Francesco Mandarano – Prato
Tra tutte le altre inesattezze, che vengono tramandate dagli storici Italiani, o presunti tali, c’è anche quella secondo la quale con la Vittoria democristiana del 18 Aprile 1948 è stata salvata la Libertà in Italia, minacciata, secondo tali storici dal blocco delle sinistre. Le cose stanno in modo ben diverso. Prima di tutto perché le sinistre in Italia non hanno mai avuto l’intenzione di instaurare un regime autoritario. In secondo luogo, in quanto è stata la Democrazia Cristiana, che, a più riprese, ha cercato di costruire in Italia uno Stato poco rispettoso delle esigenze dei cittadini. A tal proposito, c’è da dire che l’operazione più antidemocratica, compiuta dalla D.C. guidata da De Gasperi, è stata quella di estromettere nel 1947 dopo aver compiuto viaggio negli Stati Uniti, le Sinistre dal Governo del Paese, rompendo in tal modo l’unità Antifascista della Resistenza, e della Liberazione, che durava da diversi anni. Proseguendo su questa strada la D.C. non ha mai voluto portare avanti un’opera di democratizzazione dello stato Italiano, riconoscendo ai nostri concittadini che essi erano titolari di Diritti e non meri sudditi. La cosa ancor più grave è stata quella che, sempre per volontà politica della D.C., non è stata mai intrapresa in Italia una vera azione di epurazione di tutti i dirigenti Statali collusi con il fascismo. Infatti, tali dirigenti, dopo pochi giorni dalla Liberazione sono tornati ai loro posti di comando, come se le loro collusioni col fascismo non ci fossero mai state. Questa politica è stata possibile grazie all’ampliamento, voluto dalla D.C. dell’Amnistia Togliatti che originariamente era molto più contenuta. Per di più, circa 15.000 Partigiani sono stati nel primo dopoguerra allontanati dalle nostre Forze Armate ed a comandare, in tali Istituzioni, è tornato il personale che aveva servito con convinzione il fascismo. In tal modo, i funzionari di P.S., che non accettavano il diritto di sciopero, erano proprio quelli che dovevano fronteggiare gli scioperanti, con la conseguenza che molte volte caricavano i manifestanti, quando proprio non c’era tale necessità. Un altro aspetto da sottolineare nella politica democristiana è stato quello della rottura non solo politica ma anche ideale dell’Unità Antifascista. Infatti, la festa della Liberazione del 25 Aprile, a partire dal 1948, non veniva sentita più come una festa di tutti gli Italiani, ma come una ricorrenza per gli Azionisti, i Socialisti ed i Comunisti. La D.C. si teneva abbastanza lontana da tali iniziative e cercava alleanze politiche e sociali con la destra, in funzione anticomunista. Significativo a tal riguardo “l’abbraccio di Arcinazzo” (ROMA), avvenuto nel 1951, tra Giulio Andreotti, sottosegretario e bracco destro di De Gasperi e Rodolfo Graziani. Questo gesto significava che il criminale di guerra e fucilatore di Partigiani Rodolfo Graziani veniva “perdonato”, in quanto il pericolo fascista non esisteva più e bisognava lottare, per ordine degli Americani, “contro i Comunisti”. Strano destino quello dei seguaci di Marx: nel ventennio erano stati perseguitati dai fascisti, subendo esilio ed anni di carcere ora, dopo pochi anni, venivano emarginati dai democristiani, tanto che essi non venivano ammessi nelle nostre Forze Armate, nella Magistratura e nella RAI. Per di più, sempre su “consiglio” degli Americani, gli operai comunisti venivano “confinati” all’interno di alcuni stabilimenti della Fiat, con rammarico persino del Prof. Valletta, che riconosceva le loro capacità ma non poteva utilizzarli, per accordi con gli Americani, che avevano ordinato alla Fiat delle “forniture” naturalmente di armi, purchè discriminassero i comunisti, che erano professionalmente capaci, ma politicamente sindacalizzati e, quindi, pericolosi. Un altro aspetto della politica democristiana, relativamente alle “Libertà Democratiche” è stato il tentativo di De Gasperi di introdurre, nel 1953, nella legislazione Italiana, la “legge Truffa”, che dava il 65% dei seggi alla coalizione politica che alle lezioni raggiungeva il 50% dei voti. Per fortuna e per abilità dell’opposizione che in quell’occasione organizzò grandiose manifestazioni in tutta Italia, tale manovra autoritaria non riuscì. In tal modo la Democrazia e la Libertà sono state salvate, non dai democristiani che portavano la scritta “Libertas”, ma che di tale slogan spesso e volentieri si dimenticavano, ma dalle Sinistre e da altri gruppi indipendenti. Come se questo non bastasse, nel 1960, la D.C. ha tentato il “Colpo Gobbo”. Nell’estate di quell’anno il democristiano Fernando Tambroni varava un governo con l’appoggio determinante del movimento sociale. Per di più, allo stesso movimento sociale veniva concessa l’autorizzazione a tenere il proprio congresso a Genova, città Medaglia d’oro della Resistenza. Il pericolo del ritorno del fascismo era palese ed imminente. I democratici insorsero in tutta Italia, in particolare a Genova a Roma ed in Sicilia e Reggio Emilia. Gli avvenimenti più importanti si svolsero comunque a Reggio Emilia, dove il 07/07/1960 la polizia caricò, senza validi motivi, i manifestanti e cinque di loro venivano trovati morti sul selciato dopo tali cariche. Questo episodio di Reggio Emilia è stato così grave e clamoroso, che Tambroni dovette rassegnare le dimissioni. Ancora una volta la Libertà in Italia veniva salvata non da coloro che tale valore lo sbandierano ad ogni piè sospinto, ma dalle sinistre ed in particolare dagli ex Partigiani Comunisti, che lasciavano sul selciato ben cinque di loro. Noi che non li abbiamo dimenticati, il loro sacrificio, invitiamo gli Antifascisti a cantare il 19 Luglio la canzone loro dedicata:
“Morti di Reggio Emilia, tornate dalla fossa, venite a cantar con noi Bandiera Rossa……….”.
Inspirandoci agli Ideali dei morti del luglio 1960 auspichiamo che tuti i democratici riprendano in ogni sede l’iniziativa culturale sulla base di queste parole d’ordine:
Lavoro e dignità per tutti!
Pace tra gli Stati!
Solidarietà tra i Popoli!