Cronologia di tutti i piani smantellati.
Con l’assunzione di Nicolás Maduro come presidente del Venezuela, è iniziata un’epoca di destabilizzazione senza precedenti nella nostra storia contemporanea, con attori interni ed esterni che hanno propalato un conflitto irregolare, di carattere terroristico e non convenzionale, che hanno avuto come obiettivo il cambio di regime e l’assassinio dei principali dirigenti del chavismo.
Sono state numerose le azioni di violenza politica scatenate dalle élite anti-chaviste, in particolare quelle relazionate ad operazioni militari, mercenarie e tentativi di omicidio. Questo è il motivo per cui riportiamo, in ordine cronologico, eventi legati ai tentativi dell’opposizione, locale e transnazionale, di minare la Repubblica Bolivariana a beneficio di un’agenda golpista continuata.
10 giugno 2013
Nove paramilitari sono stati catturati a Coloncito (Táchira) e a Guanare (Portuguesa), membri de Los Rastrojos, vincolati con il capo paramilitare colombiano José María Barrera, alias “Chepe Barrera”, armati di fucili d’assalto, granate e pistole. Le autorità hanno trovato una scatola nera pronta per essere utilizzata per un falso positivo in un incidente aereo.
I paramilitari catturati hanno riferito che un terzo gruppo era già nella capitale con armi da cecchini, in una località sconosciuta. Avevano programmato di trasferirsi nella capitale dello stato, dove gli sarebbe stata assegnata una missione da compiere a Caracas: assassinare il presidente Maduro, secondo il SEBIN.
25 marzo 2014
Un gruppo di generali dell’Aeronautica Militare è stato catturato, con collegamenti diretti con settori dell’opposizione. Loro stessi dicevano che quella settimana era decisiva. Stavano preparando un piano di rivolta militare, denunciato da ufficiali di rango inferiore.
Erano gli ufficiali: Generale di Brigata (Av) José Daniel Machillanda Díaz; il Generale di Divisione (AV) Oswaldo Hernández Sánchez; ed il Generale di Brigata Carlos Alberto Millán Yaguaracuto.
Successivamente, all’inizio di aprile, è stato catturato, il capitano (r) Juan Carlos Nieto Quintero (che appare insieme a Jordan Goudreau in un video di domenica 3/5/2020 auto aggiudicandosi l’ “Operazione Gedeon”), della GNB. E’ stato detenuto da funzionari della Direzione Generale d’Intelligence Militare (DGCIM) ed accusato di istigazione alla ribellione.
12 febbraio 2015
Le autorità venezuelane smantellano un tentativo di colpo di stato, il cosiddetto “Golpe Azul” o “Operazione Gerico“. Il piano consisteva nell’armare un aereo Tucano ed attaccare il Palazzo Miraflores, o dove partecipasse il Presidente, tra quelli, negli atti commemorativi indetti in occasione della Giornata della Gioventù.
Nicolás Maduro ha informato che era stato pianificato da un gruppo di ufficiali venezuelani dell’Aviazione Militare e dal governo USA. Ha anche fornito dettagli su un giovane venezuelano (non identificato), che le autorità stavano seguendo perché era coinvolto nell’operazione, per la quale ha ricevuto un pagamento in dollari. Ha spiegato che il giovane aveva comunicato ad un altro degli ufficiali coinvolti il suo arresto, e quindi il piano è stato abortito.
12–13 febbraio 2016
In quei giorni, è stato smantellato un piano in cui erano coinvolti operativamente cinque militari e tre civili: José Gregorio Delgado, Ruperto Chiquinquirá Sánchez, Juan Carlos Nieto Quintero, César Orta Santamaría, Víctor José Ascanio, Nery Adolfo Córdoba, Andrés Thompson Martínez, Laided Salazar e José Acacio Moreno, rispettivamente.
L’idea era attaccare via aerea punti strategici delle istituzioni statali; includeva anche operazioni contro civili. Un tentativo di golpe militare sotto la dottrina dello shock.
Da questo piano è derivata la cattura di Antonio Ledezma su rivelazioni della DGCIM e della Milizia.
