Francesca Mancuso
Le emissioni di combustibili fossili stanno diminuendo a seguito delle restrizioni imposte per contenere la diffusione del coronavirus e l’aria della Terra sta letteralmente cambiando. Le modifiche sono talmente evidenti da essere visibili addirittura dallo spazio. A mostrarle è stata la Nasa.
I satelliti dell’Agenzia spaziale americana infatti sono riusciti a immortalare da migliaia di km di distanza gli effetti della riduzione delle emissioni legate alle fonti fossili. Grazie ai satelliti in orbita attorno alla Terra, ai modelli basati su computer e ai set di dati e sensori situati sulla superficie del nostro pianeta, gli scienziati americani hanno osservato i crescenti effetti di questa pandemia e il modo in cui sta influenzando l’ambiente e l’atmosfera del nostro pianeta.
La Divisione Scienze della Terra dell’agenzia sta studiando gli impatti ambientali, economici e sociali della pandemia di COVID-19.
“La NASA ha un ruolo unico da svolgere in risposta a questa crisi”, ha dichiarato John Haynes, responsabile del programma NASA per le applicazioni di salute e qualità dell’aria. “Mentre continuiamo a raccogliere dati satellitari di osservazione della Terra su scala globale, possiamo aiutare a comprendere i cambiamenti globali derivanti dalla pandemia, oltre a studiare potenziali segnali ambientali che possono influenzare la diffusione di COVID-19″.
Secondo gli scienziati, le emissioni di combustibili fossili stanno diminuendo a seguito del cambiamento dei comportamenti umani in risposta al Covid-19.
“La risposta del mondo alla pandemia è un esperimento non intenzionale che ci sta dando la possibilità di testare la nostra comprensione delle varie fonti di emissioni di inquinamento atmosferico,” ha detto Barry Lefer, scienziato della Nasa.
Alcuni di questi sforzi riguardano proprio le emissioni di combustibili fossili. Joanna Joiner e Bryan Duncan, ricercatori del Goddard Space Flight Center della Nasa di Greenbelt, hanno studiato mappe e immagini che mostrano i livelli mutevoli di biossido di azoto, un inquinante dell’aria spesso associato ai combustibili fossili.
Secondo i due scienziati, i satelliti hanno rilevato livelli più bassi di biossido di azoto nell’aria su scala globale. Entrambi lavorano con i dati dello strumento di monitoraggio dell’ozono OMI, a bordo del satellite Aura della Nasa.
Gli scienziati hanno studiato le variazioni della presenza di NO2 dal lockdown della Cina. Già a marzo 2020, il calo nel paese era già evidente. Finora sono stati individuati cambiamenti significativi anche in Italia.
Joiner e Duncan hanno utilizzato i dati OMI, che risalgono al 2005, per confrontarli con quelli attuali e per capire come i gas nell’atmosfera terrestre stanno cambiando.
“Avevamo già gli strumenti per fare questo tipo di monitoraggio perché monitoriamo anche i gas, come l’anidride solforosa, legati alle eruzioni vulcaniche”,
ha detto Joiner. Tuttavia, mentre i vulcani hanno segnali molto evidenti che sono facili da vedere nei dati satellitari, gli impatti relativi al coronavirus sono più difficili da vedere. Sarà necessario un’analisi di lungo periodo ma il coronavirus di certo sta contribuendo notevolmente al calo delle emissioni.
°Il team di OMI ha deciso di rendere i dati a scienziati, economisti e professionisti della salute per aiutarli a capire come sta cambiando la chimica dell’atmosfera e quali saranno gli effetti sull’economia.
Fonti di riferimento: Nasa
2 Maggio 2020