Ci stanno raccontando che il Recovery Plan porterà nelle nostre casse 209 miliardi di euro che andranno spesi entro sei anni. La realtà è ben diversa: di questi 209 miliardi ben 127 sono prestiti che andranno restituiti pagando i tassi di interesse europei.
Il solo vantaggio per l’Italia quindi sarà la differenza tra il tasso d’interesse nazionale con quello europeo. Se facciamo l’ipotesi che la BCE continuerà con l’attuale politica di controllo dei tassi d’interesse e dei loro differenziali, allora il risparmio che deriverà dai tassi europei non sarà superiore al mezzo miliardo all’anno. Quindi non sono 127 miliardi in sei anni: sono al massimo tre miliardi.
La restante parte del Recovery Plan sono 82 miliardi di sussidi a fondo perduto, che però devono avere una copertura e al momento c’è solo un’ipotesi di tassa europea sulla plastica, ma niente di macro-economicamente rilevante.
Questa parte a fondo perduto dovrà essere coperta dai contributi dei singoli membri; se verrà tenuta la solita regola, ogni Stato europeo dovrà contribuire in base al proprio Pil. Significa che l’Italia dovrà intervenire nel migliore dei casi per almeno 40 miliardi.
Alla fine i sussidi netti non saranno 82 miliardi ma solo 42.
Il Recovery Plan per l’Italia, allora, non corrisponde a 209 mld, come dice la propaganda, ma a 45 tra sussidi diretti e risparmio di interessi, che su sei anni fanno 7 miliardi all’anno. Se poi consideriamo che anche nei prossimi anni l’Italia sarà contributore netto del bilancio europeo con un apporto di 20 mld, si scende allora ad appena 25 miliardi in sei anni, poco più di 4 miliardi all’anno.
Queste sono cifre modeste gonfiate dalla propaganda dei media padronali, se si considera che la crisi ci ha fatto bruciare quasi 200 miliardi che la BCE non ci dà, ma che i governi europei scaricheranno sulle spalle dei lavoratori non migliorando la sanità pubblica, l’istruzione, i servizi pubblici, i salari o il sistema pensionistico. Contribuendo così al declino economico e politico dell’Italia e del resto d’Europa. Guadagneranno solo le multinazionali statunitensi, basta vedere da dove arrivano i vaccini.
Insomma il Recovery Plan che dovrebbe rappresentare un aiuto nella lotta alla pandemia sembra proprio il vecchio Piano Marshall: tanta propaganda, un’occasione di arricchimento per alcuni e soprattutto la subordinazione agli Usa.
Comunisti per Casciana Terme-Lari
Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer per la ricostruzione del P.C.I.