Anni di politiche volte a depotenziare i servizi territoriali e le strutture pubbliche in favore dei privati convenzionati. Per questo gli ospedali lombardi non sono riusciti a sostenere l’urto della pandemia. Una rete di associazioni ha chiesto al ministro Speranza di intervenire.
Commissariare la Regione Lombardia per come è stata gestita l’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia da Covid-19 sin dai primi casi di contagio. È quanto chiedono il Forum per il Diritto alla salute (Fds), Milano 2030 e altre associazioni al ministro della Salute, Roberto Speranza, portando a sostegno della propria istanza un dossier in cui sono indicati i provvedimenti ritenuti necessari. Abbiamo chiesto ad alcuni attivisti di illustrarci i dettagli e le motivazioni dell’iniziativa. «Per prima cosa – spiega E. Comelli (Milano 2030) – associazioni, forze sociali e politiche si sono unite lanciando una petizione che ha raccolto 77mila firme, con lo scopo di fermare l’ecatombe che ha colpito soprattutto i cittadini più fragili, anche a causa di distorsioni del Servizio sanitario lombardo».
Perché chiedete il Commissariamento? «Bastano alcuni numeri» dice A. Barbato, medico psichiatra, presidente Fds: «Dal 21 febbraio all’1 maggio i contagi sono stati 77.002 (cioè il 36,8% del totale nazionale) e i morti 14.189 (56%). In Lombardia ci sono stati inoltre 141,4 morti ogni 100mila abitanti mentre in Emilia Romagna sono 81,4; in Liguria 77,1; Piemonte 71,8 e Veneto 30,4». Secondo A. Gazzetti, associato Fds, dietro questi dati ci sono due tipi di difficoltà: «Contingenti e storiche. Il 90% dei decessi riguarda persone con più di 60 anni, malati cronici, non autosufficienti, senza possibilità d’essere assistiti a domicilio. La mortalità è concentrata nelle Residenze sanitarie assistenziali, ove i decessi sono stati il 50%. Nei luoghi di cura e assistenza non erano disponibili mascherine, visiere, guanti, a ospiti, personale e visitatori. Non sono stati effettuati i tamponi dall’inizio, su contatti dei contagiati».
Chiediamo a S. Marsicano, associato Fds, quali sono i fattori storici: «Nel 1992 le Unità socio sanitarie locali sono diventate Aziende sanitarie locali. Oltre all’eliminazione del termine “sociale” hanno iniziato a prevalere gli aspetti contabili (pareggio di bilancio). Nel 2003, una nuova riforma ha spostato parte dell’investimento della sanità pubblica verso il privato convenzionato, in particolare in Lombardia, più orientato a investire e occuparsi delle cure più remunerative, rispetto a un servizio utile per tutti gli assistiti in sintonia con l’art. 32 della Costituzione». Quindi, da un lato…