di MOWA
“La vita è divisa in tre momenti: passato, presente, futuro. Di questi, il momento che stiamo vivendo è breve, quello che ancora dobbiamo vivere non è sicuro, quello che già abbiamo vissuto è certo.” (Lucio Anneo Seneca)
Crescono esponenzialmente i contagiati e i morti causati dal Covid e molte responsabilità hanno le politiche degli ultimi decenni che non hanno saputo (e voluto!) progettare un piano adeguato basato sulla semplice prevenzione. Una previsione che avrebbe dovuto essere nel DNA di un sistema evoluto funzionale ai bisogni primari degli esseri umani e in simbiosi con lo sviluppo socio-economico di cui tutti (tendenzialmente) avrebbero dovuto beneficiare ma, in realtà, così non è stato.
Un danno inenarrabilmente terribile che pagheranno, prevalentemente, le future generazioni se non vi sarà un’inversione di tendenza, e questa inversione non dovrà tardare ulteriormente, e dovrà, inoltre, vedere coinvolte maggiori risorse democratiche per migliorare l’esistente.
La sofferenza sociale che accompagna la pandemia mette in risalto, tra l’altro, quelle che furono anche le nefaste responsabilità di molti equivoci movimenti di “sinistra” degli anni passati (Lotta continua, Autonomia operaia, Potere operaio…) che ci consegnano, oggi, un mondo disumanizzato, privo dei minimi rudimenti di autoconservazione della specie e che hanno portato quell’individualismo sfrenato come unico ed assoluto leader in ogni dove, al punto di sentire, persino, capi di Stato dichiarare pubblicamente che “tanto dovremo morire tutti.”
Una brutalità linguistica (anaffettività?) che si annoda al brutto ricordo nazista sull’eliminazione di massa di esseri umani e che si incarna in molti atti perpetrati da esponenti politici (a tutti i livelli) che hanno la sfacciataggine di scagliarsi contro quei giornalisti seri, che fanno chiarezza all’opinione pubblica denunciando sia il malcostume manageriale che il malaffare di cui si sono macchiati, perché ha causato un danno incalcolabile ( persino nei sentimenti di chi ha perso un congiunto), invece di dedicarsi a trovare soluzioni adeguate ad evitare la catastrofe umanitaria in corso.
Responsabilità di equivoci movimenti di “sinistra” degli anni passati che hanno fatto il loro squallido “dovere” al servizio di un ben preciso padrone e che, oggi, non esistendo più quell’unico soggetto politico comunista che era, potenzialmente, in grado di far mutare gli eventi negativi, si prendono gioco degli umori delle persone con l’intento di fare cassa… e arricchirsi ulteriormente.
Molti militanti, grazie alla stupidità e all’impreparazione, dettero ascolto a quei “cattivi maestri” che lanciavano parole d’ordine come “tutto e subito” pensando di ottenere chissà quale conquista, e reputarono quale nemico principale il P.C.I. perché era stato fatto credere loro che “frenasse le lotte”, mentre, invece, si erano ottenute migliori condizioni di vita di cui, in parte, se ne beneficia ancora oggi, proprio grazie a quella intelligente gradualità.
Dove sono ora quei “cattivi maestri” che dicevano di “distruggere il sistema fatto dai padroni”?
Dove si sono rintanati quei capipopolo che si dichiaravano a parole comunisti adesso che i padroni fanno politiche economiche e sociali da far accapponare la pelle?
Prezzolati ruffiani del potere che, probabilmente, si sono messi in shadow, solo perché in attesa di nuovi ordini da quella esigua minoranza di non eletti, e, pensando, di rimuoversi qualora la massa critica dovesse organizzarsi di nuovo con aspirazioni comuniste.
Non c’è, altrimenti, giustificazione alcuna per la loro apparente evaporazione politica. Non c’è alcuno che abbia fatto autocritica.
Hanno fatto “servizio”, ai potenti, di anestetico delle lotte passate degli oppressi. Ora, invece, solo qualcuno di questi viene “mobilitato” (e, sicuramente, perché ordinatogli) con l’intento, non di ridare vigore al popolo…, ma con la funzione di sviare (di nuovo) le buone progettualità per un mondo migliore e senza infingimenti verso, magari, partiti transgenici.
Ruffiani del potere che si dichiaravano a parole comunisti e che hanno spinto tanti giovani ad abbracciare una politica nichilista, figlia di quel becero individualismo, che ha voluto dipingere al Mondo un progetto marxiano come violento mentre, invece, lo scienziato sociale da cui nacque quella teoria era ben altro e più umano di quello che il capitalismo ha negato alle persone perbene. Lo dimostra, sull’esperienza della salute (con tutte le difficoltà della transizione da un sistema ad un altro), come si siano comportati gli Stati come la Repubblica Popolare cinese o Cuba proprio per capire come vengano considerate le persone a differenza di quell’Occidente che si “sciacqua la bocca” parlando di democrazia e poi va ad alimentare le guerre in tutto il Globo, distruggendo sogni di parità sociale e di giustizia con altri mostri come: malaffare criminale, evasione-elusione fiscale, clientelismo e molto altro ancora.
Si deve ritornare, come popolo oppresso e dopo aver subito una trincea infinita nell’inazione, alla necessità di ricomporre quel soggetto politico comunista con valori antifascisti e capacità analitiche come lo erano quelli del P.C.I. di Togliatti, Longo, Berlinguer. Non ci sono, altre, alternative…