Primo trimestre del 2017
L’ “Operazione Spada di Dio” aveva tra i suoi membri: Ángel Vivas e Raúl Baduel, rispettivamente ex generale di Brigata ed ex generale della FANB, che avevano reclutato ufficiali subalterni al fine di effettuare un omicidio contro il presidente Maduro.
Lo stato è riuscito a catturare diversi membri appartenenti a questa operazione, tutti accusati di sovversione; tuttavia, alla fine di quell’anno alcuni di loro sono fuggiti dalla prigione di Ramo Verde (Miranda). Le rivelazioni di un infiltrato è stata la chiave per smantellare il piano.
Aprile 2017
Eduardo Ventacourt e Johan Peña, ex funzionari della DISIP, insieme al colonnello (r) Zomacal Hernández, avrebbero eseguito l’Operazione Scudo Zamorano. A quest’ultimo sono stati sequestrati 32 chili di esplosivo C4 ed altre armi che sarebbero state utilizzate in un piano golpista.
Tra i pianificatori si trovavano i politici Roberto Enríquez, Oswaldo Álvarez Paz (entrambi di COPEI) e Julio Borges (Primero Justicia), che erano direttamente coinvolti nell’istigazione di alcuni ufficiali della FANB all’insurrezione.
27 giugno 2017
L’ex agente di polizia Óscar Pérez del Corpo d’Investigazioni Scientifiche, Penali e Criminalistiche (CICPC) ha sequestrato un elicottero, sorvolato diversi siti di Caracas e sparato ed ha tentato di attaccare diverse istituzioni dello stato venezuelano, incluso l’edificio del Tribunale Supremo di Giustizia.
6 agosto 2017
Quel giorno si è prodotta una scaramuccia militare nel Forte Paramacay (Carabobo): la cosiddetta “Operazione David”, in cui c’è stato furto di armi ed appelli all’insurrezione insieme ad altri operatori non militari, guidato da Juan Caguaripano della 41a Brigata Blindata di Valencia È stato neutralizzato dalla FANB, catturando la maggior parte dei membri.
I pochi coinvolti nel tentativo che sono riusciti a fuggire hanno portato con sé le seguenti armi: 500 fucili AK-103 e 500 caricatori di quel tipo di fucile; 50 lanciagranate multiple da 40 mm; 140 granate da 40mm; 80 baionette, 60 pistole. Questo materiale bellico è stato collocato in un veicolo Toyota con targhe militari ed è uscito dalla corrispondente installazione militare.
18 dicembre 2017
Nell’ambito dell’ “Operazione Genesis”, un gruppo di mercenari, paramilitari ed ex funzionari della sicurezza dello stato, guidati da Óscar Pérez, ha assaltato un posto della GNB, a Laguneta de la Montaña (Miranda), dove hanno sottratto 26 fucili d’assalto e munizioni.
In un video, Pérez appare durante l’operazione in cui una manciata di soggetti vestiti con indumenti del controspionaggio militare (DGCIM) hanno assaltato il posto della GNB.
Nell’operazione, i falsi agenti DGCIM hanno anche preso 26 fucili Kalashnikov, modello AK-103; 3 pistole 9 mm; 108 caricatori di AK-103; 3 caricatori per pistola; 3240 munizioni per fucili AK-103 e 67 munizioni da 9 mm, secondo le versioni stampa.
15 gennaio 2018
Mediante rivelazioni della DGCIM, è stato possibile rilevare il punto in cui si trovava la cellula terroristica di Óscar Pérez, a El Junquito (Caracas). Dopo il lavoro degli organi di sicurezza e di intelligence, con il dispiegamento di diverse brigate e funzionari di CONAS, SEBIN, DGCIM, GNB, FAES della PNB e Policaracas, è stata implementata l’ “Operazione Gedeon”, intitolata così dalle istituzioni di polizia-militari, dove diversi membri dell’ “Operazione Genesis” sono stati uccisi, tra cui il famoso, dal punto di vista mediatico, Óscar Pérez.
