Mentre da un lato si crea crisi in Venezuela col blocco commerciale e le sanzioni, dall’altro si invia a Maduro un emissario per chiedere la “liberazione umanitaria in tempi di pandemia” di 8 detenuti statunitensi: ma per il governo USA non è andata come sperato.
L’ex diplomatico nordamericano Bill Richardson, ha infatti dichiarato ieri di aver fallito la sua missione di liberare gli 8 connazionali in carcere in Venezuela.
L’ex governatore dello stato del New Mexico ha affermato di aver incontrato di persona il presidente venezuelano Nicolás Maduro, dopo avergli parlato al telefono martedì e aver tenuto tre incontri con il ministro delle comunicazioni venezuelano, Jorge Rodríguez.
Richardson ha annunciato giorni fa che, “su richiesta di diverse famiglie dei prigionieri, preoccupati per le condizioni dei loro cari” avrebbe viaggiato a Caracas, la capitale venezuelana, per discutere dello stato dei detenuti con le autorità del paese sudamericano.
In totale sono 8 i cittadini statunitensi incarcerati in Venezuela, 6 di loro sono ex amministratori di CITGO, la società petrolifera statale venezuelana negli Stati Uniti, con oltre 5.000 distributori di benzina e 3 raffinerie, arrestati nel 2017 per appropriazione indebita di fondi pubblici, riciclaggio di denaro, associazione illecita e accordi illegali tra un pubblico ufficiale con un appaltatore.
Gli altri 2 statunitensi detenuti in Venezuela sono invece Luke Denman e Airan Berry, che sono stati arrestati mentre prendevano parte come mercenari in un’incursione armata fallita nel paese a maggio alla testa di un gruppo di una ottantina di uomini.
Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, riferì il 5 maggio l’arresto di due ex militari statunitensi e spiegò che guidavano un gruppo di mercenari per sbarcare sulle coste dello stato di Aragua.
Secondo Denman, Jordan Goudreau, un veterano militare statunitense ed ex guardia del corpo del presidente Donald Trump guidò la missione chiamata “Operazione Gedeón” che mirava a compiere azioni militari per provocare un colpo di Stato in Venezuela e rapire il presidente Maduro.
Il governo del Venezuela ha accusato più volte gli Stati Uniti per la crisi politica ed economica che il paese sta soffrendo. Le tensioni tra i due paesi sono peggiorate dopo che Washington ha riconosciuto a gennaio 2019 l’autoproclamazione dell’oppositore Juan Guaidó, come “presidente in carica” venezuelano.
Per sostenere Guaidó, gli Stati Uniti hanno rafforzato la propria campagna di pressione economica contro il Venezuela minacciando più volte la nazione sudamericana con un intervento militare.
La dichiarazione ufficiale del fallimento afferma che la visita, sebbene privata, è stata coordinata con l’inviato speciale del Dipartimento di Stato, il criminale di guerra in centro America Elliott Abrams e l’inviato speciale del presidente per gli affari degli ostaggi, Roger Carstens.
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