di Enrico Vigna – CIVG
In vista delle elezioni presidenziali del 1 novembre in Moldavia, a rischio rinvio nel caso di incremento dell’emergenza Covid19, dal punto di vista politico ci sono concreti segnali e dichiarazioni ai media delle cosiddette “opposizioni”, di una pianificazione di proteste e manifestazioni di rifiuto del voto, nell’eventualità, data da tutte le agenzie moldave e non, di una vittoria del leader socialista Igor Dodon .
Questo è il concetto di “democrazia” che la NATO e i suoi subalterni cercano di imporre al mondo: una vera “democratura”, cioè regimi espressioni e asserviti ai poteri forti occidentali: economici, politici e militari. Ancora non si è votato e già si dichiara che non si accetterà la votazione, se non vincono le forze “democratiche”! Alle scuole elementari a qualche bambino più avanzato, verrebbe da chiedersi…ma questa è la democrazia?!
Tutti i sondaggi danno l’attuale presidente della Repubblica Igor Dodon del Partito Socialista, il favorito alle elezioni. Il suo principale avversario è la leader dell’opposizione europeista e filo NATO, del Partito Azione e Solidarietà, Maia Sandu. Seguono poi gli altri quattro candidati: il leader del Nostro Partito, Renato Usatii, seguito dal leader della Piattaforma “Dignità e verità”, l’ex ministro dell’Interno Andrei Nastase, il terzo è l’ex capo del Partito Liberal Democratico, Tudor Deliu e Violeta Ivanova, deputata del Partito Sor al quinto posto.
In una chiara e durissima dichiarazione televisiva, l’attuale presidente della Moldova e candidato alle nuove elezioni presidenziali, I. Dodon, ha denunciato, circa la possibilità di scenari ucraini o bielorussi in Moldavia, ammonendo nello stesso tempo chiunque facesse questa scelta, di andare incontro a una risposta ferma e dura che impedirà situazioni di violenza o caos.
Infatti, subito dopo i sondaggi e le proiezioni delle maggiori agenzie stampa, che rilevano una altissima probabilità di una sua vittoria elettorale, ci sono state immediate dichiarazioni di esponenti dell’opposizione, in primis la Maia Sandu, che, nel caso di una vittoria di Dodon, scenderebbero in piazza per non riconoscerne la vittoria
Secondo i dati delle analisi di “Vox Populi” di ottobre 2020, in un indagine sociologica condotta e presentata dall’Associazione dei sociologi e demografi moldavi, effettuata tra il 26 settembre e l’8 ottobre, con un errore massimo del + 3,0%, questi sarebbero i risultati: Dodon otterrebbe il maggior numero di voti. Secondo lo studio, quasi il 42 per cento dei cittadini intervistati voterebbe per Igor Dodon per un secondo mandato del presidente del paese. Maia Sandu otterrebbe il 24,5% dei voti e Andrei Năstase sarebbe terzo con il 12,2%. Più in basso gli altri candidati.
Rispetto ai dati dello stesso sondaggio presentato a settembre, il numero di sostenitori che voterebbero per Igor Dodon è in aumento e per Maia Sandu, in diminuzione. Quindi, se a settembre il 41,6% degli intervistati consultati ha dichiarato che voterà per Dodon, a ottobre, questa cifra aumenta al 41,7%.
Invece, Maia Sandu, se a settembre il 26% dei cittadini consultati ha dichiarato che sosterrà Sandu, a ottobre il numero di elettori per il leader del PAS raggiunge il 24,5%, diminuendo dell’1,5%.
LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI MOLDAVI È FIDUCIOSA CHE IGOR DODON VINCERÀ LE ELEZIONI PRESIDENZIALI
ANCHE secondo un sondaggio presentato dalla società di ricerca e consulenza politica Intellect Group in collaborazione con l’associazione pubblica “Spero”, oltre il 55% degli intervistati ritiene che Igor Dodon vincerà le elezioni presidenziali del 1° novembre. Solo il 16,6% degli intervistati ha affermato che Maia Sandu ricoprirà la carica di presidente del Paese, e un altro 5,2% indica Renato Usatii. Andrei Năstase avrebbe il 3,3% . Allo stesso tempo, quasi il 16% degli intervistati è ancora indeciso. L’indagine è stata condotta tra il 2 ottobre e il 9 ottobre con un margine di errore del 2,7%.
Così indicano anche altri sondaggi indipendenti. Gli esperti di “ iData Company” hanno rilevato che l’attuale capo di stato ha il 43,5% delle possibilità di vincere un secondo mandato alla presidenza. Secondo gli intervistati, egli può contare su alcune motivazioni robuste: è coerente, efficace, negli ultimi quattro anni ha dato risultati concreti ed è l’unico politico professionista con tutte le qualità e l’esperienza necessarie a un presidente del Paese. Allo stesso tempo, gli esperti, hanno sottolineato che Dodon è associato alla nozione di “mano forte“, esattamente ciò di cui la Moldova ha bisogno ora, secondo la popolazione. Un altro argomento che avvantaggerebbe Igor Dodon nelle elezioni presidenziali di novembre è un suo elettorato stabile e popolare, mentre gli avversari vengono visti come instabili, suscettibili e in competizione reciproca.
Per questo Dodon ha anche affermato che, dopo le elezioni, non ammetterà scontri, ma non ripeterà neanche gli errori di 11 anni fa, quando cedette il potere, pur avendo avuto il sostegno della maggioranza della popolazione dalla sua parte. “Difenderemo la nostra vittoria pacificamente, ma fermamente. Non abbiamo bisogno di confronti, destabilizzazioni. So che alcuni avversari stanno già preparando e analizzando diverse opzioni. Ma non ripeteremo gli errori, come, quando rinunciammo 11 anni fa, per non portare il paese nel caos, pur avendo il sostegno dei cittadini della Repubblica di Moldova. Il candidato che avrà il sostegno della maggioranza della popolazione, dovrà fare affidamento su questo sostegno, anche nelle piazze e andare avanti “, ha dichiarato Dodon.
“ Un “MoldoMaidan” a Chisinau sul modello della Bielorussia, potrebbe avvenire solo con il coinvolgimento di forze straniere… Non esiste una base potenziale di contestatori, a meno che non venga portato dall’estero. Non credo nella destabilizzazione e nei “maidan” senza il supporto esterno di alcuni attori. Dove c’è una forte leadership, qualsiasi tentativo di destabilizzazione non può portare a nulla, solo a seminare caos e confusioni…Se si verificheranno tentativi di protesta dopo le elezioni, saranno tenuti sotto controllo e manifestazioni non autorizzate non saranno permesse… conosciamo molto bene le potenzialità dei nostri avversari e sappiamo che non sono in grado di portare in piazza molta gente. Il Partito socialista invece, può raccogliere facilmente un minimo di 30-40mila persone per difendere la libertà…”, ha detto Dodon, in un’intervista all’agenzia russa RIA Novosti, ripresa da Ziarul de Garda in Moldavia.
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Un aspetto che dovrebbe far riflettere, che potrebbe essere “curioso” se nella realtà non fosse invece un indicatore del radicamento e del senso di appartenenza al proprio paese, è quello che quasi tutti i candidati alla presidenza, ad eccezione di Igor Dodon, sono cittadini di altri paesi.
In qualsiasi paese “normale”, quasi naturalmente, il presidente, come simbolo di sovranità e indipendenza, deve essere un cittadino del proprio paese. Infatti quando si presta giuramento lo si fa al proprio stato e al proprio popolo, non ad altri. La cittadinanza in un altro paese rende una persona conseguentemente dipendente da quel sistema giudiziario, politico e fiscale, subendo così pressioni e influenze dirette o indirette, delle politiche e dei partiti di quel paese. Inoltre, quando si presta un giuramento di fedeltà a un paese, ci si assume l’obbligo morale e legale di servire…il proprio paese.
