di MOWA
“Hai torto, amico, se pensi che un uomo di qualche merito debba star lì a calcolare il rischio di vita e di morte, invece di pensare se ciò che fa è giusto o ingiusto e se si è comportato da uomo onesto o malvagio.” (di Socrate)
La politica, con l’arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, si macchia dell’ennesimo episodio di malcostume.
Tallini viene accusato, niente di meno che, di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso, nell’ambito dell’operazione “Farmabusiness” condotta dalla Dda di Catanzaro contro la cosca ‘ndranghetista Grande Aracri di Crotone.
Dunque, un altro esponente calabrese, con un trascorso molto reazionario, prima con l’organizzazione studentesca del MSI, Giovane Italia e, poi, con Forza Italia, che si “distingue” per aver infranto “il significato” della prassi politica entrando a far parte della schiera di coloro che vorrebbero creare una “terra di mezzo” tra Istituzioni e malavita.
L’ennesima figura che emerge (se tutto verrà confermato in sede definitiva nei tribunali) per aver portato il Paese ad avere difficoltà di emancipazione sociale, oltrechè di danno alla salute della popolazione (calabresi compresi) per aver sposato le tesi massocapitalistiche.
Curiosità spinge a domandare se costui faccia parte, anche, di quei rituali massonici visto che è molto addentro gli stessi interessi di quelle organizzazioni, così come emerso nella relazione dell’Antimafia e dalle indagini coordinate dal procuratore capo Gratteri:
“il politico si sarebbe reso disponibile e decisivo su più fronti. In primo luogo, per eliminare ogni ostacolo burocratico-amministrativo che rallentasse la nascita del “Consorzio Farma Italia” e della società “Farmaeko”, entrambe attive nel settore della distribuzione dei medicinali da banco sul territorio nazionale.” [1]
Un pessimo biglietto da visita per quella destra politica, che vorrebbe convincere la popolazione perbene, nel definirsi leale con le Istituzioni ma che viene contraddetta dalla Storia perchè emerge che il suo DNA culturale è di tutt’altra pasta e, quindi, gli si ritorce contro. Gli stessi Mussolini non si fecero scrupoli a far soldi sulle credenze di perbenismo e onestà quando la realtà storica è lì a smentirli… Altro che le “stupidaggini” antistoriche nei libri di Bruno Vespa.
Esempi clamorosi, i libri di storia, oltre i Mussolini, sono pieni zeppi di finti pro-popolazione usando il paravento di un liberalismo dei più che vorrebbero ispirarsi al rispetto e alla difesa della libertà individuale e della libera iniziativa economica ma che, invece, diventa un ossimoro con la tutela della collettività. Dimostrazioni pratiche di come questa finta tutela dei singoli sia in realtà una continua fuga in avanti a detrimento della collettività come ci dicono i numeri di chi detiene la ricchezza nel Mondo ed in Italia.
Una povertà in continuo aumento con il fenomeno pandemico che accende i riflettori distinguendo chi può permettersi di avere cure adeguate ed in tempi rapidi da chi, invece, viene escluso da questo trend sanitario.
Una scelta politica di una libertà, finta, che qualcuno crede raggiunta con taluni partiti che si stracciano le vesti (in questi mesi anche le mascherine) in nome di una individualità che cozza con il benessere generale e, infatti, vengono attinti soldi per la cassa integrazione (gestiti dall’INPS) dal “gruzzolo” che, come previsto dagli Artt. 1, 4, 38, di quella Costituzione sociale e antifascista che tanto, costoro, osteggiano, è stato accantonato negli anni dai lavoratori … ma nessuno ha il coraggio di riconoscerlo.
Una Costituzione che viene sbeffeggiata e offesa da quelle stesse identiche figure che hanno in comune la progettualità di stravolgerla e che sono identificabili in capitalismo, fascismo, massoneria, criminalità e… stupidità!
Foto di niu niu