Marzo 2018
Dall’inizio di quel mese, è stato individuato un piano di colpo di stato all’interno della FANB, chiamato “Movimento di Transizione alla Dignità del Popolo”, in cui era coinvolto l’ex generale Miguel Rodríguez Torres.
Tra i suoi membri si trovavano: il tenente colonnello Iver Marín Chaparro; tenente colonnello Henry Medina Gutiérrez; tenente colonnello Deivis Mota Marrero; tenente colonnello Eric Peña Romero; tenente colonnello Victoriano Soto Méndez; tenente colonnello Juan Carlos Peña Palmatieri; primo tenente Yeiber Ariza; sergente Julio Carlos Gutiérrez; e sergente Yuleima Medina.
A metà del mese è stato smantellato dalla DGCIM.
Aprile 2018
L’ “Operazione Gedeon II” delle autorità statali, ha informato, il 18 aprile, il ministro Néstor Reverol, è riuscita a smantellare una cellula terroristica coinvolta in atti destabilizzatori che cercavano di generare angoscia nella popolazione ed impedire le elezioni del 20 maggio.
L’operazione era la continuazione di un’indagine esaustiva in cui si è raggiunto lo smantellamento della cellula terroristica di Óscar Pérez.
Sono stati arrestati 10 cittadini, tra cui Alonso José Mora, Érick Anderson Villaba e Stephanie Madelein, membri attivi di un gruppo di shock armato che hanno partecipato alle guarimbas del 2017. Nella cellula c’era anche Carlos Miguel Aristimuño, che apparteneva alla DISIP ed era pilota di elicotteri, contrattato per addestrare istruttori.
Maggio 2018
Si sarebbe tentato di organizzare un nuovo schema per il colpo di stato militare guidato dal generale (r) Oswaldo García Palomo, dalla Colombia, nell’ambito delle elezioni presidenziali, chiamata “Operazione Costituzione”. Le agenzie di intelligence e di controspionaggio statali hanno fatto fallire e smantellato il gruppo.
García Palomo è stato anche coinvolto in un altro piano golpista all’inizio del 2019. È stato arrestato a fine gennaio 2019 dalle autorità venezuelane.
Maggio 2018
Parallelamente all’ “Operazione Constituzione”, si gestiva l’ “Operazione Armageddon”, composta da effettivi militari e civili e diretta dal capitano navale Luis Humberto de la Sotta Quiroga. Nove soldati sono stati accusati di crimini di tradimento contro la patria, istigazione alla ribellione militare, cospirazione per l’ammutinamento e contro il decoro militare.
Con il tentativo di golpe militare si pianificava far fallire le elezioni presidenziali. L’operazione andava avanti dal 2017 e consisteva nel prendere la Base Aerea de La Carlota (Caracas) e persino eseguire l’assassinio contro il Presidente Maduro.
Il piano è stato smantellato dalla DGCIM. L’inchiesta ha rivelato che erano coinvolti i militari, Oswaldo Álvarez Paz (del partito COPEI) e finanziamento di USA e Colombia.
4 agosto 2018
Quel giorno è avvenuto un attentato al fine di assassinare il Presidente (“Operazione David contro Goliat”), alcuni ministri e membri dell’Alto Comando Militare a Caracas nella cerimonia per l’81esimo anniversario della GNB. Lì si azionarono esplosivi su droni per assassinare il Presidente Maduro.
L’opera di civili, militari e forze di polizia, in congiunto, ha frustrato l’operazione.
Argenis Ruiz, pilota del drone, e Juan Carlos Monasterio, coordinatore dell’attentato ed ex GNB, sono stati arrestati dalle autorità.
Successivamente, nel gennaio 2019, il generale (r) Oswaldo García Palomo ha ammesso che il tenente colonnello Ovidio Carrasco, appartenente alla Guardia d’Onore Presidenziale, è stato reclutato da Julio Borges, nel 2013, ed ha partecipato alla pianificazione dell’assassinio.
Oltre a Julio Borges, avrebbero partecipato anche altri politici venezuelani: Fernando Albán e Juan Requesens.