Una situazione quasi unica si verifica invece in Moldavia: quasi tutti i partecipanti alla corsa presidenziale sono cittadini di altri paesi. Soprattutto della Romania. M. Sandu è cittadina rumena e non lo nasconde nemmeno. A. Năstase è un cittadino rumeno, la sua famiglia vive in Germania. O. Țîcu è cittadino rumeno e anche D. Chirtoacă. R. Usatii è cittadino della Federazione Russa, sua sorella vive in Romania, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe anche un passaporto rumeno, di cui nasconde accuratamente l’esistenza. Dodon è l’unico candidato che è cittadino della Repubblica di Moldova e non ha la cittadinanza di altri stati.
Verrebbe da chiedersi cosa cercano questi signori e signore nelle elezioni presidenziali in Moldova? Perché non partecipano alle elezioni in Romania?
Molti di questi non hanno nemmeno la famiglia nel paese, o non l’hanno del tutto oppure è all’estero. Forse da questo si può capire perché sono così estranei e glaciali, circa le sorti del proprio paese. Quando una persona ha una famiglia, vive e sente i problemi con la propria gente, ha una maggiore responsabilità, è più difficile per questa persona chiudere scuole, asili, ospedali, perché i suoi figli, i propri familiari potrebbero essere i primi a soffrirne. Ma i tutori stranieri che li manovrano, hanno bisogno di marionette, servitori, soggetti che nulla hanno a che fare con il proprio Paese, che non hanno radici e senso di appartenenza, che possono prestarsi facilmente a un “MoldoMaidan”, a destabilizzazioni e caos preordinato, a chiusura di scuole, università, al blocco della produzione nelle fabbriche e nelle imprese.
Forse si è già dimenticato il recente passato del paese, che l’ha portato in questa situazione di degrado e miseria: gli oligarchi e affaristi Plahotniuc e Filat, che avevano guidato il paese verso la “democrazia e la libertà” saccheggiandolo, e che ora sono all’estero, avevano già le loro famiglie all’estero. Così come Ghimpu. Forse che la situazione è cambiata? No! Il film si ripete.
Dodon è sposato, padre di tre figli che vanno alla scuola pubblica e TUTTA la sua famiglia vive in Moldavia.
Guardando tra i programmi di questi candidati, si possono notare altre cose “curiose”.
Con M. Sandu è tutto molto chiaro. Lei e tutto il suo corollario sono espressione della Fondazione Soros in Moldavia, da cui ricevono finanziamenti e sostegno internazionale, d’altronde lei è stata funzionaria della Banca Mondiale in USA.
Năstase, D. Chirtoacă, O. Țîcu invocano apertamente l’unione con la Romania, ritenendo che questo sia l’unico modo per entrare nell’Unione europea. La Sandu ha più volte affermato che in caso di referendum voterà per la liquidazione del proprio Paese. In uno show televisivo, si è vantata di essere l’unica cittadina rumena a ricevere così tanti voti in Moldavia, dopo le elezioni presidenziali del 2016. Questi signori fanno tutto il possibile per impedire l’unificazione del Paese, combattendo contro il diritto dei transnistriani a partecipare alle elezioni, sono contro l’utilizzo della lingua russa, contro una storia propria della Moldova, della lingua moldava, persino contro la bandiera di Stefano III detto il Grande, che fu voivoda di Moldavia dal 1457 al 1504, il sovrano moldavo ad aver governato più a lungo. Un simbolo storico di indipendenza e resistenza moldavi, alle mire espansionistiche del Regno d’Ungheria, del Regno di Polonia e dell’Impero ottomano.
Le proposte elettorali di Usatii non sono molto chiare. A parole è per la statualità moldava, nei fatti, non indica nulla di concreto, né sulla lingua moldava, né sulla storia, sulla riunificazione pacifica del paese, né sul consolidamento della sovranità e indipendenza. Il suo intero programma è costruito su frasi generiche di essere al servizio alla gente.
