Il procuratore generale venezuelano, Tarek Saab, ha annunciato ieri che, con la cattura dello statunitense Matthew John Heath, presumibilmente legato alla CIA, e con le prove inconfutabili raccolte, è stato possibile neutralizzare “una nuova azione di aggressione contro il Venezuela con la partecipazione degli Stati Uniti”.
Il soggetto detenuto “non aveva un passaporto, ne aveva una fotocopia dentro le scarpe e portava un telefono satellitare che si rifiutava di sbloccare”, una volta entrati nella memoria dell’apparato “sono state trovate immagini di impianti petroliferi a Zulia e Falcón e fotografie di installazioni militari” (le foto nel primo link).
Inoltre, nella ispezione effettuata nel suo veicolo, in una delle borse è stata trovata una moneta che lo collega alla CIA, motivo per cui si presume che abbia legami con questa agenzia statunitense.
È importante sapere che Matthew John Heath ha fatto parte della società appaltatrice di mercenari MVM, recandosi in missione in Iraq dal 2006 al 2016 per tre mesi ogni anno; dove prestava servizio come operatore di comunicazioni presso la base segreta della CIA locale.
“Sappiamo che la società MVM è utilizzata dal governo degli Stati Uniti per esternalizzare i suoi piani di destabilizzazione in altri paesi”, ha riferito Saab.
Nell’operazione contro la cellula terroristica, le forze venezuelane hanno trovato un lanciagranate AT4 da 84 mm, un fucile mitragliatore UZI calibro 9 mm, quattro pacchetti rettangolari di sospetto materiale esplosivo da guerra (C4) che verrà analizzato e parecchio denaro in valuta estera, tra gli altri materiali.
Cattura di altri 4 soggetti coinvolti
Le indagini hanno portato all’individuazione di altre persone coinvolte nell’operazione, per le quali funzionari delle Forze di Azioni Speciali nello stato di Zulia hanno identificato e catturato Ivonne Coromoto Barrios Finol, proprietaria del veicolo, Leobaldo Antonio Gutiérrez, Andry Ramón Finol e Asterio José González García, che faceva parte del team logistico, per l’ingresso e il trasferimento irregolare dell’agente nordamericano in territorio venezuelano.
“Al momento dell’arresto, i cittadini hanno dichiarato che una persona di nome Juan; residente in Colombia, ha telefonato ad Asterio González da un numero internazionale. Nella chiamata si indicava che uno statunitense voleva entrare in Venezuela dalla Colombia e compiere un percorso che lo avrebbe portato fino ad Aruba (Antille Olandesi) ma quella persona non aveva la documentazione legale”.
Ivonne Barrios, la moglie di Daeven Rodríguez, ha confessato che si era unito al gruppo un sergente maggiore dell’esercito di nome Darwin Urdaneta, al fine di aggirare o ingannare i punti di controllo degli organismi di sicurezza eventualmente incontrati lungo la strada.
Anche il militare è stato catturato e sarà accusato dei reati di tradimento, terrorismo, traffico illecito di armi e associazione illecita; mentre il cittadino statunitense è accusato dei crimini di terrorismo, traffico illecito di armi e associazione illecita.
Saab ha affermato che le armi ritrovate, le confessioni ottenute e le immagini del cellulare indicano che erano in preparazione attentati contro raffinerie ed istallazioni di pubblica utilità oltre che promuovere omicidi e crimini contro il popolo del Venezuela.
Il Procuratore capo ha condannato il fatto che queste azioni criminali sono pianificate senza rispetto della vita umana nonostante che il mondo, ed anche il Venezuela, stiano soffrendo e combattendo la pandemia e le conseguenze del COVID-19.
14 de septiembre de 2020