Il Comune di Roma garantisce a tutti i dipendenti che lo richiederanno, su base volontaria, la possibilità di eseguire test sierologici gratuitamente. Il Comune di Milano no, perchè?
Gruppi di lavoro formati da figure apicali e noti sindacalisti, piste ciclabili fatte col pennello, ma nessun impegno per garantire screening, nessuna scelta di responsabilità etica verso i dipendenti del Comune di Milano, perchè?
Mentre ancora aleggia lo spot del Sindaco: “Milano non si ferma”, SGB reclama test per tutti, alla pari della scelta fatta da Roma Capitale e altre Amministrazioni comunali.
SGB-CUB Comune di Milano
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Sindacato Generale di Base Lombardia
Aderente alla Confederazione Unitaria Di Base (CUB)
Test sierologici per tutti i dipendenti,
Roma da una lezione a Milano.
Notizia del 30 aprile 2020, la Sindaca Raggi scrive a tutti i dipendenti del Comune di Roma Capitale annunciando che, su base volontaria, gratuita e su richiesta individuale, potranno essere sottoposti ai test sierologici in relazione al COVID 19.
La tanto vituperata amministrazione capitolina, che in questi anni è stata spesso indicata quale incapace e inefficiente, al contrario dell’ ingegnosa e operosa amministrazione meneghina, da una lezione di responsabilità etica senza precedenti, approvando la linea della tutela sanitaria estesa a tutti i propri dipendenti che ne faranno richiesta.
Mentre al Comune di Milano per l’emergenza COVID si fanno chiacchiere, annunciando gruppi di lavoro dedicati e ciclabili fatte col pennello, al Comune di Roma alla teoria scelgono la pratica, mettendo in campo un programma di screening collettivo a tutela della salute di tutti i dipendenti comunali.
Insomma quella che fu la Milano da bere, eredità delle note passate giunte socialiste (sic), attualmente guidata dalla Giunta Sala, quello del tristemente famoso spot “Milano non si ferma”, come recita il popolare modo di dire “si è fatta bagnare il naso”, proprio dalla concorrente frequentemente denigrata nei notiziari e sui giornali.
Ricordiamo che l’Ente romano ha una pianta organica numericamente superiore a quella milanese, di oltre il 50% di unità, ma questo non ostacola la progettualità di un intervento che non solo è lodevole, ma che si pone nella corretta ottica della salvaguardia e degli obblighi dovuti verso i propri lavoratori dipendenti.
Mentre al Comune di Milano, non solo scandalosamente non si prevedono misure simili, ma ancor oggi ricordiamo che migliaia di dipendenti sono totalmente esclusi dalla più semplice sorveglianza sanitaria, per pura logica di risparmio e opportunità aziendale, a scapito della prevenzione e della salute dei lavoratori interessati.
Caro Sindaco Sala i dipendenti del Comune di Milano agli spot preferiscono la sostanza!!
Milano, 8 maggio 2020
Sindacato Generale di Base Lombardia
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