di Angelo Ruggeri
Alla signora Castellina,
e a chi come Lei, persa ogni autonomia teorico-culturale e politica, sembra pensare che il fine giustifica i mezzi, anche presidenzialisti, sicché guarda solo al contenuto e non anche agli strumenti autoritari con cui lo si attua, strumenti che mettono fuori gioco il Parlamento; sicché a quanto pare non conosce o ha dimenticato la Costituzione– che non prevede stati d’eccezione o deroghe -, e quindi si assimila a Craxi (DPR. 400/88 subito fatto segno di illegittimità costituzionale), a Berlusconi e Renzi, nonché a G.F. Miglio e Cossiga ( e a De Gaulle) che invocavano quello “sbrego” alla Costituzione “che altro non sarebbe che un ‘colpo di stato”, attuato con “deroghe”, quali quelle del premierato di “fatto”, regime del capo del governo innestato sui DPCM , cioè con “metodi da ‘colpo di stato’ come quello attuato da De Gaulle, appunto come ‘deroga’ alle procedure costituzionali, con cui si punta a cancellare l’intero disegno della nostra forma di stato e di governo, e quindi la stessa sovranità popolare, APROFITTANDO DELLA NATURALE MAGGIORE ATTENZIONE POPOLARE AI CONTENUTI DEI PROVVEDIMENTI DI NATURA SANITARIA …
La storia insegna che ogni atto, comportamento e o deroghe durano sempre e lasciano segni permanenti, tanto più in una fase in cui – ancora una volta, dagli anni ’70 sempre in nome e approfittando di “emergenze” permanenti… – si impone la digitalizzazione capitalistica e ci sono forze al governo, come i 5 stelle e non solo, che proclamano apertamente l’inutilità del Parlamento che – come richiesto dalla P2 di Gelli – già lo hanno depotenziato “tagliando” il numero dei rappresentanti del popolo, introdotti referendum senza quorum contrapposti al Parlamento, ventilato per gli eletti un vincolo non già al popolo ma alla segreteria e vertici di partito … Quindi, egregia signora, le alleghiamo quanto segue, senza pretese ma solo per stimolare una attenzione e riflessione anche alla importanza dei mezzi che non sempre, anzi mai giustificano i fini … O no?
d’Albergo. E il premierato, regime del capo di governo
LO “SBREGO” COSTITUZIONALE DEI DPCM