di MOWA
“Un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura, è come un albero senza radici.” (di Marcus Garvey)
La pandemia, che sta mietendo altre vittime, pone le popolazioni di fronte ad un ragionamento che è svincolato dalle difficoltà del momento e si concentra sulle ragioni dell’eccessivo numero di decessi.
Si dovrebbe, infatti, iniziare a porre l’accento sul fatto che non vi siano posti nei nosocomi e che il numero di contagiati sia così alto perché sono state smantellate tutte le strutture pubbliche sia di prevenzione di base che ospedaliere che erano anche ultimate e pronte come denunciato dai sindacati per l’Ospedale di Legnano.
Tali fatti (colpe gravi) non sono solo dovuti alle responsabilità di un codazzo di politici asserviti a vergognosi interessi privati ma, anche, a capitalisti (grandi e piccoli che siano) che hanno pensato alle loro tasche invece di tutelare la collettività. Un drammatico esempio sono i dipendenti contagiati dell’importante fabbrica di Pontedera che sono stati costretti ad andare al lavoro per non far cessare la produzione in barba ai criteri di salvaguardia della salute di chi produce ricchezza (e che si dovrebbe ritornare a chiamare con il termine che spiega bene chi siano), il padrone. E, se questi lavoratori che producono, cadauno, un plusvalore esorbitante rispetto ai bisogni, dovessero dire/pretendere che, subito – da oggi, si utilizzi la ricchezza da loro prodotta (che il padrone si appropria e porta, anche, in paradisi finanziari) per costruire tutte quelle strutture apposite per tutelare la salute della popolazione e, da quel dato momento, stessero a casa per garantirsi la vita come tutti gli altri, cosa farebbero il Governo, i politici, e il sindacato stesso, troppo spesso connivente agli interessi dell’impresa e meno dei lavoratori?
Perché una tale considerazione?
Perché la quantità dei soldi che i padroni mettono in tasca è altissima come si evince dai dati, probabilmente sottostimati, della stessa Banca d’Italia, dati che inducono a valutare quanto sia impostata male la distribuzione della ricchezza in questo (e non solo) Paese e, quindi, bisognerà intervenire per non capitolare in soluzioni senza costrutto… come, d’altronde fatto sinora.
L’importanza dell’argomento, come le stesse emissioni di moneta, dichiarate dal capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia Eugenio Gaiotti, ci impone e riserva di porre l’accento su queste considerazioni in un secondo tempo per rimanere in ambito di buona o cattiva gestione delle politiche generali che si sono manifestate in tempo di pandemia.
Una crisi politica complessiva gestionale che, – malauguratamente, è sbilanciata verso interessi di lobby – negativizza e penalizza la stragrande maggioranza della popolazione lasciando una profonda traccia di lutti sul suo percorso.
Una semplicissima riflessione possiamo farla (e cioè): da dove arrivino quelle quantità economiche così grandi sia in Europa che in Italia e date a pioggia ai vari soggetti? Non sono, forse, quelle ricchezze prodotte in eccesso da chi compone la base lavorativa dei vari paesi ed espressa, anche, sotto forma di tasse?
Si dimostra con ciò che vi è un evidente surplus di ricchezza (che si manifesta in vari modi) che viene, sicuramente, mal distribuita dove “qualcuno” (ruffiano) non vuole spiegare mai, sino in fondo, perché perderebbe i propri privilegi mentre, in momenti gravi come questi, andrebbero presi in considerazione perché sanerebbero le distorsioni culturali di chi sposa le diverse tesi ma che condurrebbero sempre all’indebolire la propria forza contrattuale e politica di vera classe sociale dominatrice…
E, visto il virulento virus che annienta le ultime speranze di una vita migliore, ecco l’appello a riorganizzarsi in quello che una volta si diceva essere patrimonio di tutti gli eguali, e che i padroni hanno voluto distruggere per farci piombare in un futuro incerto, un partito comunista che possa rispondere adeguatamente dando a tutti le stesse opportunità.
Foto di Sara Kurfeß