Ottantacinque anni orsono cioè il 3 ottobre 1935, le truppe italiane provenienti dall’Eritrea e della Somalia invadevano l’Etiopia. Aveva così inizio “l’impresa” coloniale di Mussolini che terminerà il 5 maggio 1936 con l’entrata dell’esercito italiano ad Addis Abeba. Questa “impresa” prettamente fascista merita alcune pregnanti considerazioni. La conquista dell’Etiopia è stata preparata da Mussolini con un certo anticipo e con larghezza di mezzi, cioè senza badare a spese. Difatti, già negli anni 1934-1935, il duce aveva dato ordini allo stato maggiore dell’esercito di preparare dei piani militari per l’invasione dell’Etiopia e di ammassare truppe nelle colonie italiane dell’Eritrea e della Somalia, confinanti con l’Etiopia. L’invio dei soldati e del relativo materiale in quegli anni, è stato così massiccio che nel porto di Massaua dove gli uomini e le merci sbarcavano si creò una grande confusione. I dirigenti fascisti non brillavano certo per capacità organizzative. Comunque, con tutte le difficoltà del caso, Mussolini riuscì a portare in Africa un grosso esercito, alcune fonti parlano addirittura di 800.000 uomini, ed una quantità ingente di armi, munizioni ed altro abbondante materiale bellico. Nonostante questo enorme impiego di uomini e di mezzi la guerra è durata ben sette abbondanti mesi, cioè fino al 5 maggio 1936, quando il Generale P. Badoglio faceva il suo ingresso in Addis Abeba, capitale dello Stato Etiope. Questa “Vittoria” del fascismo è derivata dal fatto che l’aviazione italiana era consistente, mentre quella Etiope era praticamente inesistente. Infine Francia, ed Inghilterra decretarono nel 1939 le sanzioni contro l’Italia, ma in concreto continuarono ancora a commerciare con essa, nonostante ciò, i fascisti usarono in Etiopia i gas all’iprite, vietati dalla convenzione internazionale, firmata anni prima dall’Italia. Gli aerei bombardamento italiani, con il solo loro apparire spaventavano gli Etiopi e creavano grande confusione, sia nelle loro truppe, che nella massa degli sfollati civile Etiopi. Come se ciò non bastasse, chi tra gli Etiopi era colpito dalle bombe all’iprite cercava scampo nei laghi e nei corsi d’acqua, ma le bombe avevano una precisa caratteristica: al contatto con l’acqua riprendevano maggior vigore e sprigionavano fiamme e calore che avvolgevano i malcapitati che erano stati colpiti. Nonostante questo comportamento riprovevole l’esercito italiano non ha mai conquistato l’intero territorio dell’Etiopia. Addirittura, le nostre truppe hanno occupato soltanto un terzo dell’Etiopia, compiendo numerose stragi e guadagnandosi l’ostilità della popolazione locale, nonché la riprovazione del mondo intero. Per di più, in questa guerra di conquista, gli italiani hanno massacrato, tra civili e militari circa mezzo milione di Etiopi. La conquista dell’Etiopia è la cartina di tornasole della mentalità fascista: Vengono spese somme colossali per conquistare un territorio come l’Etiopia in gran parte desertico ed in ogni caso priva di grandi risorse sia nel suolo che nel sottosuolo. La cosa più grave è che questa “impresa” del duce costata ani nostri soldati immensi sacrifici ed allo Stato Italiano somme colossali è durata appena 5 anni. Difatti, nel maggio 1941 nel corso della seconda guerra mondiale, l’impero d’Etiopia, sostenuto dagli Inglesi, è tornato nella sua capitale. In tal modo gli eventi bellici del secondo conflitto mondiale ponevano fine ad una sciagurata impresa che aveva dissanguato le casse dello Stato italiano, senza portare alcune beneficio. In questa vicenda triste, molto triste per l’Italia, che ancora oggi tanti Africani ci rimproverano, c’è un raggio di sole: il compagno toscano Ilio Barontini, partecipò come volontario alla guerra di Etiopia dalla parte giusta: quella Etiope. Questo a riprova del fatto che i marxisti sanno sceglier tra la Pace e la Guerra e sono sempre per la Pace. Quando, poi, altri li costringono a scendere in campo sanno scegliere la parte giusta: per il popolo! Contro l’imperialismo!
A questo punto, bisogna fare chiarezza, la guerra d’Etiopia non è stata voluta soltanto da Benito Mussolini, ma da tutta una classe dirigente: Industriali, ambienti finanziari e culturali e persino da molti ambienti cattolici. Il motivo, poi, che ha convinto il duce a porre in atto questa orrenda carneficina non è stato quello furbescamente addotto dalla propaganda fascista, cioè di dare “la terra agli Italiani”, bensì l’altro di “conquistare l’Impero”. I marxisti che sono sempre per l’effettivo progresso dei Popoli, di tutti i Popoli di questa terra, affermarono solennemente che se una decima parte dei soldi spesi negli anni 1935 e 1936 per la “conquista” dell’Etiopia fossero stati investiti oculatamente nel mezzogiorno d’Italia la “questione meridionale” sarebbe stata già risolta 85 anni orsono.
Le nostre riflessioni sulla guerra d’Etiopia ci consentono di rinfacciare al sig. Salvini che parla di “un’invasione” dell’Italia da parte degli Africani, che la vera invasione dell’Africa l’abbiamo fatta noi nel 1935, con la conquista militare dell’Etiopia. Gli sciagurati che sbarcano in Italia non vengono certo per “invaderci”, ma cercano di sfuggire alla fame, alla miseria ed alla guerra provocata nei loro Paesi dagli Stati “Progrediti” dell’occidente e dalle loro multi nazionali, che rapinano tutte le loro risorse sussistenti negli Stati Africani, a cominciare dal Petrolio, senza alcun rispetto per le esigenze elementari delle popolazioni locali. Per riflettere sugli argomenti sopra trattati, in particolare “sull’invasione degli Africani” bisogna organizzare in tutti i Comuni d’Italia una singolare iniziativa: una cena popolare con la partecipazione di tutte le razze, da tenersi il 3 ottobre di ogni anno per deplorare l’impresa coloniale italiana, avvenuta nel maggio del 1936, con la conquista dell’Etiopia. Proprio per tale motivo ricordiamo al mondo intero il motto dei marxisti, nel nostro Mondo esiste una sola razza: quella dell’uomo!
Mai più guerre!
Mai più razzismi!
Abbasso la guerra!
W la Solidarietà Internazionale!
W la Pace!
Francesco Mandarano
ANTIFASCISTA MILITANTE
PRATO