Nel momento in cui molti Paesi sono riusciti a frenare l’avanzata del nuovo coronavirus con un graduale ritorno alla normalità per i loro cittadini, nell’unica superpotenza del mondo si registra ancora una crescita di 20 casi di contagio al giorno. Si tratta di una situazione grave e i politicanti di Washington non possono sottrarsi alle loro responsabilità. Essi hanno trascurato di proteggere la vita dei cittadini che ancora conducono una strenua lotta contro l’avanzata del virus. Questi politicanti sono spesso apparsi in pubblico come quando si partecipa ad un talk show ed hanno mostrato al mondo le loro bugie e la loro volgarità per il loro proprio tornaconto politico.
Tra tutte le dicerie da “talk show”, queste sono le più infondate e contrarie all’intelligenza: “il nuovo coronavirus è stato ingegnerizzato in un laboratorio di Wuhan” e “sganciarsi dalla Cina”. Queste dicerie non sono solo contrarie alle regole della scienza e dell’economia, ma mettono in pericolo la vita del popolo americano e lo sviluppo economico del loro Paese. Ovviamente queste voci non sono solo espressione del “dark humor” di alcuni americani ma rappresentano un vero e proprio “attacco suicida”.
Ricerche di scienziati provenienti da diversi paesi hanno confermato che il nuovo coronavirus non è stato prodotto in laboratorio. Il 4 maggio, il direttore del National Institute of Allergy and Malattie infettive, Anthony Fauci, ha dichiarato in un’intervista esclusiva rilasciata alla rivista National Geographic che, sulla base di prove scientifiche esistenti, è possibile escludere che il nuovo coronavirus sia stato manipolato o creato artificialmente.
Tutti ricordiamo come all’inizio dell’epidemia, nel momento più difficile per la Cina, alcuni funzionari Usa affermarono che questo virus avrebbe accelerato il ritorno della produzione negli Stati Uniti e avrebbe portato più posti di lavoro nel Paese. Tuttavia, ora gli Stati Uniti sono la nazione con il maggior numero di casi confermati e decessi al mondo e nel primo trimestre dell’anno l’economia ha visto un calo superiore a quello riscontrato nei primi tre mesi del 2008, ai tempi della crisi finanziaria internazionale.
In realtà molte società statunitensi hanno rafforzato i loro investimenti e le loro operazioni in Cina; basti pensare al progetto del “Coffee Innovation Industrial Park” di Starbucks firmato a Kunshan, (provincia del Jiangsu), all’annuncio da parte di Tesla dell’espansione della produttività a Shanghai, all’avvio ufficiale del progetto di etilene Huizhou con l’investimento di 10 miliardi di dollari da parte di ExxonMobil o all’annuncio di un ampliamento degli investimenti a Wuhan da parte di WalMart. Dunque molte aziende americane hanno mostrato fiducia nei confronti del mercato e dell’economia cinese con azioni concrete ed hanno snobbato le dichiarazioni di questi volgari politici da “talk show”.
2020-05-07