30 aprile 2019
La mattina di quel giorno si è svolta la “fase finale” dell’ “Operazione Libertà“, con protagonisti Juan Guaidó, Leopoldo López, Cristopher Figuera e personale militare, tra i quali Ilich Sánchez e Juvenal Sequea.
Il movimento cercava che il presidente Nicolás Maduro lasciasse il potere, a partire dalla presa della base aerea de La Carlota, che non è stata mai presa. L’operazione non è durata se non poche ore della mattino ed è stata smantellata dalla DGCIM.
Giugno 2019
Dopo 14 mesi di controspionaggio da parte della DGCIM, l’ “Operazione Vuelvan Caras” è stata smantellata. Tra i suoi membri c’era il generale in pensione Ramón Lozada Saavedra; il generale Miguel Sisco Mora: il colonnello Miguel Castillo Cedeño; il maggiore in pensione Pedro Caraballo; il primo tenente Carlos Eduardo Lozada Saavedra; e i commissari José Valladares Mejías e Miguel Ibarreto.
Si trattava di un golpe militare che si proponeva un assassinio dopo la presa del Palazzo Miraflores, della base aerea de La Carlota e dei caveau della Banca Centrale del Venezuela, in cui era coinvolto anche Josnars Adolfo Baduel, figlio di Raúl Baduel.
Agosto 2019
L’ “Operazione Forza e Libertà” di carattere terroristico era un tentativo di attaccare la sede della FAES a Propatria, il Blocco 40 della parrocchia 23 de Enero ed il Palazzo di Giustizia (Caracas). È stato smantellato dalla DGCIM.
Consisteva in una scaramuccia militare per tentare un golpe e omicidio del Presidente in cui era coinvolto l’ufficiale del Palazzo di Giustizia, Ronnel Guevara, e Luis Ricardo Gómez Peñaranda, cittadino colombiano-venezuelano che è stato detenuto mentre trasportava esplosivi.
All’epoca, il ministro Jorge Rodríguez aveva denunciato che Clíver Alcalá era in Colombia, coordinando, da là, l’addestramento di oltre 200 terroristi in tre campi: a Maicao, Santa Marta e Riohacha.
Dicembre 2019
Nella mattina di domenica 29 dicembre è stato trasmesso un video in cui un gruppo di militari si sollevavano, incitando alla ribellione, al colpo di stato e all’assassinio. Hanno rivendicato un furto di armi durante l’assalto ad un distaccamento della GNB il 22 dicembre scorso nel municipio di Gran Sabana (Bolivar), in quella che hanno chiamato “Operazione Aurora”.
Erano il tenente Josué Abraham Hidalgo Azuaje, il cecchino José Angel Rodríguez Araña ed il sergente maggiore Darwin Balaguera Rivas.
Nell’ “Operazione Aurora” era direttamente implicato Gilber Caro, che è stato arrestato nel contesto dell’assalto del 22 dicembre, ed ha avuto il sostegno pubblico, dagli USA, di Iván Simonovis, membro della squadra di Juan Guaidó.
Nel gennaio 2020, il ministero pubblico ha accusato 18 persone che facevano parte dell’operazione.
Maggio 2020
Un’incursione armata di mercenari (“Operazione Gedeon”) a Macuto (La Guaira) ed in altre regioni delle coste venezuelane è stata neutralizzata dall’unione civile-militare-poliziale (“Operazione Negro Primero”) da domenica 3 maggio.
La DGCIM gestiva i dati sull’operazione, in particolare l’ubicazione dei campi in Colombia, dove si realizzava l’addestramento ed il coordinamento diretti da Clíver Alcalá.
Juan Guaidó, J.J. Rendón, Sergio Vergara e l’avvocato Manuel Retureta avevano firmato un contratto con la società mercenaria USA Silvercorp, di Jordan Goudreau, per innescare un’incursione armata, eseguire un piano per catturare ed assassinare il presidente Maduro ed abrogare de facto la Costituzione della Repubblica bolivariana.
Maggio 18, 2020