Maria Cristina Paoletti *
Le manifestazioni di Forza Nuova contro le misure anti-covid fanno parte di una strategia: raccogliere consensi nelle piazze dopo i clamorosi insuccessi elettorali. Provando a sfruttare le difficoltà economiche dei più fragili, e a creare una spaccatura tra generazioni
Domenica 25 ottobre anche a Mestre Forza Nuova ha cercato di cavalcare il malessere sociale, rispetto alle misure anti Covid del Governo, delle categorie economiche, in particolare quelle del settore della ristorazione, che con la chiusura alle ore 18, vedono i loro introiti ridursi notevolmente.
Alla presenza del segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, padre-padrone della formazione neofascista, una ventina di militanti con bandiere tricolori, distanziati fra loro ma tutti impunemente senza mascherina, si sono radunati a Mestre nella tarda mattinata in piazzetta Donatori di sangue dove campeggiavano anche striscioni con la scritta “No lockdown” e “Italia libera!”
La manifestazione in forma statica, secondo notizie di stampa vietata a Venezia, è stata invece autorizzata nella piazzetta di Mestre. Non si comprende a quale titolo, dato il momento critico per la crescita esponenziale dei contagi e a fronte, di quanto appena accaduto a Napoli: una degenerazione in guerriglia urbana delle legittime proteste di commercianti, ristoratori, lavoratori precari e disoccupati, causata dall’infiltrazione di esponenti della criminalità organizzata, di ultras e di elementi neofascisti di Forza Nuova.
A Mestre si è dovuto assistere ad una manifestazione volante, propagandistica, che non ha dato origine ad incidenti, organizzata con l’obiettivo di sfruttare lo scontento sociale dei veneti, chiamati esplicitamente a sollevarsi, a ribellarsi scendendo in strada, contro le misure restrittive del governo, come già nella città partenopea e a Roma e come presto si sarebbe sollevata tutta l’Italia, in un grande movimento “libertario” di protesta contro la “dittatura sanitaria”.
Il territorio di Mestre non è nuovo alle “incursioni” di Forza Nuova. La locale sezione Anpi, intitolata al partigiano Erminio Ferretto, trucidato dai fascisti, ha sempre reagito in modo pacifico ma con fermezza alle manifestazioni e ai cortei di FN nella città. In particolare l’8 febbraio 2019, giorno della commemorazione del partigiano, ha risposto a un corteo della formazione di ultradestra con un presidio della Piazza Ferretto, che ha visto la partecipazione delle sezioni dell’associazione dei partigiani del territorio provinciale, di tutta la rete antifascista cittadina, formata da organizzazioni politiche, sindacali, culturali, studentesche e soprattutto di un gran numero di cittadini e cittadine che si riconoscono nei valori costituzionali dell’antifascismo e della democrazia.
La manifestazione di domenica 25 ottobre a Mestre era stata annunciata il giorno precedente da un tweet della segreteria regionale veneta di FN in cui, unitamente allo slogan “Non uccidiamo la nostra economia”, “No lockdown”, “Per un’Italia libera dalla dittatura sanitaria”, si segnalava la partecipazione di Roberto Fiore.
Anche in occasione della manifestazione di protesta del 23 ottobre a Napoli, poco prima che prendessero avvio, in violazione del coprifuoco, le proteste contro le misure del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e del governo nazionale, l’organizzazione neofascista, con un tweet, aveva annunciato che era pronta “a scendere in piazza a fianco del popolo di Napoli senza paura con il vigore tipico della nostra gente”, a marciare al fianco di padri di famiglia, mamme, donne giovani e anziani, auspicando che la ribellione dei napoletani non rappresentasse che l’inizio di un movimento generalizzato contro la dittatura sanitaria, “che si accendesse a Napoli la prima scintilla della rivoluzione”.
Il giorno successivo Roberto Fiore, pur non rivendicando ufficialmente un ruolo attivo di FN negli scontri della città, dichiarava in un’intervista che a Napoli, in piazza, c’era il popolo e FN era dalla parte del popolo napoletano in un momento in cui decine di migliaia di persone rischiavano di andare verso la fame se non si bloccava il lockdown. Fiore preannunciava che FN era pronta alla disobbedienza rispetto a norme che dovevano considerarsi illegali, anticostituzionali e antipopolari e che in quanto tali non dovevano essere rispettate.
Si tratta di affermazioni inaccettabili che gettano benzina sul fuoco della tensione, della rabbia sociale, che alimentano il rischio di una spaccatura tra generazioni nella gestione della pandemia, che mettono in pericolo la tenuta democratica del nostro Paese.
Che una formazione politica neofascista, xenofoba e razzista, agli antipodi dei valori costituzionali di democrazia, libertà, giustizia sociale, possa dichiarare illegali, incostituzionali norme restrittive anti-covid e che pertanto esse possono essere oggetto di disobbedienza in nome della “libertà” è inconcepibile e mistificatorio.
Rientra in una strategia demagogica finalizzata a raccogliere consensi, non già in campo elettorale dove FN ha registrato clamorosi insuccessi, ma nelle piazze, arrogandosi la capacità di comprendere i veri bisogni del popolo, facendo sciacallaggio sul malcontento dei soggetti più fragili, delle categorie economiche più in difficoltà, innescando e alimentando comportamenti violenti originati da moti di rabbia spontanei, fomentando la rivolta, radicalizzando lo scontro con il governo e le istituzioni al fine di delegittimarle.
Ciò probabilmente nel quadro di una competizione di FN con le altre formazioni di estrema destra del nostro Paese.
Qui allora è in gioco la capacità della maggioranza di governo di dare risposte tempestive, certe ed efficaci, ai bisogni di protezione economica e sociale delle categorie di lavoratori maggiormente esposte agli effetti delle misure di contenimento del contagio, riportando, più in generale, al centro dell’agenda politica le giustizia sociale e le politiche redistributive, al fine di neutralizzare le strumentalizzazioni antidemocratiche delle organizzazioni neofasciste su cui le istituzioni devono intervenire con fermezza e di cui l’Anpi da anni chiede lo scioglimento.
* Maria Cristina Paoletti, presidente sezione Anpi “Erminio Ferretto” di Mestre, già insegnante di diritto ed economia
29 Ottobre 2020