“La nostra sorella Lidia Patty ha sporto denuncia penale contro Fernando Camacho e suo padre José Luis Camacho per cospirazione e destabilizzazione durante il colpo di Stato del novembre 2019. La denuncia si estende anche agli ex comandanti delle Forze Armate e della Polizia per aver commesso i crimini di terrorismo, sedizione e cospirazione”
È l’annuncio dato dal partito Movimento per il Socialismo in Bolivia.
“Abbiamo presentato una denuncia penale al Pubblico Ministero, insieme al mio avvocato. Ciò è importante, perché nessuno lo sta facendo.
Perché questi personaggi, Camacho e suo padre, sono liberi e tranquilli dopo che hanno destabilizzato economicamente e sconvolto politicamente tutto il nostro Paese,” ha detto la Patty ai giornalisti.
Secondo quando dettagliato nella denuncia, gli atti compiuti dagli imputati dopo le elezioni del novembre 2019 hanno provocato uno “sconvolgimento sociale” nel Paese che ha portato alle dimissioni di Morales.
Nel documento depositato in Procura, Camacho e suo padre vengono considerati come parte delle “menti” del colpo di Stato, che organizzarono, negoziarono e pagarono gli alti ufficiali militari per destabilizzare il governo democraticamente eletto.
L’ex deputata ha anche ricordato come il comandante dell’esercito, poi fuggito negli Stati Uniti, abbia “deliberato e suggerito” a Morales le sue dimissioni, violando così la Costituzione boliviana.
Inoltre, ha spiegato che l’ex presidente, che ormai aveva perso il comando delle Forze Armate, fu costretto a ritirarsi dal potere per il “rischio di perdere la vita” e per paura che il popolo boliviano “venisse massacrato”.
Nel novembre 2019, Fernando Camacho aveva rivelato in un video che era stato suo padre a “chiudere (il patto) con i militari”, inoltre ha pubblicamente confessato che la polizia e l’esercito lo hanno aiutato a spostarsi da un luogo all’altro prima del 10 novembre, giorno in cui si è consolidato il colpo di Stato.
Morales si è dimesso dalla presidenza boliviana il 10 novembre 2019 in mezzo a un colpo di Stato orchestrato contro di lui dall’opposizione sostenuta dall’Organizzazione degli Stati Americani (OSA/OEA) e dagli Stati Uniti.
Fuggendo dal Paese, dapprima si è recato in Messico e poi in Argentina, dove ha ottenuto lo status di asilo politico.
Morales è tornato nel suo Paese il 9 novembre dopo che il socialista Luis Arce, il candidato della sua formazione politica, il MAS, ha vinto al primo turno nelle elezioni presidenziali boliviane, lo scorso ottobre, ottenendo oltre il 55% dei voti.