Una cosa nessuno di costoro chiarisce ai moldavi: se vincono le elezioni, chi serviranno? La Romania, gli Stati Uniti, la UE, il FMI, la NATO?
Come combatteranno la corruzione, quando è un dato di fatto pubblico che la Sandu, la quale ogni giorno nei Media ribadisce di essere l’unico candidato onesto, mentre faceva parte, come Ministro dell’Istruzione, nel governo liberal democratico di Leanca nel 2014,durante questo governo, fu rubato 1 miliardo di dollari, pari al 12% del PIL moldavo, nell’Operazione Titirezul. Oltre all’altro scandalo relativo alla svendita dell’aeroporto di Chisinau. Lei non si era accorta di nulla? Una capace e professionista, funzionaria della Banca Mondiale? Se non era complice, l’alternativa è solo quella che è una figura politicamente incapace.
La Sandu ancora non ha risposto all’istanza presentata da altri deputati presso la Procura Generale e al Centro Nazionale Anticorruzione, di esaminare la base giuridica su cui è stato dato il denaro dal miliardario Soros per le riforme dell’istruzione. L’ex primo ministro Leanca ha dichiarato pubblicamente che, nella sua qualità di capo del governo, che includeva Maia Sandu, come ministro dell’istruzione, aveva chiesto al miliardario americano George Soros una donazione da destinare al settore dell’istruzione. Quello che è successo dopo aver ottenuto i soldi (1 miliardo di dollari), da Soros per l’istruzione in Moldova, si sa molto bene in Moldavia cosa ha prodotto: Maia Sandu ha chiuso 113 scuole, dicendo che si tratta di un processo di “ottimizzazione“. Cioè hanno “ottimizzato“, come diceva la Sandu, e cioè circa 100 villaggi sono rimasti senza una scuola in loco, con tutto ciò che ne è conseguito per gli abitanti, insegnanti, addetti scolastici, ecc.
Nella stessa istanza il deputato socialista Bogdan Tirdea ha chiesto di esaminare il caso di questo finanziamento del miliardario Soros, anche rispetto alle procedure relative alla sicurezza nazionale e agli interessi dello Stato della Repubblica di Moldova.
Le proteste nelle piazze contro il governo e la corruzione nel 2014
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Questi i punti fondamentali su cui si basa il programma elettorale di I. Dodon
- Aumentare gli sforzi statali verso la cura delle persone, in materia di politiche sociali, medicina, istruzione
- Continuare le politiche di miglioramento e incremento dell’approvvigionamento idrico e fognario,dell’illuminazione e gassificazione, con l’ammodernamento delle infrastrutture, servizi igienico-sanitari dei villaggi
- Sviluppo e ampliamento di una economia sostenibile, con nuovi approcci all’agricoltura, con piattaforme industriali in tutto il paese e un piano ambizioso per digitalizzare il paese
- Difendere e consolidare la statualità della Moldavia e respingere politiche di annessione alla Romania. Obiettivo difendere la sovranità e l’indipendenza. Preservarli e trasmetterli alle nuove generazioni ai nipoti e pronipoti. Un processo di riunificazione pacifica del Paese con la Transnistria.
- In Politica interna attuare la riforma costituzionale, ridurre il numero dei deputati in Parlamento, una riforma della giustizia
- Politica estera responsabile ed equilibrata. Continuare ad attuare l’accordo di associazione con l’UE, ripristinare il partenariato strategico con la Federazione Russa, sviluppare le relazioni all’interno della CSI e lo status di osservatore nell’Unione eurasiatica. Di conseguenza, centinaia di migliaia di migranti moldavi sono stati in grado di risolvere i loro problemi, muoversi liberamente e lavorare. Le autorità russe hanno già accettato di estendere il trattamento esente da dazi, per gli esportatori moldavi, nonché di fornire ulteriori concessioni per le società di trasporto. Il che significa che dal 1° luglio di quest’anno frutta, verdura, prodotti enogastronomici conservati moldavi sono forniti al mercato russo senza dazi doganali, il che consentirà ai produttori della Moldova di risparmiare almeno 20-25 milioni di euro all’anno. La Russia valuterà anche la possibilità di fornire assistenza sotto forma di gasolio ai produttori agricoli colpiti dalla siccità.
