Sorpresa in sudamerica. La Guyana, fedele alleato degli Stati Uniti e del Regno Unito nella lotta al governo chavista venezuelano, ha rifiutato la richiesta di Washington di offrire il suo territorio per inondare con messaggi radiofonici il Venezuela per destabilizzare quel paese.
Il quotidiano Guyana Chronicle ha infatti riferito che questa richiesta del governo degli Stati Uniti, presieduto da Donald Trump, è stata completamente respinta dalle autorità della Guyana.
La richiesta proveniva dal Board of Governors of Broadcasting degli Stati Uniti alla Guyana per utilizzare le infrastrutture di quel paese per trasmettere il segnale di Voice of America (VOA, La Voce d’America) in Venezuela.
La radio che trasmette il messaggio e la propaganda statunitense in oltre 100 paesi in 60 lingue
fu utilizzata durante la Guerra Fredda in funzione anti comunista nei paesi dell’area sovietica ed in tutte le aree di conflitto nel mondo.
Tutt’ora è presente col suo segnale nella maggior parte dei paesi della terra.
A dimostrazione della faziosità e della non obiettività di tale radio è interessante notare come a the Voice of America fu addirittura proibito di trasmettere negli Stati Uniti tra il 1948 e il 2013 ai sensi dello Smith-Mundt Act, definita come una “legge anti-propaganda”, e quindi concentrò le sue operazioni all’estero. https://www.nbcnews.com/
A dare la notizia è stato il ministro degli esteri venezuelano Jorge Arreaza il quale ha sottolineato come fossero veritiere le denunce fatte dal presidente Maduro secondo cui gli Stati Uniti avevano pianificato di invadere lo spazio radio del paese sudamericano attraverso la Guyana.
“Viene finalmente provata la denuncia del presidente (del Venezuela) Nicolás Maduro sulla politica illegale annunciata dai portavoce statunitensi per invadere il nostro spazio radio. Il governo della Guyana riconosce di aver ricevuto la richiesta da Washington e ha rifiutato di prestarsi a destabilizzare il Venezuela”, ha pubblicato su twitter Arreaza.
Lo stesso ministro ha mostrato quanto pubblicato dai media della Guyana.
La direttrice delle comunicazioni della presidenza della Guyana, Ariana Gordon ha infatti dichiarato: “Non è nel nostro interesse nazionale fare qualcosa che contribuisca a destabilizzare le relazioni con il Venezuela”.
Le dichiarazioni di Arreaza seguono quelle di Maduro, in cui il presidente denunciava la guerra dei media mondiali contro il suo paese guidata dagli Stati Uniti: “Loro dapprima inventano le notizie e i reportage e poi le riproducono sulla stampa, in televisione, alla radio: è una guerra mediatica sistematica”, aveva dichiarato in tv il presidente Maduro.
Era stato pochi giorni fa l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Venezuela, il criminale di guerra Elliott Abrams, ad aver annunciato che Washington prevede il lancio di mezzi di comunicazione per radio, televisione e Internet, al fine di penetrare nel territorio venezuelano: “Anche in questa nuova era digitale la radio è importante. Dobbiamo quindi valorizzare di più la radio. Dobbiamo assicurarci che ciò che facciamo raggiunga un vasto pubblico in Venezuela”, aveva detto Abrams nel suo discorso in una conferenza online sponsorizzata dall’istituto americano Hudson. https://www.hispantv.com/
Le autorità venezuelane affermano che l’inquilino della Casa Bianca ha rafforzato una campagna di accuse contro Caracas, nel disperato tentativo di ottenere voti ed essere rieletto alle elezioni presidenziali del novembre 2020.
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