Nell’incontro in vista delle prossime elezioni amministrative di marzo, il neo presidente socialista boliviano Luis Arce e il leader del Movimento per il Socialismo (MAS), Evo Morales, si sono incontrati ieri per la prima volta dopo la vittoria alle presidenziali del 18 ottobre che ha messo fine ad 1 anno di colpo di Stato sostenuto da Washington.
L’abbraccio è stato preceduto dall’inno della vittoria “Siamo maggioranza”, cantato dai presenti e salutato a pugno chiuso nella riunione, convocata per discutere la partecipazione del MAS alle elezioni comunali del prossimo marzo.
In linea con il suddetto slogan, il capo dello stato ha sottolineato che il MAS, vincitore delle elezioni generali dello scorso 18 ottobre, è la forza politica leader nel paese.
Da parte sua Morales, tornato al 19 novembre dopo un anno di esilio, ed eletto pochi giorni fa presidente del MAS, ha annunciato che giovedì prossimo incontrerà di nuovo il presidente, che lo ha invitato a pranzo.
Nell’assemblea, Morales ha affermato che l’incontro ha preso in esame le richiesta dei delegati e delle organizzazioni sociali tra cui quella che “persone nuove”, pulite, non compromesse col regime golpista appena cacciato, rappresentino il MAS nelle prossime elezioni, che saranno definite in ciascuno dei nove dipartimenti della Bolivia.
“Uno dei compiti che abbiamo è come prenderci cura del presidente Lucho. Ciò richiede molto impegno e sacrificio. Impegno ideologico e programmatico”, ha detto Morales, lamentando in seguito lo stato delle finanze pubbliche dopo 11 mesi di governo golpista.
“Purtroppo la nostra economia è stata distrutta. Ho sentito alcune parole del fratello Lucho. Non abbiamo paura, ma abbiamo bisogno di tempo per riavviare l’economia nazionale”.
All’incontro tenutosi nella città di Cochabamba, nel centro del paese, il leader indigeno si è posto l’obiettivo nobile di vincere in 7 dei 9 governatorati e in 300 città nella poltrona di sindaco alle elezioni di marzo.
Morales ha anche commentato che il MAS è il più grande movimento politico nella storia della Bolivia, nonostante momenti difficili come il piano nordamericano che ha cercato di “smembrare” l’organizzazione, come ha detto riferendosi al colpo di Stato che lo ha costretto a dimettersi a novembre. del 2019.
Quel colpo di Stato aveva gridato a presuntoli brogli nelle elezioni vinte da Morales, “oggi invece” ha detto Evo “siamo con la verità, la verità si è imposta di nuovo, abbiamo dimostrato di avere ragione, lo abbiamo detto sin dal primo momento, non c’erano brogli e con le elezioni del 18 Ottobre abbiamo dimostrato che non c’erano state frodi, ma che si è trattato di un vero colpo di Stato”.