DANILO TOSARELLI – MILANO
Quante volte, avrete sentito questa affermazione rimbalzare nei vari dibattiti sul COVID 19?
Ognuno la declina come meglio crede. Io so come declinarla.
Io voglio un pò parlare della nostra Sanita’ e magari quella di ieri e di oggi.
Perchè non si può parlare di questa emergenza e non affrontare questa realtà.
Troppo spesso sottaciuta, proprio perchè evidenzia responsabilità che è meglio nascondere.
Nel periodo dal 1990 al 2018, l’italia risulta ultima nella crescita della spesa sanitaria.
Il riferimento è a Germania, Francia, Olanda, Belgio Spagna, Portogallo e Grecia.
Dal 1990 al 2018, in italia sono diminuiti sia il numero degli ospedali che quello dei posti letto.
Il Financial Times riporta dati che evidenziano una criticità che abbiamo pagato cara.
All’inizio dell’emergenza Coronavirus, avevamo 5223 posti di terapia intensiva.
A marzo, con grandi sforzi, sono diventati 6634.
In Germania, si è partiti dai 28mila per arrivare a 40mila per affrontare l’emergenza.
Numeri di unità d’emergenza, 5 volte superiori ai nostri.
Giova precisare che i tedeschi sono circa 83 milioni e gli italiani circa 60 milioni.
Questo enorme divario, è stato certamente causa di un maggior numero di decessi.
Lo scoppio di questa grave epidemia ha portato allo scoperto gravi limiti strutturali.
Fra questi, la mancanza di presidi sanitari idonei e un sottodimensionamento degli organici.
Tra il 2009 e il 2017 sono stati tagliati più di 46mila unità di personale dipendente.
La Ragioneria di Stato precisa: fra questi 8mila medici e 13mila infermieri.
A ciò, questione primaria, va aggiunta la carenza di centri ospedalieri che sono in continuo calo.
Pensate, che nel nostro Paese ne sono stati mappati circa 200. Tutte strutture abbandonate.
Come l’ospedale di Garbagnate in provincia di Milano. Chiuso da 5 anni e già vandalizzato.
Ma potrei parlarvi, dell’ex ospedale Muzio Gallo di Osimo nelle Marche.
Del Convitto Pontano alla Conocchia di Napoli ed altri ancora.
L’indomita Milena Gabanelli, ha fornito in un suo Dataroom informazioni drammatiche.
Nel 1998, i posti letto negli ospedali erano 5,8 ogni mille abitanti.
Nel 2007 sono diventati 4,3.
nel 2017 sono diventati 3,6.
Vogliamo parlare dei posti per malati acuti, tipo quelli provocati dal Coronavirus?
Nel 1980 erano 922 ogni mille abitanti.
Dal 1998 al 2013 si è passati dai 535 ai 275 ogni mille abitanti.
La Germania ne ha 621. Siamo in fondo alla classifica europea.
Ci sorpassano persino Serbia, Slovacchia, Slovenia, Bulgaria e Grecia.
Si continua a tagliare e a ridurre il numero degli ospedali.
Riporto dati da “Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale”.
Nel 1998 erano 1381, dei quali il 61,3% pubblici e 38,7% privati.
Nel 2007 sono diventati 1197, dei quali 55% pubblici e 45% privati.
Nel 2017 erano 1000 di cui 51,80% pubblici e 48,20% privati.
Appare evidente l’affermarsi di una sanità privata a discapito di quella pubblica.
Nel Report 7/2019 della Fondazione Gimbe emergono dati esplicativi.
Tra il 2010 e il 2019 sono stati sottratti alla Sanità Pubblica circa 37 miliardi di euro.
Governo Monti. 8 miliardi tra la Finanziaria 2012 e 2013.
Governo Letta. 8,4 miliardi di tagli nella Finanziaria 2014.
Governo Renzi. 8 miliardi in meno nel 2015.
Sempre il suo governo, altri 8,4 miliardi di mancati aumenti alla dotazione del SSN.
Idem, il governo di Paolo Gentiloni con la Finanziaria 2018.
Il primo governo Conte (M5S-Lega) ha bloccato aumenti programmati per 3,1 miliardi.
Il Conte bis, nell’ultima legge di bilancio 2020, ha deciso un aumento di risorse di 2 miliardi.
Ho voluto riportare questi dati, forse un pò noiosi, ma necessari per comprendere meglio.
Parlare di aria fritta sono capaci tutti. Le opinioni sono volatili, i numeri rimangono.
Questi continui tagli alla Sanità Pubblica vanno correttamente interpretati.
Un dato appare lampante. Il ruolo svolto dal Partito Democratico.
Non fosse altro per la sua centralità nei governi che vanno dal 2013 al 2018.
Prima del referendum costituzionale del 2016, il PD controllava anche 17 regioni su 20.
