHESE GUERRAFONDAIA E SOSTENITRICE DEL NAZISMO E DEL FASCISMO.
Sicché, tutti coloro che riducono la Resistenza italiana a fenomeno militare per assimilarla a quella militarista dello Stato presidenziale ucraino (che punta solo armi), sono di fatto tutti traditori della nostra Resistenza e dei suoi valori contrari al militarismo e alla guerra e fondatrice di un NUOVO DIRITTO che – oltre all’Art. 11 – é il Diritto “DELLA” pace, che ispira e segna l’intero testo della Costituzione, realizzato con la Liberazione del 25 aprile.
25 aprile
L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA
Mentre sempre più va precisandosi quello che fin dall’inizio era il solo obbiettivo dell’intervento della Russia, cioè il Donbass e la difesa delle popolazioni russofone, vittime di aggressioni e massacri che hanno procurato 14 mila morti civili: quindi siamo nel campo di quelle stesse” ragioni umanitarie” invocate dalla NATO e dall’occidente per l’intervento e la guerra alla Jugoslavia (un precedente), e che da allora in poi hanno: 1) emarginato l’ONU, 2) violato il diritto internazionale e la sovranità interna di uno Stato, sia con la ”guerra umanitaria”, sia separando dalla Jugoslavia la provincia serba del Kossovo … come oggi si parla di separare il Donbass dall’Ucraina. Sicché, si può dire che: chi di guerra umanitaria colpisce … di guerra umanitaria perisce …. e che le armi date a Kiev sono per sconfiggere l’altra Resistenza, che é LA RESISTENZA DELLA POPOLAZIONE DONBASS, che contro il GOLPE DI KIEV del 2014, resiste da 8 anni a bombardamenti e attacchi dei battaglioni di Kiev… tra cui quelli con simboli nazi-fascisti…
LA RESISTENZA ITALIANA NON E’ STATA MIRATA AL SOLO FINE DI SCONFIGGERE MILITARMENTE L’INVASORE, mentre è prevalentemente militarista e quella del governo di Kiev, che all’opposto della nostra Resistenza, si avvale dall’esercito di un governo e di uno stato presidenzialista, dove gli OLIGARCHI ucraini col loro potere economico, dominano e decidono anche la politica, lo stato, il governo e chi deve essere il presidente.
LA RESISTENZA ITALIANA E’ STATA ANCHE E SOPRATTUTTO UNA RIVOLUZIONE SOCIALE , nel corso della quale si radicò un vero proprio potere sociale costituente, che contro il presidenzialismo e l’autoritarismo propri dei regimi liberal-democratici, portò a realizzare un modello di democrazia sociale radicalmente diverso da quello della liberal/democrazia, ovvero IMPIANTANDO VALORI E POTERI DI UNA REPUBBLICA NON PIU’ SOLO DI DEMOCRAZIA FORMALE MA DI DEMOCRAZIA SOSTANZIALE (che i presidenzialisti ucraini nemmeno sanno cosa è).
SICCHE’ FIN DA SUBITO LA NOSTRA FU UNA RESISTENZA che prefigurava un rovesciamento dei poteri della classe dominante, una rivoluzione democratica volta non già a ristabilire la pre-fascista liberal/democrazia, ma a realizzare un modello istituzionale assolutamente UNICO nel panorama internazionale, perché ha dato una versione istituzionale alla strategia e ai valori della Resistenza dell’antifascismo anticapitalista, del tutto fuori dagli schemi delle liberal-democrazia, su cui si reggono i sistemi istituzionali ed economici dell’occidente capitalistico e dell’Europa dell’Ovest e dell’Est (quindi del tutto opposto anche a regimi come quello ucraino, presidenzialista e retto sul dominio economico degli oligarchi, simile ma anche peggio che in Russia dove almeno è la politica che domina sull’economia e sugli oligarchi, all’opposto che in Ucraina).
Donde che TRA I VALORI DELLA COSTITUZIONE NATA DALLA RESISTENZA ITALIANA, PREVALE IL DIRITTO “DELLA” PACE, CIOE’ LA NASCITA DI UN NUOVO DIRITTO, perché oltre all’Art. 11, IL DIRITTO “DELLA” PACE ispira e segna l’intero testo della Costituzione, realizzato con la Liberazione del 25 aprile.
Donde che tutti coloro che riducono la Resistenza italiana a fenomeno militare, assimilandola a quella Ucraina, puntando esclusivamente sulle armi e sulla crescita degli armamenti di guerra – a favore dei kombinat militari-industriali sempre più forti e arroganti, che non gli par vero di poter produrre armi, smerciarle e farle usare e consumare con la guerra – sono tutti, di fatto, traditori della nostra Resistenza e della Costituzione delle Repubblica “fondata” e “sul lavoro” e sui valori resistenziali della DEMOCRAZIA SOCIALE, non della “liberal-democrazia” da difendere armando l’Ucraina. Dimenticando, appunto, che la nostra non è una liberal-democrazia (sic), ma è una democrazia sociale, proprio perché nata dalla Resistenza che fu anche una rivoluzione sociale.
Una rivoluzione sociale volta SUPERARE l’AUTORITARISMO e il PRESIDENZIALISMO propri dello stato liberal-democratico da cui si originò il fascismo, per fondare un nuovo tipo di Stato ne presidenzialista ne solo di democrazia formale: uno stato comunità e di democrazia sociale garantita dal governo parlamentare e dai poteri dal basso per dare sostanzialità alla sovranità popolare che non è tale se si riduce solo al voto, come avviene nei regimi di cosiddetta liberal-democrazia.
Tutto questo proprio perché la Resistenza italiana non è stata un fatto solo militare ne sostenuta da un esercito statale, ma all’opposto che in Ucraina, la nostra fu sostenuta da dei partiti di massa, che in Ucraina non solo non esistono. Perché subito dopo il colpo di stato di Kiev (2014) che depose il legittimamente eletto presidente Viktor Janukovyc (che era anche leader del partito delle regioni, uno dei principali partiti ucraini), ben dieci partiti ucraini sono stati sciolti, tra cui il partito comunista ucraino, e da tutto ciò origino la GUERRA, la guerra civile ucraina e quella per procura contro la Russia.
All’opposto che in Ucraina, invece dei vertici oligarchici ci furono i partiti di massa – cioè l’organizzazione dal basso della società civile e politica – che diedero impulso e sostegno alla Resistenza italiana. Partiti che non perseguirono solo il fine di sconfiggere militarmente l’invasore e i suoi alleati nazionali e internazionali, ma che con la Resistenza in armi erano portatori di una Resistenza sociale e di classe, contro la borghesia capitalistica e liberale, che portò e sostenne fino all’ultimo il fascismo al potere, a cui arrivo sfruttando il nesso tra totalitarismo fascista del “capo” del governo e potere di vertice del “capo” di governo dell’autoritarismo liberale, anch’esso impegnato a salvaguardare le prerogative delle classi dominanti.
Donde che il 25 aprile celebra la vittoria di una Resistenza partigiana che prefigurava non già i valori del militarismo ma quelli di un nuovo potere sociale e di classe dei partigiani, che si chiamavano partigiani proprio perché non identificabili con l’esercito di uno stato, ma con una resistenza partigiana volta a rivoluzionare e sovvertire l’ordine costituito e lo stato di cose preesistenti, con il ripudio del militarismo e della guerra come forma e prolungamento della politica di dominio delle classi dominati sulle classi popolari.
Movimento Nazionale Antifascista di Difesa e Rilancio della Costituzione