A San Marino, la piccola Repubblica nel cuore del Vecchio Continente, vanno avanti le vaccinazioni con lo Sputnik V: “Le beghe politiche non ci interessano, l’importante è vaccinarsi per battere il Covid”.
In Europa continua il dibattito sul vaccino russo Sputnik V. All’inizio della scorsa settimana il commissario al Mercato Interno, responsabile per la campagna vaccinale, Thierry Breton, ha detto che l’Ue non ne ha “assolutamente bisogno”.
Eppure il fronte “aperturista” sul vaccino del centro Gamaleya, che il 4 marzo ha iniziato la rolling review all’Ema, sembra allargarsi sempre di più. Nei giorni scorsi sia la cancelliera tedesca Angela Merkel, sia il premier italiano Mario Draghi, si sono mostrati possibilisti sull’utilizzo dello Sputnik dopo l’eventuale approvazione dell’Ema, mentre all’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, subito dopo Pasqua inizierà la sperimentazione del vaccino russo sulle varianti inglese, brasiliana e sudafricana e sul possibile utilizzo come richiamo di vaccini che utilizzano una tecnologia simile, come quello di Astrazeneca.
La regione Campania, intanto, oggi ha annunciato di aver sottoscritto per l’acquisto del preparato russo per dare nuova linfa alla campagna vaccinale nella regione. Anche se il contratto e le forniture sono subordinate al pronunciamento dell’autorità regolatoria europea ed italiana. Un via libera che, ha annunciato oggi il premier italiano nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, potrebbe arrivare solo nella seconda parte dell’anno.
“Dobbiamo sempre cercare il coordinamento europeo, dobbiamo cercare di fare di tutto per rafforzarlo, – ha ribadito ancora una volta Draghi – e poi se non si vede una soluzione è chiaro che dobbiamo cercare altre strade”.
È quello che hanno già fatto diversi Paesi del Vecchio Continente, come l’Ungheria, la Serbia e la piccola Repubblica di San Marino, dove la prima fornitura di Sputnik V è arrivata lo scorso 23 febbraio. Anche qui a spingere le autorità ad affidarsi al preparato russo sono stati i “ritardi” da parte delle case farmaceutiche produttrici che dovevano consegnare le dosi all’Ue e di conseguenza all’Italia, con la quale la Repubblica indipendente ha sottoscritto un accordo per la fornitura.
“Stiamo facendo dei test a campione e la risposta anticorpale per ora sembra essere buona”, spiega a Sputnik Italia il dottor Emidio Troiani, cardiologo e medico vaccinatore. “Il bilancio – continua – è positivo, ma per ora è prematuro parlarne, prima bisogna arrivare sino in fondo”.
Per valutare gli effetti del vaccino è in corso “uno studio di farmaco vigilanza in collaborazione con l’Università di Bologna”. “Finora – assicura il medico – gli effetti collaterali sono stati pochi e molto lievi”.
“San Marino – prosegue – è al di fuori dell’Ue e quindi non deve sottostare ai vincoli dell’Ema, che giustamente fa il suo lavoro”. “Penso – aggiunge – che all’epoca non avendo altri vaccini a disposizione, quella di acquistare lo Sputnik sia stata una scelta lungimirante da parte del nostro governo: speriamo che alla fine i dati ci diano ragione, ma per ora gli effetti sono ottimi”.
Acquistare i vaccini anti-Covid da diversi fornitori, per il dottor Troiani, è una strategia vincente: “Si hanno più vaccini e poi si può scegliere il vaccino ottimale per ogni singolo paziente”. “Così – conclude – abbiamo più armi contro la pandemia”.
Secondo l’ultimo bollettino dell’Iss sanmarinese sono 516 le persone attualmente positive al Covid, di cui 40 ricoverate, per un totale di 4.547 contagiati e 84 decessi da inizio pandemia. In ospedale le vaccinazioni vanno avanti tutti i giorni, dalla mattina presto fino alle sei del pomeriggio. Vengono utilizzate le fiale prodotte dalla Pfizer e le 7.500 di Sputnik V arrivate lo scorso febbraio.
“Sono molto contenta, mi fido delle istituzioni sanmarinesi e questa inerzia italiana ed europea non la comprendo molto”, dice una donna che ha appena ricevuto la seconda dose del preparato russo.
“Molti Paesi asiatici, ad esempio, – prosegue – sono più avanti di noi con le vaccinazioni, bisogna accelerare perché ora il vaccino è l’unica arma che abbiamo contro il Covid, per tornare alla normalità”.
“Sto benissimo, sono stata benissimo dopo la somministrazione della prima dose, e sono contenta perché spero che questo vaccino ci aiuti ad uscire da questa situazione, siamo tutti stanchi, soprattutto noi sanitari che viviamo ogni giorno la realtà all’interno degli ospedali”, ripete anche Giulia, un’altra cittadina sanmarinese che lavora come tecnico di laboratorio.
Anche lei ha appena ricevuto il richiamo del vaccino russo. “Penso che la Repubblica di San Marino con questa scelta abbia vinto un terno al lotto perché è riuscita in poco tempo ad avere le dosi necessarie per vaccinare una buona parte della popolazione”, continua.
Tra qualche settimana, assicura l’Iss, dovrebbe arrivare un nuovo carico di fiale da Mosca. “È un vaccino valido come gli altri, – ribadisce – molti Paesi in tutto il mondo già lo usano, personalmente non ho avuto nessun effetto collaterale e una risposta molto buona degli anticorpi”.
“Non mi intendo molto di manovre politiche, però, penso che sui vaccini ce ne siano fin troppe – conclude – e che questo vada a discapito della popolazione”.
È d’accordo con lei anche Didier, arrivato a vaccinarsi attorno alle cinque del pomeriggio: “Ci fidiamo di questo prodotto, l’importante è vaccinarsi, tutti i vaccini in commercio sono sicuri”. “Le beghe politiche – ripete – non ci interessano, e dovrebbero stare fuori dalla battaglia contro il Covid”.