di MOWA
“Le persone intelligenti, se scoperte in un qualche fallo, lo negavano. Di fronte all’evidenza della falsità di tale smentita, dicevano di averlo fatto ma di non aver mentito, e che non lo ricordavano, però se l’avevano fatto o [se avevano] mentito, l’avevano fatto e ne avevano parlato in modo erroneo nell’interesse di qualcosa di tanto importante da alterare la natura stessa del fare e del mentire.” [Renata Adler Speedboat]
Quando una fake news (bugia, menzogna, balla) diventa “verità”?
Quando a trasmettere la fake news sono le televisioni pubbliche (di Stato) perché, poi, entrano nella connettività internauta a supporto della balla.
Altro elemento di sostegno alle fake news sono tutti quegli “ideologizzati”, quelli “senza” pudore, i cosiddetti servi sciocchi di un potere che li usa e getta a piacimento, che perseverano nella trasmissione della frottola.
Se, poi, le fake news vengono, periodicamente, rianimate, come una shakerata, farcite di notizie vere, si otterrà quella mescolanza esplosiva di confusione e moltiplicatore di creduloni.
Le “mezze notizie”, infatti, se dipinte con scolorina alla fake news, possono diventare, di fatto, un generatore di tanti inconsapevoli pappagalli di verità interpretabili… che, certamente, non aiutati dalle personali misere conoscenze e privati del senso critico (privazione anche dovuta alle decennali batoste alla scolarità degli ultimi decenni ad opera di questi faccendieri del disordine) il gioco è fatto! Diventano, così, vittime inconsapevoli di “mezze e/o modificate” notizie che si appensantiscono, ulteriormente, se diffuse da pseudo-trasmissioni che si ammantano di scientificità; come accaduto nella trasmissione Tg Leonardo della Rai del 2015 e resuscitata su internet, in questi giorni.
Infatti, si è dimostrato che la notizia data nella trasmissione Tg Leonardo della Rai (del 2015) dove “si parla di un virus creato in laboratorio dai cinesi, simile a quello che ha creato la pandemia da coronavirus di questi mesi”, verrà sbugiardata dall’epidemiologo di fama mondiale, professor Enrico Bucci, docente alla Templey University (Usa), nell’intervista a RaiNews24 asserendo che: “Il Covid-19 non è lo stesso virus creato in laboratorio dai cinesi nel 2015“. Una smentita categorica che evidenzia come la comunicazione “scientifica” della suddetta trasmissione Tg Leonardo sia pregiudizievole della salute mentale ed educativa della popolazione e chi propaga tali notizie dovrebbe passare nelle maglie della giustizia per aver diffuso panico (se non terrore) nelle persone in momenti di pandemia mondiale.
Una cultura sbagliata e padronal-sciovinista che porta in sé il peccato originario del privilegiare talune cose e negarne altre come fanno – tuttora, in piena crisi assistenziale ai malati di Covid-19 -, molti politici (che siano essi regionali, nazionali o locali) i quali vengono messi alle strette da chi, a livello locale, vive a diretto contatto con gli abitanti del territorio e denuncia la disparità di trattamento tra chi non ha una posizione sociale di rilievo secondo i parametri di una società fatta in classi.
Politici malvagi che si nascondono dietro la corrotta burocrazia della società per “giustificare” la propria piccolezza morale invece di risolvere i problemi modificando la violenza, l’ingiustizia e il sopruso che dominano l’esistenza tanto da sembrare la fotocopia dell’ espressione emblematica della comica teatrale gogoliana ne L’ispettore generale che metteva a nudo la cultura zarista.
Uomini di scienza che scelgono di schierarsi con militari per dominare altri esseri umani invece di ricercare vaccini e ciò che serve per il bene dell’intero globo, rimanendo presi al laccio dell’ingordigia personale a scapito dei giuramenti dei loro stessi studi.
Una tale degenazione complessiva di valori generali dovuta, probabilmente, anche, alla scomparsa di quell’intellettuale collettivo (come volevano i comunisti e realizzati dal P.C.I. e messi in atto in Cina, Cuba…) che criticamente impedivano l’insorgere di tali scivolamenti o brutture esistenziali che, invece, stanno facendo accettare alle nuove generazioni (e leve politiche), persino, la moria di anziani con il Covid-19; anziani intesi come memoria storica di quella conquista della democrazia e pace (nata dalla Resistenza al nazifascismo) nel Mondo in quest’ultimi 75anni del secolo trascorso. Diventa, forse, necessario invertire la rotta pensando in grande e recuperando aspetti di collettivizzazione dei bisogni (come insegnano le restrizioni di questi giorni) rispolverando, almeno, quel briciolo di umanità che antropologicamente è dovuta e concessa.