Il 24 ottobre 1917 una sconfitta dell’esercito italiano (sotto il comando supremo di Luigi Cadorna, in particolare la II Armata del generale Capello) davanti all’attacco delle truppe austro-germaniche divenne una disfatta, e una ritirata si tradusse in una fuga disastrosa. Fu la «rotta di Caporetto» che si fermò sul Piave, due settimane più tardi, il 9 novembre. Il bilancio fu di 10.000-13.000 morti ; 30.000 feriti ; 265.000 prigionieri; 350.000dispersi (sbandati); 400.000 profughi. La sconfitta dipese innanzi tutto da cause militari (gli errori di Cadorna, Capello e degli Alti comandi), secondariamente politiche e ideologiche, intrecciate ad una serie di elementi, compresi quelli legati a fattori come il clima e alle condizioni del terreno e dal fattore sorpresa, aggravato dalla interruzione delle comunicazioni per il tracollo delle linee telefoniche. Ma lo sfondo è la stanchezza dei soldati, che trova riscontro in quella delle popolazioni; due dati che accomunano peraltro tutte le nazioni europee in guerra. E Caporetto da toponimo, divenne parola comune, sinonimo di disastro.
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Tratto d: https://www.youtube.com/watch?v=bbAyE9zHN0g&feature=youtu.be