DANILO TOSARELLI – MILANO
Analfabetismo funzionale? Non lo conosco.
So, che l’analfabeta è colui che non sa né leggere nè scrivere.
MA CHI E’ L’ANALFABETA FUNZIONALE? (LOW SKILLED).
Simona Mineo, ricercatrice presso INAPP (ex ISFOL), lo spiega bene.
Certamente è un soggetto che sa leggere e scrivere.
E’ colui che è in grado di capire testi semplici, ma non riesce ad elaborarli.
Viene fatto l’esempio di chi non è in grado di capire un libretto di istruzioni.
Chi è incapace di comprendere adeguatamente testi o materiale informativo.
Potrebbero essere giornali, cartine stradali, orari mezzi pubblici, dizionari.
Chi ha scarse competenze nell’utilizzo di mezzi informatici.
Chi ha scarsa conoscenza di fenomeni storici, politici, sociali ed economici.
In questo caso, il low skilled fa largo uso di stereotipi e pregiudizi.
Scarso senso critico, tendenza a credere ciecamente alle informazioni ricevute.
Incapacità nel distinguere le fonti attendibili da quelle inattendibili.
Il low skilled è facile bersaglio di chi sfrutta la sua inconsapevole ignoranza.
Tutto ciò può compromettere la sua libertà di scelta, con evidenti gravi conseguenze.
TUTTO CIO’ STIMOLA IL MIO BISOGNO DI APPROFONDIMENTO.
In Italia, l’analfabetismo è pressochè stato sconfitto. Meno male.
Peccato, che la nostra percentuale di analfabetismo funzionale sia pessima.
E’ la più alta nell’Unione Europea.
Fra i 33 Paesi OCSE anticipiamo solo Cile ed Indonesia.
Secondo dati ISFOL, 1 italiano su 4 è low skilled.
Il 20% nella fascia 16-24 anni.
Il 41% nella fascia over 55.
Ovviamente, tra i soggetti più colpiti le fasce culturali più deboli.
Casalinghe, pensionati e chi fa lavori manuali e routinari.
Le professioni intellettuali, scientifiche e tecniche godono di un vantaggio.
Terranno maggiormente alla larga, il rischio di diventare low skilled.
E’ il costante allenamento mentale il vero antidoto.
Una sana manutenzione e coltivazione del proprio sapere.
Solo così si può contrastare l’analfabetismo funzionale ci cui siamo vittime.
L’UNESCO sostiene, che le capacità legate all’alfabetizzazione non sono eterne.
Senza pratica ed allenamento, diminuiscono di anno in anno.
La pigrizia mentale può trasformare un high skilled in un low skilled.
Dobbiamo assolutamente prestare attenzione a come crescere i nostri giovani.
Una recente indagine OCSE PIAAC ci conferma un dato allarmante.
Il 73% dei nostri low skilled, sono cresciuti in famiglie dove erano presenti meno di 25 libri.
Ancora una volta, il valore del libro quale portatore di cultura.
La disaffezione alla cultura ed alla istruzione, è una criticità grave nel nostro Paese.
Come lo sono l’abbandono scolastico precoce.
Come lo è la carente formazione sul lavoro.
Come lo sono il lavoro nero e precario per le giovani generazioni.
E’ questo purtroppo, il tessuto sociale con cui fare i conti.
Qualcuno direbbe, che è ancora una volta una questione di classe…
Ognuno di noi deve darsi da fare e dare il proprio contributo.
Nessun cambiamento sociale e politico può prescindere dalla consapevolezza.
Ripartiamo dalla necessità di educare e sensibilizzare i nostri figli.
Proviamo a convincerli che ci può essere un futuro migliore.
Ma tutto ciò dipende da loro e da quanto vorranno essere protagonisti.
Contrastiamo con ogni mezzo possibile questo analfabetismo funzionale.
Gli effetti deleteri che produce ho provato a spiegarli.
C’è chi specula su questa inadeguatezza, per guadagnarci soldi o voti.
Più passa il tempo e più si consolida un mondo di imbecilli.
Qualcuno ha ancora bisogno di conferme?
Foto di copertina di K. Mitch Hodge