- Conservazione dei valori spirituali e tradizionali del popolo. La Repubblica di Moldova è un paese in cui il 95-96 per cento della popolazione è cristiano ortodosso. Preservare i valori tradizionali, la famiglia, che sono un pilastro fondamentale per lo sviluppo del Paese. Proteggere i valori spirituali e familiari dagli attacchi e dalle pressioni dei gruppi di influenza liberali globalismi, o delle varie ONG straniere che promuovono dogmi e principi morali che sono estranei al popolo moldavo.
- Garantire che tutte le pensioni siano indicizzate due volte all’anno. Dal 1° ottobre, tutti i tipi di pensione sono stati indicizzati, come da decreto governativo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’11 settembre. L’importo dell’indicizzazione è del 1,07%, fissato in base al dato di inflazione registrato nel precedente semestre. Dal 1° ottobre i pensionati che non superano i 3000 Lei ( la grande maggioranza della popolazione), ricevono una somma forfettaria di 900 Lei. (Un Lei vale circa 0,50 Euro).
Gli operatori sanitari hanno ricevuto dal 1° settembre un aumento del 30%, per le istituzioni mediche sia statali che locali. Riguarda 38.793 operatori, compresi 1130 conducenti di ambulanze. Questo è un primo aumento, il secondo avverrà il 1 gennaio 2021, di un altro 30%, per poi arrivare ad un ulteriore 40% nel 2021, che significherà aver mantenuto la promessa del raddoppio dei salari degli operatori sanitari fatta il 1 luglio 2020. Per altri 3.766 dipendenti del Centro nazionale di medicina d’urgenza preospedaliera, sono stati stanziati 65,5 milioni di Lei per un indennità pari al 50% del salario.
Altri 106 milioni di Lei sono stati stanziati per 4102 lavoratori ospedalieri, per un bonus del 100% del loro salario di base.
- Prossimo obiettivo è raddoppiare gli stipendi degli insegnanti.
- Impedire la liquidazione dei distretti, la chiusura di scuole e ospedali, nonché la vendita di terreni a stranieri, preservandoli per le future generazioni di nostri concittadini.
- Impedire la privatizzazione di imprese statali strategiche e infrastrutture e fare tutto il possibile per riportare in bilancio i miliardi rubati al sistema bancario.
- Mantenere e rafforzare la pace nel paese. Non solo impedire nuovi conflitti sociali e interetnici, ma, al contrario, fare di tutto per rafforzare la comprensione e il rispetto reciproci tra i cittadini del paese e ripristinare la fiducia da entrambe le parti del Dnestr per avvicinarsi al momento del reinserimento nel paese. Dodon ha già proposto un piano per risolvere il conflitto in Transnistria, basato su un modello confederale, sostenuto anche dalla Russia.
- Rafforzare la patria civile moldava, promuovendo la storia della Moldova, le sue tradizioni, cultura e costumi, preservando la memoria di personaggi ed eventi storici significativi, tra cui la liberazione del nostro paese dal fascismo e il contributo dei nostri antenati alla vittoria comune nella Grande Guerra Patriottica. L’attribuzione della lingua russa allo status di lingua funzionale alla comunicazione e convivenza interetnica. La difesa della storia della Moldova, della lingua moldava, dell’identità moldava. E’ espressa l’idea di dichiarare il 2 febbraio come festa della statualità moldava, l‘adozione legislativa della storica bandiera della Moldova, la bandiera rossa con una testa di bufalo, come simbolo di libertà, sovranità e indipendenza.
22 ottobre 2020