Rispondendo alle critiche rivolte da alcuni paesi occidentali, nel corso della 44esima conferenza del Consiglio per i diritti umani dell’Onu, alla legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, oltre 50 paesi si sono detti contrari all’ingerenza negli affari interni della Cina da parte dei paesi occidentali e hanno espresso il loro sostegno alla posizione e alle misure adottate dalla Cina riguardo la questione di Hong Kong. Gli esperti di diritti umani di Cina e Francia hanno affermato che criticando la legge sulla sicurezza nazionale per la Ras di Hong Kong, alcuni paesi occidentali intendono politicizzare il Consiglio per i diritti umani creando al suo interno una contrapposizione ideologica.
Secondo l’opinione di prof. Christian Mestre, rettore onorario del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Strasburgo, il Consiglio per i diritti umani dell’Onu è diviso in due campi, uno è composto dai paesi occidentali con al centro gli Stati Uniti, l’altro è composto dai paesi che si oppongono alla politicizzazione del Consiglio da parte dei paesi occidentali. Il professore ha detto che l’amministrazione Trump si trova ad affrontare enormi difficoltà nel proprio paese, motivo per cui ha cercato di attaccare la Cina continentale per “aver violato” la libertà dei cittadini di Hong Kong, distogliendo in questo modo l’attenzione del popolo americano. Gli altri paesi, al contrario, hanno espresso il proprio sostegno alla Cina, hanno confutato l’attacco mosso dagli Stati Uniti e riferito alla comunità internazionale che quanto sostenuto dagli Usa non corrisponde alla realtà dei fatti.
Liu Huawen, direttore esecutivo del Centro di ricerca sui diritti umani dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, ha affermato che il sostegno fornito da molti paesi alla Cina dimostra il loro rispetto della realtà dei fatti e del diritto internazionale. Il professore ha inoltre spiegato la razionalità e la necessità della Legge per la salvaguardia della sicurezza nazionale nella Ras di Hong Kong.
2020-07-08