di Mauro Gemma
Il presidente Nicolás Maduro ha accusato il suo omologo brasiliano, Jair Bolsonaro, di ospitare ed addestrare ex militari venezuelani che hanno disertato allo scopo dichiarato di preparare un attacco armato contro il Venezuela.
Il presidente venezuelano ha denunciato che in tal modo il Brasile si appresta ad aggredire il Venezuela.
Venerdì 14 febbraio, durante un incontro con i rappresentanti della stampa internazionale al Palazzo Miraflores di Caracas, il capo dello Stato venezuelano aveva spiegato che gli ex militari fuggiti in Brasile dopo aver attaccato un battaglione che presidiava il confine, in questo momento si muovono liberamente e armati di tutto punto.
Maduro ha accusato la sua controparte brasiliana, Jair Bolsonaro, di “coprire questi gruppi terroristici” per promuovere incursioni militari in Venezuela. Ha rivelato che ci sono prove di questi tentativi destabilizzanti e ha ricordato come il governo brasiliano aveva rifiutato di estradare i disertori che si erano rifugiati in Brasile dopo aver partecipato a un assalto armato ad una caserma nella Gran Sabana, nello stato di Bolívar, il 22 dicembre 2019.
Bolsonaro sta facendo di tutto per trascinare l’esercito brasiliano, che pure sembra riluttante a gettarsi in questa avventura, in un conflitto armato con il Venezuela. Il presidente reazionario e filo-statunitense del Brasile è determinato ad agire perché queste resistenze di alcuni settori dei vertici militari siano superate.
Maduro si dice comunque convinto che alla fine anche i militari brasiliani più riluttanti cederanno, dando l’avvio a un conflitto di proporzioni inimmaginabili, tale da coinvolgere altri stati latinoamericani (La Colombia da tempo si sta preparando per una simile eventualità).
Per queste ragioni Il presidente venezuelano si è detto sconcertato dal comportamento della cosiddetta “comunità internazionale” dei paesi imperialisti e loro alleati (a proposito, che dice il governo giallo-fucsia dell’Italia?), che non ha neppure commentato questo caso e da quello degli ambasciatori dei paesi occidentali che stanno violando tutte le norme della diplomazia partecipando platealmente ad attività a sostegno dell’opponente deputato Juan Guaidó”.
Va ricordato che il golpista Guaidò è da pochi giorni tornato in Venezuela, dopo avere fatto visita a una dozzina di paesi alleati degli Stati Uniti, alla ricerca di sostegni per la ripresa delle attività sovversive più eclatanti nel proprio paese, dopo il fallimento clamoroso del suo tentativo sedizioso di sollevare le Forze Armate Bolivariane contro il governo rivoluzionario a cui devono fedeltà.
24 Febbraio 2020