di MOWA
“Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.” (di Antonio Gramsci)
Ci sono moltissimi Paesi che si disperano perché non riescono a far fronte alla pandemia, che sta mietendo vittime su vittime, mettendo a dura prova i vari sistemi sanitari che sono il frutto di un’impostazione organizzativa statuale ancorché politico-sociale.
Ci si accorge (malauguratamente per qualcuno), che contestualmente al non saper affrontare la pandemia il così tanto decantato benessere – che si presumeva di aver raggiunto – non si possa definire tale quando le strutture sanitarie non sono in grado di prevenire, contenere e curare malattie contagiose come il covid-19 e scatenando in coloro che hanno subito un torto/rifiuto delle cure mediche una violenta reazione di contestazione che non prende, però, ancora forma nella coscienza che sarebbe, poi, la fase successiva della conoscenza di sé stessi e del mondo esterno, quella in grado di convogliare in modo ragionato la propria consapevolezza, ma rimane bloccata in alveo di ingiustificata e, spesso, sterile domanda su “come tutto ciò sia potuto accadere visto che siamo un paese evoluto”.
Una prerogativa questa di, involontaria, sottovalutazione dei comportamenti individuali/collettivi insiti in una società complessa oppure di una carenza di approfondimento determinata dal fatto che ci si è trovati impreparati perché abbiamo, da decenni, accantonato il pensiero profondo, analitico, critico… e dato poco spazio alla scienza, saggezza, sapienza?
Sarebbe, invece, il caso di soffermarsi sulla cultura privatistica a cui molti esponenti politici fanno riferimento, quella che è andata a detrimento di una visione di solidarietà planetariamente umana e che stravolge le fondamenta del vivere civile ed emancipato. In tutto ciò (nella cultura privatistica) si inseriscono le prerogative di ulteriore devianza che sono corruzione, criminalità, evasori… sino ad arrivare (dispiace dirlo) a interessi personali.
Fenomeni che sembrerebbero lontani tra loro ma che, in realtà, sono contigui (ma sarebbe più corretto dire, insiti) allo sviluppo di un sistema capitalistico che produce dinamiche che hanno dato paradigmi culturali. Un esempio? Le intercettazioni dei manager dei gestori autostradali in cui si profilano tutti i ragionamenti emersi (o in buona parte) negli esempi citati sopra; con una forte preoccupazione per le persone perbene che si sentono minacciate da tali “rispettabili signori” e a fronte di quanto valutato dai giudici nelle motivazioni dell’arresto:
“una politica imprenditoriale volta alla massimizzazione dei profitti derivanti dalla concessione con lo Stato mediante la riduzione e il ritardo delle spese necessarie per la manutenzione della rete autostradale affidata in concessione e a scapito della sicurezza pubblica. Dalle indagini è, infatti, emerso un quadro desolante in cui è emersa l’insicurezza della rete autostradale sia con riferimento ai viadotti sia con riferimento alle gallerie; sia con riferimento alle barriere di contenimento, queste ultime oggetto del presente procedimento”.
Altro esempio.
Come fa uno Stato che deve tutelare la collettività a sostenersi quando ci sono fior fiore di medici, che lavorano, convintamente, per ospedali privati e che vengono nominati a cariche sanitarie pubbliche importanti?
Non ci si lamenti, poi, quando si assiste ai balletti di opinioni nelle varie trasmissioni radio-televisive o sui giornali, opinioni che creano confusione nell’opinione pubblica. E, magari, si scopre che costui o costei aveva degli interessi in ballo da tutelare e garantire.
Un sistema da combattere per ripristinare norme e regole che siano sinonimo di garanzia e trasparenza che si ottengono solo se si ripristinano dei valori (sostanziali) comuni racchiusi negli articoli della Costituzione ed iniziando ad applicarla nelle sue articolazioni rimettendo in “cantina” le varie storpiature volute, guarda caso, da filo-privati come (ad esempio) per l’art. 81 sul pareggio di bilancio, o per l’attuale Titolo V che sta seminando panico e confusione sulle responsabilità nelle diverse materie come sanità, province, ecc, oppure, ridare, finalmente, un sistema elettorale con il proporzionale puro rimettendo la rappresentatività necessaria dei parlamentari a garantire tale carica.
Segnali significativi che metterebbero ordine nel caos generale e che, probabilmente, eviterebbero alla criminalità la possibilità di mettere piede in organi importanti delle Istituzioni come è avvenuto in diversi casi, non ultimo quello nel Trentino.
Foto di Hulki Okan Tabak
1 Comment
Ci scrive, il 13 novembre alle ore 7.36, Marco Valeriani:
Buona giornata,
beh ! Come si fa a non essere d’accordo, il problema è trovare o costruire un soggetto politico che, non solo accolga queste istanze, ma abbia anche le capacità progettuali e tecniche necessarie, oltre, si intende, un’ottima capacità di comunicazione e di persuasione.
Però non è detto che non ci si arrivi…
Buon proseguimento
Marco V