Quando si parla di effetti “collaterali” delle guerre bisogna includervi anche queste povere vittime che sono state soggiogate per commettere atti atroci, in terre straniere, in nome e per conto di interessi altrui per poi essere lasciate a fare i conti con la propria coscienza.
MOWA
Washington – (Adnkronos/Washington Post) – L’anno scorso 349 militari in servizio si sono tolti la vita rispetto ai 229 morti in battaglia. Triplicata la spesa per Viagra per i reduciWashington, 15 gen. (Adnkronos/Washington Post) – L’anno scorso il numero di militari americani che si sono tolti la vita ha superato quello dei caduti in combattimento. I 349 suicidi registrati nel 2012 tra i membri in servizio delle Forze armate, rispetto ai 229 caduti in Afghanistan lo scorso anno, segna il pesante tributo pagato a un decennio di guerre e sottolinea le difficoltà del Pentagono nell’affrontare una questione che alcuni comandanti considerano ormai una vera e propria epidemia.
Il monitoraggio dei suicidi tra i militari in servizio è iniziato nel 2001 e le prime serie preoccupazioni del Pentagono sono iniziate nel 2006, quando il numero di quanti si sono tolti la vita a causa della depressione o del Ptsd, il disturbo da stress post traumatico, ha subito un sensibile aumento. Il picco, prima del record del 2012, fu raggiunto nel 2009, con 310 suicidi. Lo stesso segretario alla Difesa, Leon Panetta, la scorsa estate espresse tutta la sua frustrazione, quando il numero dei suicidi toccava ormai la media di uno al giorno.
Nonostante il numero dei militari suicidi si attesti su livelli leggermente più bassi di quelli riscontrati tra la popolazione civile, le autorità militari ritengono che il fenomeno sia inaccettabile. Nel tentativo di fermare questa tendenza, le Forze armate hanno assunto un gran numero di terapeuti specializzati, hanno avviato uno studio sulla salute mentale del personale in divisa e avviato una vera e propria unità di crisi. Si tratta del “problema più urgente che ci troviamo ad affrontare”, ha detto la portavoce del Pentagono, Cynthia Smith. “Ci prendiamo cura della nostra gente e questo comprende anche fare tutto il possibile per prevenire i suicidi tra i militari”, ha aggiunto.
Il Corpo dei Marines, che nei due anni precedenti aveva avuto successo nel ridurre il numero dei suicidi, ha visto nel 2012 un drammatico aumento percentuale del 50%, il più alto tra le Forze armate, con 48 militari che si sono tolti la vita. Il numero dei tentati suicidi è stato invece di 179. Anche la Marina e l’Aeronautica, solitamente le armi con il minore tasso di suicidi, lo scorso anno hanno avuto un aumento, rispettivamente con 60 (+15%) e 59 (+16%) suicidi. L’Esercito, che vanta il maggior numero di effettivi nelle Forze Armate Usa, ha avuto 182 suicidi nel 2012, rispetto ai 159 del 2011.
Dai bilanci del Dipartimento per i veterani emerge inoltre che i programmi di assistenza sanitaria per i reduci hanno registrato negli ultimi sei anni un triplicarsi della spesa per Viagra ed altri medicinali per disfunzioni erettili. Il Dipartimento ha speso nell’anno fiscale che si è chiuso lo scorso settembre 71,7 milioni di dollari contro i 27,1 spesi nel 2006.
L’aumento di spesa per questi medicinali è una delle conseguenze dell’aumento del numero di casi di disturbo da stress post traumatico e depressione che si registra tra i militari rientrati in patria dall’Afghanistan e dall’Iraq. “Non molti reduci sono ovviamente disposti a parlare” dei problemi di impotenza collegati alla loro depressione, spiega Jason Hansman, che dirige i programmi per l’assistenza sanitaria.
“E’ un segnale positivo che il dipartimento sostenga le spese per questi medicinali – aggiunge – la salute sessuale è parte del quadro generale della salute dei reduci”. Ma c’è chi esorta il dipartimento ad assicurare anche alle donne reduci dal fronte, che presentano disturbi della sessualità legati sempre al Ptsd, lo stesso sostegno dato ai colleghi maschi. “Molte delle questioni legate alle disfunzioni sessuali femminili non vengono riconosciute ed è difficile ottenere assistenza” ha dichiarato Chellie Pingree, deputata democratica che il mese scorso ha scritto in proposito al dipartimento per i veterani.