Non compare neanche il costo delle apparecchiature medicali, lettini, respiratori eccetera. Non è un dettaglio da poco. Per avere un termine di paragone si può considerare la struttura gemella inaugurata a Civitanova Marche sabato scorso e come quella della Fiera “concepita” da Bertolaso.
Lì, per 90 letti di terapia intensiva, sono stati spesi 6,9 milioni per opere civili e altri 11,6 per attrezzature mediche. A Milano, per 221 letti: 17,2 milioni per opere civili e non si sa quanto per le attrezzature. Di sicuro non si tratta di una cifra trascurabile, visto che un singolo respiratore può costare tra i 20 e i 30 mila euro.
In realtà, le attrezzature mancano dal rendiconto perché non erano di competenza di Fondazione Fiera, che si è occupata soltanto della progettazione e della realizzazione dell’infrastruttura. Il presidente, Enrico Pazzali, spiega che le attrezzature sono state donate dai privati, o sono state offerte in comodato d’uso. Sono comunque un costo, che fa lievitare la spesa totale ben oltre i 21,6 milioni di euro raccolti dai donatori.
Nel rendiconto si trovano comunque altre informazioni interessanti. Si dice che tra le strutture approntate risultano “due sale per piccoli interventi chirurgici”: per mesi il presidente della Regione Attilio Fontana e Bertolaso hanno difeso la struttura in Fiera definendola un ospedale vero e proprio, con “sale operatorie complete e funzionanti”. Ora si scopre invece che non sono altro che ambulatori. Quindi, se uno dei sei pazienti ieri ricoverati nell’Astronave dovesse avere bisogno di un intervento cardiovascolare, dovrebbe essere trasportato al Policlinico.
Più comprensibile, dunque, la diatriba tra Bertolaso e Regione Lombardia sulla ventilata, prossima chiusura dell’ospedale. Nonostante le smentite di un agitatissimo Bertolaso ieri alla trasmissione di RaiTre “Agorà” – dove era stato invitato senza contraddittorio – la vicenda è chiara: Fontana sa che la struttura in Fiera non rientra nelle linee guida dell’Oms per gli ospedali Covid e quindi potrebbe essere smantellato.
Bertolaso – che pur ne aveva disconosciuto la paternità in una telefonata con l’avvocato Giuseppe La Scala, uno dei donatori – lo vorrebbe tenere aperto e, anzi, vorrebbe “trasformarlo in un ospedale completo, con pronto soccorso e triage”. Cioè vorrebbe investirci ulteriori fondi.
Resta il mistero sulla molto annunciata donazione di 10 milioni di euro di Silvio Berlusconi. Fondazione Milano, che gestisce il fondo sul quale sono affluiti i soldi dei donatori, ha smentito seccamente di aver ricevuto l’assegno. I soldi sarebbero stati versati direttamente sul conto di Regione Lombardia. Il capogruppo di Forza Italia al Pirellone, Gianluca Comazzi, ha confermato la donazione, ma evidenze di quel versamento a oggi non ci sono.
22 maggio 2020