di MOWA
“Ho un’ultima lezione da dare: essi mi devono uccidere perché sappiano quello che hanno fatto. La città dovrà affrontare la propria colpevolezza.”
(Socrate)
I diversi medici stranieri, che hanno dato una mano al contenimento del fenomeno pandemico in Italia, e alla guarigione dei pazienti ricoverati, se ne stanno andando e rimane il grande quesito: sapranno gli abitanti far tesoro dell’aiuto dato da queste persone?
Dai media si danno, negli ultimi giorni di “fase 2” del Governo, informazioni di invasione delle piazze movidiole di un’esagerazione di persone, che non rispettano le forme precauzionali sanitarie, tanto da preoccupare le autorità che pensano di dover prendere ulteriori provvedimenti più restrittivi delle libertà dei cittadini.
Questo atteggiamento (per dirla alla De Luca) “cafonesco” e irresponsabile di molte persone, solleva la preoccupazione per tutti coloro i quali hanno rispettato faticosamente le indicazioni delle istituzioni e temono di dover andare incontro, forse, ad altre restrizioni.
Tutto ciò, però, solleva il problema originario e che sembra passare in secondissimo piano nell’ambito delle responsabilità di chi non ha saputo (o voluto?) usare i mezzi a disposizione per limitare e arrestare il fenomeno pandemico dall’inizio.
I media evidenziano le irresponsabilità delle persone che vanno nelle piazze del Paese e, invece, non si danno una risposta minima sociologica sul fatto che tali comportamenti sbagliati sono il frutto di decenni di proposte di paradigmi di società sbagliati, basati su un consumo del voluttuario a tutti i costi; un consumismo che viene martellato ogni secondo sia nelle campagne pubblicitarie che tramite “rappresentanti” televisivi di modelli sbagliatissimi di un finto benessere.
Quanti programmi televisivi, sia pubblici che privati, sono basati, come intrattenimento, su incredibili scempiaggini?
Questa produzione massiva di programmi radio-televisivi o su carta stampata su scala planetaria dove si pensa che portino?
Infatti, i risultati di tali scelte, che troviamo oggigiorno, sono quelli di una buona fetta di popolazione (intere generazioni) con poca capacità di concentrazione o elaborazione come risultato.
Questo vuol dire che chi aveva responsabilità della formazione ha (ir)responsabilmente fatto diminuire quelle che sono le barriere della capacità analitica, che è la premessa della prevenzione e della consapevolezza di cosa sia giusto fare e cosa sia, invece, sbagliato, sia per sé stessi che per gli altri, minando il futuro.
Tale privazione di elaborazione, causata da una scarsa educazione/formazione, si propagherà in tutti i campi e settori; ciò vuol, anche, dire che si avranno ricadute con leggi “stupide” fatte da politici che sono in quell’alveo di insulsaggine come dimostrano i fatti in molte regioni, comuni… Invece, eviterebbero, se corrette, in futuro, assessori che vomitano sproloqui sul contagio del Covid-19.
Una pratica culturale che, purtroppo, non ha salvato e non salverà chi ha avuto con questa pandemia risparmiata la vita dei propri cari e che avranno quel giusto desiderio di voler riparare con la giustizia a questa mediocrità intellettuale che li ha visti, loro malgrado, coinvolti.
Un Paese che si definisca civile deve avere e conservare gli anticorpi e si deve saper difendere da tali scempiaggini e tutelare i propri abitanti andando, se necessario (e in questo caso lo è), nelle sedi giudiziarie perché non si può essere indifferenti (o distolti)verso gli autentici responsabili della diffusione e dei decessi causati dal Covid-19 con inadeguate direttive o regolamenti.
Perché non è accettabile cadere nel tranello dello scarico della responsabilità in quanto la pianificazione (sia politica che deliberativa) della prevenzione è in capo a persone che hanno tutti gli strumenti sia economici che autoritari per farlo tanto da non dare alibi ad alcuno. Per questo è giusto, vista la mole dei decessi deferire i responsabili politico-amministrativi ad un Tribunale che venga paragonato alla stessa stregua di quello del processo di Norimberga perché è stata una autentica strage e, quindi, “crimine contro l’umanità”.
I numeri della pandemia parlano più di ogni giustificazione a propria discolpa.
Foto di copertina: Una delle fasi del processo di Norimberga