Il Sessantotto L’anno 1968 è stato il culmine di un crescendo che parte dai tardi anni Cinquanta, e attraversa buona parte delle società, con particolare forza in quelle occidentali. Si è trattato di un’onda lunga che ha provato a battere in breccia istituzioni, cultura, costumi, nello spirito di un cambiamento radicale. In una molteplicità di cause, alcuni fattori appaiono preminenti: la guerra del Vietnam con il rifiuto di migliaia di studenti americani di partire militare (e le canzoni che ne esprimevano l’essenza), le lotte anticolonialiste e antimperialiste in America Latina, con l’esempio vittorioso di Cuba, l’assassinio di Ernesto Che Guevara, il pontificato di Giovanni XXIII e il lancio del Concilio Vaticano II, la Rivoluzione culturale cinese (anche se sovente equivocata sulla base di scarse informazioni), la ripartenza di lotte proletarie nei grandi centri industriali, il successo delle idee della “contestazione globale” derivate dai filosofi della Scuola di Francoforte, emigrati negli Usa (Adorno, Horkheimer, Marcuse, Fromm…), l’involuzione moderata dei partiti e dei sindacati operai. Sebbene sia stata la Francia l’epicentro del movimento più clamoroso (il famoso ”maggio francese”), in Italia il Sessantotto durò più a lungo, un biennio (1968-69), con la fusione, sia pure imperfetta, tra proteste studentesche e lotte operaie. Si gettarono i germi dei grandi progressi degli anni Settanta (nuovo Diritto di famiglia, Statuto dei Lavoratori, Sistema Sanitario Nazionale e così via); nacquero anche, in forma estremamente minoritaria, istanze di rifiuto radicale che includeva la clandestinità e la lotta armata,che ebbero effetti negativi sullo stesso movimento, accelerandone la fine.
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Tratto da https://www.youtube.com/watch?v=qVmspp6cDAg&feature=share