Tutti conosciamo il ruolo determinante delle Regioni in merito alla gestione della Sanità Locale.
Se si sommano i poteri del governo centrale e di gran parte delle regioni….
C’è da chiedere al PD che idea abbia sul rapporto tra spesa pubblica e spesa sanitaria.
Soprattutto, quale priorità attribuisca alla tutela della salute dei suoi cittadini.
Una domanda che rivolgo a tutti i partiti e si rivolge alla coscienza di ognuno di noi.
La storia è vecchia ed è grazie alle tante vittime del Coronavirus che torna alla ribalta.
Solo la drammaticità ripropone la contrapposizione tra spese militari e sanità.
Possibile che negli ultimi 10 anni le spese militari siano aumentate del 21%?
I fondi stanziati per il 2020 sono oltre 26 miliardi di euro.
Costanti tagli alla sanità, costanti incrementi per le spese militari.
Riassume bene la questione Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo.
“Si è voluto anteporre la spesa militare a quella sociale e civile.
Tutto ciò ha indebolito il Sistema Sanitario Nazionale favorendo l’industria degli armamenti.”
Aumenta la produzione italiana di armi, ma siamo costretti a importare forniture mediche.
L’Italia copre solo il 50% del proprio fabbisogno, ma nulla si muove.
Negli ultimi 15 anni nessun governo ha scelto diversamente.
Non fanno eccezione M5S e PD.
Non sono un pacifista, ma non vedo guerre all’orizzonte.
Basterebbe citare i 15 miliardi dei famosi F35 per avere un sussulto.
Aggiungiamo la portaerei Cavour costata 1,3 miliardi e usata solo per rappresentanza.
Oppure il recente acquisto di 2 sommergibili dal costo di 1,3 miliardi, ancora da costruire.
Le 36 missioni militari all’estero servono solo a dare visibilità, ma ci costano 1,3 miliardi all’anno.
Non credo possa servire raccontarvi altro.
Tanti, troppi soldi spesi ingiustificatamente in tempo di pace.
Neppure il Coronavirus è riuscito a smuovere le coscienze omertose dei nostri politici.
Sono cresciuto negli anni in cui era patrimonio condiviso la difesa dello stato sociale.
Sarà stata la Prima Repubblica, ma dal P.C.I. alla DC si difendeva un valore universale.
“Dalla culla alla tomba”, ogni cittadino aveva diritto a cure ed assistenza.
Oggi la logica devastante del profitto calpesta qualsiasi diritto umano.
Anche il diritto alla salute viene monetizzato ed il Coronavirus ce lo ha confermato.
Vi ricordate la questione tamponi?
Vi ricordate quando ATS dichiarava di non avere più reagenti ed il privato ne aveva disponibilità?
Il privato li faceva a pagamento ed il pubblico dichiarava di non poterli fare.
Sono passati alcuni giorni prima di tornare alla presunta normalità.
Inutile dire, quali difficoltà si sono create e quali le tante correlazioni.
Questa concorrenza sleale tra sanità pubblica e privata mi ha indignato.
Era già emergenza, eppure il cinismo del privato e la logica del profitto non hanno avuto remore.
E tutto ciò nel silenzio di un Governo, ma soprattutto di una Regione che si è resa complice.
Tutto ciò è accaduto in Lombardia.
Voglio ricordare che il nostro Paese è uno dei più vecchi al mondo.
L’età media di un maschio italiano è 80,8 anni ed è 85,2 anni quella delle nostre femmine.
Pensate, che in Lombardia l’assistenza domiciliare agli anziani è tra le più basse d’italia.
Cosa vogliamo fare? Lasciarli morire i nostri padri, le nostre madri e i nostri nonni?
Sono per una Sanità Pubblica che funzioni adeguatamente e sia finanziata prioritariamente.
Non deve essere che le strutture private realizzino enormi guadagni speculando sulla salute.
Le cure devono essere accessibili a tutti, a prescindere dal censo.
No alla riduzione dei posti letto negli ospedali pubblici, mentre aumentano in quelli privati.
Non può essere che le liste di attesa abbiano tempi infiniti.
Occorrono più medici di base, ma occorrono nuove assunzioni, perchè già oggi sono allo stremo.
I medici di famiglia sono il fulcro della medicina preventiva e di prossimità. Vanno però sostenuti.
Non può funzionare, se ognuno di loro ha in carico 1500/2000 pazienti.
Non ci servono più soldati. Ci servono più medici e più servizi alla persona.
Non ci servono più carri armati. Ci servono più strutture mediche per curare le persone bisognose.
La scelta dovrebbe essere scontata, ma non lo è.
“NULLA SARA’ PIU’ COME PRIMA”.
Questa affermazione esprime un timore o un auspicio?
Rimpianti o la speranza in un futuro più a misura d’uomo?
Foto di Hush Naidoo