Speranzoni: “Strage è stata agita da uomini della P2 e dello Stato e ha avuto un anticipo economico tra il 16 febbraio ’79”
Il prossimo 2 agosto niente corteo causa Covid
Dalla movimentazione dei conti bancari, in particolare dal conto ‘Bologna’ riferibile al numero uno della Loggia P2 Licio Gelli, e di altri due, “possiamo dire che l’operazione eversiva sfociata nel 2 agosto 1980, è stata agita da uomini della P2 e dello Stato e ha avuto un anticipo economico tra il 16 febbraio 1979 e il 30 luglio 1980 tre giorni prima della Strage, e un saldo economico che inizia a sedimentarsi a partire dal 22 agosto 1980”. A dirlo è Andrea Speranzoni, avvocato dell’associazione tra i famigliari delle vittime della Strage di Bologna intervenendo quest’oggi insieme al presidente dell’associazione Paolo Bolognesi alla presentazione del manifesto per il 40esimo anniversario dell’attentato tenutasi a Villa Torchi. “L’originale del documento ‘Bologna’, sequestrato a Licio Gelli nel momento dell’arresto nel 1982 – ha aggiunto il legale – è stato ritrovato all’archivio di Stato di Milano, nel portafogli sequestrato allo stesso Gelli. Il lavoro della Guardia di Finanza e della Digos è giunto a comprendere come e perché questo documento è stato inabissato”. “Il lavoro fatto dalla Procura generale – ha proseguito l’avvocato Speranzoni – sugli atti del crac del Banco Ambrosiano ha consentito di capire cose che all’epoca non erano state correttamente comprese in quel processo, e ha permesso di capire le ragioni dell’inabissamento del ‘documento Bologna’. “Inoltre, dagli atti sappiamo anche che preventivamente ci sono stati depistaggi orchestrati dal Sismi, in parte anche al centro di questi finanziamenti. Elementi che ci dicono che la pista cosiddetta palestinese e la figura di Carlos sono stati introdotti preventivamente alla perpetrazione della Strage”. Infine, un altro aspetto importante che emerge dalla nuova inchiesta è “la non contraddizione sulla compartecipazione di uomini dei Nar, di Terza Posizione e di Avanguardia Nazionale nel progetto stragista del 1980. Sui primi due gruppi abbiamo le sentenze passate in giudicato, sul terzo abbiamo elementi che ci parlano di piena rispondenza, fra soggetti, che ci fa ben capire la saldatura tra i vecchi gruppi eversivi e una generazione che aveva 10-15 anni in meno e che fu protagonista dei fatti del 1980”. In definitiva, per il collegio di parte civile, “è un’indagine soddisfacente, meticolosa, non ancora conclusa perché c’è un secondo filone in corso, ma che dà al puzzle i pezzi fondamentali che fino ad oggi mancavano”.
Atti desecretati, una presa in giro
Durante la mattinata Paolo Bolognesi ha parlato anche della direttiva del 2014 dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi sulla desecretazione degli atti riguardanti la strage del 2 agosto 1980 affermando di non rinnegare la soddisfazione per quell’iniziativa. “Il problema però – ha spiegato Bolognesi – è che poi ci hanno fregato con i versamenti riferiti a quel provvedimento, che sono stati assolutamente insufficienti. Lo abbiamo denunciato negli anni e adesso addirittura abbiamo fatto vedere che le carte sono tutte ‘pecettate’. E’ stata una grande presa in giro, perché hanno versato cartaccia, rassegne stampa e non le cose importanti per andare avanti con le indagini”. Per il presidente dell’associazione dei familiari “con quello che hanno versato non si sarebbe nemmeno iniziato il primo grado di giudizio per la Strage di Bologna. Ora discutiamo per arrivare ai mandati, c’è un processo che va in quella direzione, ma con quei documenti invece non saremmo nemmeno arrivati alle condanne del 1995”, ha concluso Bolognesi.
Niente corteo
Il presidente dell’associazione tra i famigliari delle vittime Paolo Bolognesi che, stamattina, ha presentato a villa Torchi il manifesto delle celebrazioni, ha detto che per quest’anno non si terrà il consueto corteo in ricordo delle vittime dell’attentato. E’ la prima volta da quarant’anni. Il corteo, vista l’emergenza Covid “sarebbe un assembramento poco gestibile e molto pericoloso” ha detto. La giornata delle celebrazioni inizierà con il momento della cerimonia in Comune, ma gli incontri con le famiglie delle vittime, che solitamente si tenevano in Sala Rossa e Consiglio comunale, si terranno nel cortile d’onore di palazzo D’Accursio, così come l’intervento di un eventuale ministro ospite della commemorazione. “Ancora da Roma non ci hanno fatto sapere niente” ha spiegato Bolognesi. Il sindaco Virginio Merola e Bolognesi, quest’anno, anziché parlare da piazzale Medaglie d’Oro, davanti alla stazione lo faranno da piazza Maggiore, così come lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in caso di conferma della sua presenza. In stazione si recheranno soltanto i famigliari delle vittime in pullman, preceduti dallo storico bus 37 che partecipò ai soccorsi del 1980 dopo la bomba. Per quanto riguarda, invece, il tradizionale minuto di silenzio in stazione – ha dichiarato Bolognesi – è uno dei pochi punti ancora da decidere. “Se non ci sono controindicazioni lo faremo in stazione coi famigliari – ha concluso -. Altrimenti in piazza Maggiore”.
13 Luglio 2020